Mancano chiare indicazioni ufficiali sul reddito di cittadinanza, la situazione resta ancora nebulosa, rimane però il dubbio sulla capacità dei Centri per l’impiego di gestire la domanda e di formulare offerte di lavoro per tutti coloro che riceveranno il sussidio (che smetterà di essere erogato solo al terzo rifiuto). Un dubbio che riguarda anche la Liguria.
Per il reddito di cittadinanza, misura contenuta nella legge di Bilancio 2019, verrebbero stanziati 10 miliardi di euro, destinati in parte anche alla riforma dei Centri per l’impiego (1 miliardo), indispensabile per l’attuazione dello strumento
Del resto, tra le condizioni indispensabili per poter beneficiare della misura (oltre ai requisiti reddituali) c’è proprio l’iscrizione ai Cpi, sui quali lo strumento avrà un impatto considerevole, vista l’ampia platea di persone che dovrebbe coinvolgere, circa 6 milioni stando alle indicazioni del governo.
Stando all’ultimo monitoraggio Anpal (Agenzia nazionale per le politiche attive del lavoro), la rete pubblica dei servizi per il lavoro è composta da 501 centri per l’impiego “principali”, cioè direttamente collegati al coordinamento centrale a livello amministrativo od organizzativo, da cui dipendono 51 sedi secondarie e a cui si aggiungono 288 sedi distaccate o sportelli territoriali. 7.934 operatori totali. Con una banale operazione matematica, si ottiene 756, cioè il numero di persone a cui ciascun operatore dovrà dedicarsi e offrire un nuovo posto di lavoro. Considerando però che non tutti i dipendenti dei Cpi sono addetti al front office, bensì l’83,4%, questo numero potrebbe risultare sensibilmente più alto.
Le forze di lavoro potenziali comprendono le persone che rientrano nella categoria degli inattivi, ma che sono immediatamente disponibili a lavorare e aver effettuato almeno una ricerca di occupazione nel mese precedente alla rilevazione dell’Istat
In Liguria gli operatori ai Cpi sono 195, tutti addetti al front office. In una recente elaborazione del Sole 24 Ore, ottenuta su dati Istat 2017, i 6 milioni di potenziali beneficiari dell’assegno sono stati individuati nella platea di disoccupati (quasi 3 milioni) e nelle “forze di lavoro potenziali”, poco più di 3 milioni. Rapportando questi valori su base regionale, emerge che in Liguria, a fronte di circa 110.600 persone che potrebbero ricevere i 780 euro mensili, ciascun operatore dei Cpi si troverà a gestire 567 pratiche. Gli uffici più “affollati” saranno al Sud, in particolare Campania (con quasi 2.300 pratiche per operatore) e Puglia (1.700).
Reddito di cittadinanza e reddito di inclusione
Nel 2019 il reddito di cittadinanza potrebbe assorbire il reddito di inclusione, lo strumento di contrasto alla povertà introdotto dal governo Gentiloni. Il Rei è una misura di contrasto alla povertà, dal 1 gennaio in sostituzione di un’altra misura, il Sia (Sostegno per l’inclusione attiva). Si compone di due parti: un beneficio economico, erogato mensilmente (da 187,5 fino a 534,37 euro al mese per le famiglie più numerose), e un progetto personalizzato di attivazione e di inclusione sociale e lavorativa, per riuscire a superare la condizione di povertà, predisposto sotto la regia dei servizi sociali del Comune.
Il nucleo beneficiario deve soddisfare requisiti reddituali (Isee fino a 6 mila euro, Isre fino a 3 mila, patrimonio immobiliare inferiore ai 20 mila euro e patrimonio mobiliare fino a 10 mila), di cittadinanza e residenza, di compatibilità. Fino al 1° luglio 2018, anche requisiti familiari: presenza di un minorenne, di una persona disabile, di una donna in gravidanza, di un disoccupato ultra 55enne. Dal 1° luglio 2018, con l’abrogazione dei requisiti familiari, la misura ha assunto pieno carattere di “universalità”. Non a caso, a luglio l’Inps registra un incremento dei “nuovi” nuclei beneficiari del 76% rispetto al mese di giugno, mentre nel periodo luglio-settembre i nuovi richiedenti sono 101 mila, di cui il 43% è imputabile a nuclei senza il possesso dei requisiti familiari precedentemente richiesti ai fini della concessione del beneficio. La modifica normativa si riflette anche sulla distribuzione dei nuclei percettori per numero di componenti: quelli costituiti da una sola persona subiscono un’impennata nel periodo luglio-settembre, rappresentando il 41% del totale.
I numeri del Rei in Liguria
Nei primi nove mesi del 2018 sono 6.429 le famiglie liguri che hanno ricevuto un beneficio economico legato al reddito di inclusione, per un importo medio mensile di 258,36 euro. 15.651 le persone coinvolte in Liguria, secondo il recente monitoraggio dell’Inps sulla misura.
In Italia, i nuclei familiari beneficiari sono stati 378.557 tra gennaio e settembre 2018, e con il coinvolgimento di più di un milione di persone. La maggior parte dei benefici vengono erogati nelle regioni del sud (circa il 69%), per il 72% delle persone coinvolte. Il 47% dei nuclei beneficiari di Rei, che rappresentano oltre il 51% delle persone coinvolte, risiedono in sole due regioni, Campania e Sicilia. Seguono Calabria, Lazio, Lombardia e Puglia, che coprono un ulteriore 28% dei nuclei e il 27% delle persone coinvolte. Il 10% dei nuclei percettori del Rei è extracomunitario, per cittadinanza del richiedente la prestazione, e di questi circa 30% risiede nelle regioni del Nord.