Basterebbe la realizzazione di un sistema informatico condiviso per gestire molto meglio ogni paziente che si rivolge non solo al sistema sanitario regionale pubblico, ma anche ai privati. Il nuovo piano sanitario evidenzia quali sono le criticità dal punto di vista informatico, che rappresentano uno dei principali ostacoli alla modernizzazione del sistema.
Il fatto che risalga agli anni Novanta e che occorrano troppe risorse per gestirlo, anzi gestirli, è un dato di fatto: troppe le autonomie degli erogatori del servizio sanitario nazionale, unite a un ritardo dell’avvio di progetti strategici, al parziale isolamento dei medici di medicina generale e all’esclusione della sanità privata. Non esiste supporto tecnologico e informativo – è scritto nel piano – per supportare modelli assistenziali che analizzino lo sviluppo temporale e vedano l’assistito al centro.
Non c’è una piattaforma regionale in grado di condividere l’informazione tra diverse aziende e ospedali a cui l’assistito accede, sui percorsi diagnostico-terapeutici assistenziali o sistemi di presa in carico. In questo caso sembra stata sottoutilizzata la potenzialità di Liguria Digitale.
Sarà Alisa a realizzare una nuova architettura per favorirne la condivisione.
Quello che c’è già è la realizzazione del fascicolo sanitario elettronico, anche se solo per diagnostica e analisi, andrà ampliato alle terapie, alle lettere di dimissione ospedaliera, alle esenzioni eccetera.
Anche il nuovo Cup, con la divisione in due livelli (il primo, per le necessità della medicina generale, è unico per tutta la regione, il secondo è riservato alle prestazioni specialistiche e attivato dalle aziende stesse), dovrebbe rappresentare un’agevolazione.
In programma l’attivazione di una piattaforma dedicata alla gestione dei Pai, ossia i piani assistenziali individuali. Accanto a essa servirà il completamento della banca dati assistito. L’accesso da parte dei medici di medicina generale e degli specialisti, dovrebbe consentire di consultare i dati e integrare le informazioni dopo ogni esame/visita. In pratica una sorta di cartella clinica specialistica.
Gli applicativi delle aziende sanitarie diventeranno condivisi, per gestire le aree amministrative e sanitarie. In questo modo migliorerà la banca dati che serve anche a supportare le decisioni della Regione.
Risorse umane
L’altro capitolo dolente del quadro rappresentato dal piano è quello delle risorse umane: il personale del sistema sanitario ligure è diminuito negli ultimi tre anni di 500 unità, soprattutto amministrativi, infermieri e dirigenti sanitari non medici. Registrato anche l’aumento dei contratti a tempo determinato, a causa delle sostituzioni per malattia, aspettativa, maternità e perché da tempo non si facevano concorsi (soprattutto per infermieri, a cui recentemente è stato posto rimedio con il “concorsone”).
Sarà Alisa a centralizzare i concorsi. Le aziende saranno chiamate a formulare un piano annuale delle assunzioni, compatibile con le risorse e la programmazione regionale, in modo da consentire anche di capire il fabbisogno delle professioni a medio e lungo termine per attivare i percorsi formativi richiesti (prevista un’unica piattaforma per la Formazione a distanza, fruibile per tutte le aziende).
La prima parte dell’analisi del piano sanitario si trova qui.