Un piano del colore per dare nuova vita alle “lavatrici” di Pra’ e trasformare quei grigi edifici in un nuovo biglietto da visita della città. Il tutto con il coinvolgimento dei residenti e con il supporto di una storica azienda genovese aggiudicataria del bando pubblico per la sponsorizzazione, Boero Bartolomeo. Così il Comune di Genova punta al restyling del quartiere di San Pietro: «Vogliamo ridare colore − spiega l’assessore al Patrimonio Pietro Piciocchi − a quei quartieri in cui domina il grigio. E lo facciamo in condivisione anche con gli stessi residenti».
Le Lavatrici
Il quartiere di edilizia sociale di Pra’, che sorge su una collina naturale nel ponente genovese, venne realizzato su progetto di Angelo Sibilla, Aldo Pino e Aldo Luigi Rizzo tra il 1980 e il 1990. Il sito conta oltre 500 appartamenti. Diviso in quattro blocchi principali, ciascuno di loro è composto da tre differenti edifici: un palazzo più alto, uno più basso e un blocco centrale di appartamenti che copre un largo dislivello, formando dei “gradini”. Il soprannome “lavatrici” è dovuto alle grosse lastre di cemento poste sulla facciata, con grandi fori centrali a forma di rombo o di cerchio, che fanno assomigliare le palazzine proprio a tanti oblò di lavatrici.
Un’idea partita nel 2013, quando l’architetto Maria Elisa Marini la mette nero su bianco nella sua tesi di laurea. Successivamente il progetto viene adottato dalla giunta della precedente amministrazione, nel 2015. Oggi Palazzo Tursi lo recupera e lo inserisce in un piano di riqualificazione del quartiere.
«Il colore – spiega il sindaco Marco Bucci – caratterizza la nostra città, i nostri borghi. Una caratteristica che nessun altro ha. Credo che portare il colore anche negli edifici di periferia sia un importante intervento artistico e sociale per quei quartieri. Una volta ultimati i lavori, il nuovo impatto sarà bellissimo, soprattutto arrivando da mare o atterrando con l’aereo».
Gli interventi sulle parti pubbliche saranno a carico del Comune di Genova e con i materiali forniti da Boero Bartolomeo, mentre nelle proprietà private i residenti potranno provvedere a loro spese a tinteggiare autonomamente le pareti che delimitano i terrazzi, sempre seguendo il piano del colore e con il supporto della direzione Politiche della casa. «Su queste parti la scelta di colore spetterà solo ai cittadini – spiega l’architetto Marini – ma per identificarsi meglio con l’edificio nel suo complesso, sono stati coinvolti anche sulle scelte che hanno riguardato le altre porzioni».
Un “colore guida” per ciascuno dei quattro gruppi che formano il complesso abitativo: verde e azzurro gli edifici verso il mare, rosso e giallo per quelli verso monte. Ogni colore guida sfumerà poi verso diverse tonalità: due per le pareti che delimitano gli spazi di uso pubblico (corpi scala, ballatoi, scale esterne e corridoi) e tre per quelle interne che delimitano lo spazio dei terrazzi nelle parti a gradoni: questi potranno essere scelti dai singoli condomini. Le verniciature cominceranno nei fianchi dei vani scala, dalla fascia del piano dei portoni di ingresso e dall’interno del ballatoio, successivamente si interverrà nei passaggi pubblici e nelle scale esterne.
Il piano ha preso il via in occasione dei primi lavori di manutenzione straordinaria iniziati a settembre 2018: interessate le facciate del complesso di via Cesare Pavese, dal civico 14 al 24, e via Vittorini, dal civico 17 al 27 (le cosiddette barre alte). Circa un milione di euro il costo di questo intervento. Nei lavori di ripristino delle facciate, che dovrebbero concludersi a settembre 2019, per le finiture superficiali dei fianchi esterni dei volumi, scala compresa, saranno utilizzati i materiali forniti gratuitamente da Boero. Successivamente, utilizzando le forniture gratuite per i materiali e il ribasso d’asta per la manodopera, sarà attuato il piano colore anche per le pareti lungo i ballatoi che danno accesso ai portoni e per le pareti di scale e spazi pubblici tra il piano giardini e piano strada.
«Un progetto − spiega Andreina Boero − a cui eravamo pronti ad aderire, proprio perché volevamo applicare il nostro know how anche alle periferie di Genova, e non solo al suo centro storico e ai suoi palazzi, sui quali ci siamo specializzati in questi anni. Speriamo che questo intervento possa aiutare a dare nuova vita agli edifici».