Un decreto scritto male, condizionato da pregiudizi ideologici, senza garanzie su tempi e modalità per la ricostruzione del nuovo viadotto sul Polcevera: il Dl Genova, diventato legge superando i contrasti interni a M5S sul condono per Ischia, viene duramente criticato dalle opposizioni.
«Risorse e aiuti concreti alle famiglie che hanno perso la casa – scrive su Twitter il presidente del consiglio, Giuseppe Conte – sostegno a imprese e cittadini. Avevo promesso che non avrei mai abbandonato la città in ginocchio. Il governo è al vostro fianco, Genova si rialza».
«Il decreto per Genova che il Senato ha approvato oggi – dichiara la senatrice genovese del Pd Roberta Pinotti – è un’occasione mancata ed è con amarezza che abbiamo votato contro. La nostra città merita molto di più e la nostra battaglia per ottenere interventi adeguati dal governo dopo la tragedia del crollo di Ponte Morandi non è certo finita qui».
«Avevamo dato la nostra disponibilità a votare il decreto – precisa la senatrice del Pd – se il governo avesse stralciato il condono a Ischia e avesse accolto le nostre tre condizioni: proroga della Cassa integrazione per tutti i lavoratori, estensione del sostegno anche alla zona arancione, più risorse per il porto di Genova. Ci hanno risposto picche, Lega e M5S si assumeranno le loro responsabilità, dopo lo spettacolo indecoroso che hanno dato oggi nell’aula del Senato». (Il Pd ha votato no)
«Un decreto entra in vigore appena viene approvato dal Consiglio dei ministri – prosegue Pinotti – ma questo dopo 90 giorni dal crollo non ha ancora prodotto risultati per Genova, perché è stato scritto male e perché il governo lo ha inzeppato di altre norme, in primis un condono a Ischia. Genova ha bisogno di tempi certi per la ricostruzione del ponte, di più risorse, di impegni per la costruzione della Gronda e del Terzo Valico. Niente di tutto questo è arrivato dall’ esecutivo, ma noi non ci arrendiamo».
«I parlamentari di Forza Italia – dice Giorgio Mulè, deputato e portavoce dei gruppi parlamentari di Forza Italia alla Camera e al Senato – rivendicano con orgoglio di aver lavorato mettendo da parte qualsiasi convenienza politica ma avendo come unica bussola l’amore per Genova. Grazie a questo impegno il governo ha dovuto stravolgere un decreto scritto con i piedi e aprire i cordoni della borsa occupandosi di sfollati, lavoratori e imprese. Si poteva e si doveva dare di più, lo abbiamo chiesto con forza ma non è dipeso da noi. Non siamo riusciti a far comprendere a un governo ancorato alla piu’ stupida ideologia che, così com’è , il decreto non solo non dà alcuna certezza su tempi e modalità della ricostruzione del viadotto crollato ma spalanca la porta a una impervia e chissà quanto lunga strada fatta di ricorsi giudiziari e amministrativi. Con l’aggravante che, nel frattempo, saranno i cittadini italiani a pagare le spese di ricostruzione per centinaia di milioni di euro». ( Fi ha scelto l’astensione).
Secondo Mulè «Genova pretende, oltre al ponte, le opere necessarie per lo sviluppo: sono innanzitutto il Terzo valico, la Gronda, la grande diga. Ed è da queste opere, mentre non perderemo di vista la concreta applicazione del decreto, che continuerà la nostra battaglia».
Il parlamentare azzurro non risparmia critiche neppure al ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture Danilo Toninelli: «Se Forza Italia avesse basato la sua azione politica sui comportamenti del ministro Danilo Toninelli avrebbe dovuto disertare i lavori sul decreto Genova fin dall’ inizio. Che Toninelli fosse incapace lo ha dimostrato fin dal suo insediamento, che fosse indegno di ricoprire la carica di ministro della Repubblica lo ha dimostrato ancora oggi esultando al Senato come un ottuso imbecille a tre mesi da una tragedia con 43 morti».
Fratelli d’Italia ha votato sì al dl ma la presidente Giorgia Meloni nel corso della trasmissione in onda su Rai Due “Tg2 Frankenstein precisa: «Per FdI il dl Genova è insufficiente, lo abbiamo votato perché in questo caso era doveroso il nostro sostegno a un provvedimento che i genovesi, i liguri e gli italiani aspettano da diverso tempo. Qualcuno dice che può sembrare un sostegno al governo ma no, non è così: è un sostegno ai genovesi e agli italiani che hanno bisogno di risposte immediate».
E il dissidente M5S Gregorio De Falco, che non ha preso parte alla votazione in Senato, annuncia che farà tutto il possibile per cancellare dal provvedimento il condono a Ischia: «Non posso prescindere da un mio futuro impegno per modificare tutto questo. Cercherò di fare quanto possibile, adesso studierò come fare».