Una lista di “ribelli” di Forza Italia alle prossime regionali in Liguria per contrastare l’egemonia della Lega e riportare il centrodestra su una linea moderata. L’ipotesi è allo studio in questi giorni tra i militanti del partito di Berlusconi che non condividono la politica di Salvini e non credono nel contenitore arancione progettato da Toti.
«Dovrei vedermi con Claudio (Scajola, ndr) – dichiara a Liguria Business Journal Marco Melgrati, figura storica di Forza Italia e sindaco di Alassio – per vedere di avere una strategia comune. Potremmo anche presentarci alle regionali con una lista civica, che poi in realtà sarebbe la vera Forza Italia. Del resto io e diversi altri in Liguria abbiamo una chat nostra che si chiama “Forza Italia quella vera”».
Melgrati e gli altri della chat non condividono la attuale gestione di Forza Italia in Liguria e guardano con preoccupazione alle prospettive del partito degli azzurri a livello nazionale.
«Toti – spiega Melgrati – è molto schiacciato sulla Lega. Non può fare diversamente. Il problema è che Forza Italia ha abbandonato il territorio e non ha più una sua struttura territoriale. Bisogna riqualificare il partito sul territorio, bisogna rilanciare una forza politica di moderati che, si chiami Forza Italia due punto zero o in un’altra maniera, ritorni a essere presente sul territorio, con le elezioni dei coordinatori comunali, con la campagna di tesseramenti. Io avevo costruito un’associazione, chiamata “Politica per passione”, che era operante in tutta la provincia di Savona, con circa 500 aderenti, ed ero andato da Toti a chiedergli se gli interessasse. Toti mi aveva detto che non poteva importargliene di meno e di farmi una cosa per i fatti miei. Lui intendeva fare questo partito arancione, che però non è Forza Italia. Nella sua volontà il partito arancione dovrebbe essere sostitutivo di Forza Italia. Tra l’altro è un partito che funziona forse in Liguria, e con dei numeri relativamente bassi, come abbiamo visto, ma che non funziona a livello nazionale. Ma a noi in ogni caso non sta bene la perdita di identità di Forza Italia o comunque del partito dei moderati che aveva voluto Berlusconi. Non sta bene a me e non sta bene a Scajola, al sindaco di Vallecrosia come a quello di Bordighera, non sta bene a quella parte di candidati di Ceriale che sono stati estromessi dalla lista ufficiale con il risultato che alla fine a Ceriale il centrodestra ha perso».
Oggi «esistono la Lega e i suoi vassalli e noi rivendichiamo un ruolo per il centrodestra di forza vera, per riportare a livello nazionale il partito dei moderati, che si chiami Forza Italia o che si chiami in un’altra maniera, a un risultato diverso, recuperando i voti che sono andati alla Lega. Bisogna fare una cosa forte».
Secondo Melgrati potrebbe presentarsi a breve in Italia l’occasione per colmare il divario che oggi separa gli azzurri dalla Lega, «anche perché la Lega, oggi, insieme ai Cinque Stelle è sul banco di prova. Se non fanno bene al governo possono perdere voti che noi come moderati dobbiamo intercettare. E non so quanto possa durare il governo Lega-M5S, i due partiti sono molto distanti e hanno fatto molte promesse che non possono essere mantenute».
«Perché mi sono candidato sindaco di Alassio»
Melgrati, come Scajola, non ha accettato il governatore ligure come tutor, si è candidato sindaco e ha vinto.
«Non mi sarei mai candidato – racconta – se il sindaco precedente avesse avuto il consenso della cittadinanza ma siccome l’ultimo anno continuava a fermarmi gente per dirmi di candidarmi perché non se ne poteva più, perché la città era sporca, perché il livello delle manifestazioni era sceso, perché l’immagine di Alassio in generale aveva sofferto, alla fine ho deciso di candidarmi».
«Ai primi di ottobre – continua – ero andato dal presidente Toti. Gli avevo spiegato che se l’allora sindaco di Alassio si fosse ricandidato avrebbe perso le elezioni, l’unica opzione per il centrodestra era candidare me. Toti mi aveva detto di stare tranquillo, che avrebbe fatto fare un passo indietro a Canepa, e invece è successo che durante la campagna elettorale delle politiche, in gennaio o ai primi di febbraio, ad Andora, ha detto che il candidato del centrodestra sarebbe stato il sindaco uscente. A questo punto non mi è rimasto altro che fare una lista civica e propormi, perché ero convintissimo che questo sindaco avrebbe perso le elezioni e che se il centrodestra avesse voluto mantenere la guida di questa città l’unica opzione ero io. E si è dimostrato che avevo ragione. Mi sono messo d’impegno a fare una lista di qualità, di persone veramente valide, che hanno subito ripreso in mano insieme a me l’amministrazione e cercato di risolvere i problemi».
Le questioni più importanti per Alassio, secondo il sindaco, al momento sono quella del depuratore e dei parcheggi. Per quanto riguarda il depuratore, «secondo la concezione dell’Ato, come era fino a ieri, avremmo dovuto depurare insieme a Borghetto, ma Borghetto non ha la capienza necessaria per Alassio. Quindi dobbiamo farci un depuratore in proprio. Ci stiamo attivando perché a gennaio, quando entrerà in vigore il nuovo consorzio provinciale, ci autorizzi a realizzare in proprio il depuratore. Abbiamo già dato il via allo studio di fattibilità per essere pronti appena avremo questo incarico ufficiale».
L’altro problema sono i parcheggi. «Pensiamo di risolverlo in due maniere. Una, attivando il finanziamento per quel parcheggio che era già previsto in via Pera per 120 posti auto, dove adesso c’è il mercato, dietro la piscina. L’altra è un parcheggio pluripiano a rotazione nella zona del mercato coperto, quindi demolizione del mercato coperto e costruzione di questo parcheggio per almeno 200 posti, interamente pubblico. Per i finanziamenti vediamo se fare un project financing o se chiedere le finestre regionali, perché abbiamo 9,5 milioni fermi di avanzo di amministrazione che non possiamo usare se non avendo dei progetti pronti chiedendo le finestre regionali. Queste finestre non sono mai state utilizzate dall’amministrazione passata perché non avevano nessun progetto pronto. Noi adesso abbiamo almeno due progetti pronti, che non sono finanziati: uno è quello del parcheggio in via Pera e l’altro quello della passeggiata Baracca, intendiamo aggiungere questo progetto di parcheggio pluripiano a rotazione».
Comunque, fatto sta che a Imperia «hanno preferito puntare su un candidato che alle ultime elezioni regionali era in lista con Raffaella Paita pur di andare contro Scajola».
Ma perché Melgrati non era stato il candidatoufficiale del centrodestra? «Sono scomodo perché nell’economia del comprensorio le scelte, soprattutto per acqua pubblica e depurazione, venivano fatte a vantaggio dei loanesi. Quindi di Vaccarezza, che avrebbe avuto buon gioco a mettere qui un suo uomo a fare quello che gli avrebbero detto lui e la Regione».