«Il modello sanitario Ligure non può essere una riproposizione di altri modelli sanitari regionali, per le specificità di questa regione: stiamo strutturando un sistema che ponga sì al centro i bisogni dei nostri cittadini, ma sappia anche promuovere la cultura del benessere e responsabilizzi i cittadini di tutte le età sull’aver cura della loro salute. Vogliamo valorizzare e promuovere tutte le nostre eccellenze». Lo ha detto questa mattina l’assessore alla Sanità della Regione Liguria, Sonia Viale, introducendo l’evento in corso alla sala Quadrivium di piazza Santa Marta, 2 a Genova.
«Abbiamo l’opportunità − prosegue Viale − di fare il punto del percorso in atto e disegnare i prossimi passi per completare l’attuazione della riforma. Sarà un momento di confronto con realtà di altre regioni e presenteremo esempi concreti del lavoro a sistema e di qualità».
Secondo il commissario di Alisa, Walter Locatelli, «La Liguria ha caratteristiche geografiche uniche e un contesto sociale particolarmente variegato e i bisogni di salute sono articolati, complessi e specifici. Durante questo evento sarà possibile verificare congiuntamente agli attori del sistema, lo stato dell’arte delle attività operative messe in campo».
L’età media degli iscritti all’anagrafe sanitaria ligure è di 48,6 anni; dal 2010 a oggi gli iscritti nella fascia da 0 a 6 anni sono diminuiti del 16%, mentre gli over 76 anni sono aumentati del 9%.
«In questo contesto, la riforma intrapresa in Liguria, fortemente voluta dalla giunta, vuole organizzare un sistema che sappia dare risposte sempre più efficienti, efficaci ed eque – ha detto il presidente della Regione Giovanni Toti – garantendo la libertà di scelta e orientando i cittadini verso scelte responsabili e consapevoli».
Il Piano sanitario regionale, sta dando risposte concrete ai temi socio sanitari più importanti tra cui il problema della presa in carico del paziente fragile e delle cronicità.
L’istituzione dei Dipartimenti Interaziendali Regionali (Diar, a oggi sono cinque quelli attivati: Chirurgico, Cardiotoracovascolare, emergenza-urgenza, neuroscienze, oncoematologia), la creazione di un Cup unico regionale, corsi di educazione alla salute dedicati ai pazienti e la cosiddetta sanità “km zero”, hanno il compito di riorganizzare rafforzando l’integrazione tra ospedale e territorio. Questo percorso si sta realizzando con l’implementazione della rete ospedaliera attraverso un sistema “hub & spoke”, i Diar, il contatto con gli attori principali della medicina, in primis i Mmg, la continuità assistenziale.
Secondo Viale, «un sistema così organizzato favorirà la continuità delle cure dei pazienti con i processi integrati e favorirà il necessario cambio di paradigma dalla medicina dell’attesa alla medicina di iniziativa».