Cinquanta euro al mese per una cesta di prodotti stagionali a settimana. L’idea è “smart” e mette in relazione coloro che vorrebbero nutrirsi di verdura di orto, ma non hanno né il tempo né il terreno per realizzare questo desiderio, con chi invece lo può fare.
Lo ha annunciato Orto Collettivo Genova, il gruppo di persone che da tempo ormai si occupa di coltivare in modo collettivo appunto, le aree di Coronata/Campi strappate all’abbandono.
Un versamento mensile di 50 euro consente di ottenere 4 ceste di verdure, una a settimana, da ritirare in stradone Sant’Agostino.
I terreni non sono di proprietà privata e vengono coltivati da persone della cosiddetta fascia debole: persone disoccupate o richiedenti asilo, che così riceveranno un piccolo supporto economico.
Domenica 13 maggio il progetto sarà presentato ai Giardini Luzzati, insieme a un’altra iniziativa già avviata da Orto collettivo: il bosco a pê. Un percorso sensoriale all’interno dei terreni coltivati da compiere a piedi nudi.
OrtoCollettivo nasce da un’idea del Comitato4valli. Il terreno non viene diviso e assegnato ai cittadini, come avviene per gli orti urbani. Qui la terra è unica, indivisibile, e viene lavorata da tutti, fianco a fianco, in piena collaborazione. L’orto collettivo è un lavoro d’équipe, dove, se manca qualcuno, c’è sempre qualcun altro pronto a svolgere lo stesso compito, evitando che si perda il raccolto. Quello di Genova è l’orto collettivo più grande d’Europa: 7 ettari di terreno con 200 alberi da frutta. Orto collettivo è diventato anche un luogo di formazione dei migranti nella manutenzione del territorio. Lo stesso progetto potrebbe essere potenzialmente replicato in tutta la Liguria, visto che lo stato di abbandono dei boschi è ormai acclarato.
Per saperne di più ecco il video presente nella loro pagina Facebook