Dopo la chiusura pesante di ieri, il primo indice
Ftse Mib della Borsa di Milano segna un +0,17% a 18.790 punti.
Unicredit ancora giù: a circa dieci minuti dall’apertura il titolo cedeva il 3,3%. Ieri la riunione straordinaria del consiglio di amministrazione sui conti 2016, prevista una chiusura con una perdita di 11,8 miliardi, mentre l’aumento di capitale dovrebbe partire lunedì. Male anche Ubi -3,8%. Bene invece Cnh (+1,6%), Exor (+1,4%) e Ferrari, in aumento dell’1,2%.
Le Borse europee hanno aperto in leggero rialzo, ancora riflettori puntati sulle decisioni di Donald Trump sull’immigrazione negli Usa, Parigi ha aperto in aumento dello 0,12%, Londra dello 0,1%, Francoforte in crescita dello 0,09%.
Borse asiatiche ancora in calo: Tokyo, con la conferma delle politiche monetarie della banca centrale giapponese, ha chiuso in calo dell’1,69% a causa della rinnovata pressione sullo yen.
Il prezzo del petrolio è in calo. Preoccupa l’aumento della
produzione Usa, che depotenzia i tagli Opec. Sui mercati
asiatici i future sul Light crude Wti cedono di 13 cent a 52,50
dollari e quelli sul Brent salgono di un cent a 55,24 dollari
al barile.
Nei cambi prevale il nervosismo e l’euro passa di mano a 1,0689 dollari e 121,55 yen.
Lo spread tra Btp decennali e omologhi tedeschi apre a 188 punti, sui livelli della chiusura di ieri e al top dal giugno 2015. Il rendimento è al 2,32%.