I principali indici azionari stanno vivendo una pausa di riflessione, non essendo riusciti a violare al rialzo i massimi toccati nelle precedenti settimane. Questo movimento potrebbe suggerire un momentaneo storno dopo la galoppata incominciata a inizio dicembre. I dati macroeconomici migliorano, segnalando la prosecuzione della fase di crescita sebbene questa continui ad avere differenti accelerazioni, più forti negli Stati Uniti mentre rimangono meno decise nel vecchio continente.
A livello nazionale è sempre in fermento il settore finanziario. Unicredit ha ufficializzato il proprio aumento di capitale: sarà da 13 miliardi di euro, offerto in opzione agli azionisti, terminerà entro la fine di giugno, rumor di mercato parlano di uno sconto sul Terp del 30/40%. Questa operazione è stata deliberata insieme a un nuovo piano di riduzione dei costi e della forza lavoro.
Sempre rimanendo in ambito bancario si è prossimi all’acquisto delle «nuove» Popolare Etruria, Banca Marche e CariChieti da parte di Ubi, l’istituto bergamasco ha dato il via libera a un’offerta vincolante valida fino al 18 gennaio, dove si prevede l’acquisizione delle tre banche a una cifra simbolica di 1 euro, la definizione dell’operazione dovrebbe avvenire nel primo semestre 2017, entro tale data il fondo di risoluzione dovrà ricapitalizzare gli istituti oggetto dell’offerta, per circa 450 milioni di euro. Sempre prima della chiusura dell’accordo le tre banche dovranno cedere crediti deteriorati per circa 2,2 miliardi di euro. A fronte di questo impegno, Ubi ha già stabilito un aumento di capitale per circa 400 milioni di euro, in modo tale da mantenere solidi i propri ratio patrimoniali. Questa notizia ha messo le ali a Ubi che giovedì è risalita in borsa sopra i 3 euro, registrando un +10% e continuando il suo sprint nei giorni successivi.
Dagli Stati Uniti, arriva la notizia secondo la quale l’Epa (Environmental Protection Agency) ha accusato la casa automobilistica Fiat Chrysler, di aver falsato i dati sulle emissioni di motori diesel che equipaggiano alcuni modelli Jeep e Dodge, le autovetture incriminate sarebbero poco più di 100 mila unità. Si vocifera di una maxi sanzione oltre i 4,5 miliardi di dollari, il titolo a piazza affari ha perso oltre il 15%.
L’obbligazionario governativo continua la sua fase di incertezza, a non confortare il comparto, nella serata di venerdì, è giunta la notizia del downgrade dell’Italia, retrocessa dall’agenzia Dbrs, da A- a BBB+. Le principali motivazioni che hanno indotto il declassamento sono state: l’incertezza politica, la crescita economica ancora fragile e la debolezza del sistema bancario. Nonostante ciò il mercato dei Btp non ha sofferto più di tanto, con lo spread Btp-Bund, poco mosso, sempre intorno ai 160 punti base. Questo downgrade andrà a pesare sull’intero sistema creditizio (soprattutto quello nazionale), i nuovi finanziamenti richiesti dalle banche alla Bce, presentando come garanzia i titoli governativi italiani, verranno erogati a condizioni meno favorevoli delle precedenti.
Malgrado queste debolezze, il mercato primario del tasso fisso ha cominciato l’anno a spron battuto, quotidianamente si registrano nuove emissioni di ogni sorta, si parte dai governativi, per passare ai titoli corporate, per finire coi subordinati, tutto questo movimento contraddistinto da livelli di spread creditizi in continuo restringimento.
L’appuntamento verso il quale sono orientati i riflettori sarà la prima riunione Bce del 2017, in programma giovedì. Questa volta non ci si attende nessuna misura eclatante da parte di Draghi. Le «minutes» della Bce, relative all’incontro di dicembre, hanno evidenziato una spaccatura all’interno del comitato, al momento della votazione sulle misure da adottare, quindi sarà interessante vedere come il governatore reagirà alle domande concernenti questo episodio.
A livello macro negli States sono attesi i dati sull’andamento dei prezzi al consumo, mentre nel vecchio continente è atteso il dato dello Zew tedesco e quello dei prezzi al consumo a livello aggregato.