Il disallineamento tra domanda di lavoro e richiesta di competenze da parte delle aziende rischia di compromettere le possibilità di sviluppo economico della Liguria. I dati Unioncamere-ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, Sistema Informativo Excelsior di agosto 2025 per la Liguria indicano un mercato in salute ma affaticato: domanda consistente, picchi di difficoltà nel reperimento di risorse adeguate e urgenza di interventi formativi e di policy per chiudere il mismatch.
La Liguria chiude il 2025 con segnali di domanda di lavoro ancora attivi ma con forti tensioni sul versante delle competenze. Nei dati Excelsior di agosto 2025 la regione registra 29.190 entrate previste nel trimestre agosto–ottobre, con una quota di posizioni difficili da reperire pari al 49,3%, superiore alla media nazionale (46%). Questi numeri fotografano un mercato che offre opportunità concrete, ma fatica a trovare candidati con i profili richiesti.
Aree e professioni dove la Liguria è più penalizzata dal mismatch
Gran parte delle entrate regionali si concentra nelle aree di produzione, commercio e logistica, rispecchiando il trend nazionale: l’area produzione di beni e servizi è la più consistente sul totale dei fabbisogni. In Liguria i settori in cui le aziende incontrano maggiore difficoltà nel reperire professionalità adeguate alle loro richieste sono costruzioni e impiantistica, trasporti e logistica, servizi di ristorazione e alcune professioni tecniche e meccaniche. A livello nazionale, categorie come operai specializzati, conduttori di impianti e professioni qualificate nei servizi registrano elevata difficoltà di reperimento; tale dinamica si riflette anche sul territorio ligure. Inoltre, settori come agricoltura, logistica e servizi operativi segnalano un uso rilevante di lavoro immigrato nei flussi di entrata, elemento che in Liguria può integrare la risposta alle carenze stagionali e strutturali.
I giovani sul mercato del lavoro
Lo squilibrio tra necessità delle aziende e competenze reperibili si riscontra anche nella fascia giovanile, tanto in Liguria quanto in Italia.
A livello nazionale il 30% delle assunzioni riguarda giovani fino a 29 anni; in Liguria il volume di posizioni giovanili è significativo ma la difficoltà di trovare risorse umane adeguate rimane alta in molte mansioni. Tra le professioni rivolte ai giovani emergono ristorazione, meccanica artigianale, operai delle rifiniture e operatori estetici, con percentuali di reperimento critiche per i neoinserimenti.
Come avvicinare domanda e offerta
I dati indicano che qualifiche professionali, diplomi tecnici e percorsi Its sono canali efficaci verso l’occupazione: le imprese richiedono spesso esperienza e competenze pratiche. Per la Liguria questo significa rafforzare l’offerta di percorsi professionalizzanti, apprendistati e stage in azienda, con una maggiore integrazione tra mondo della formazione e tessuto produttivo.
Il ruolo delle agenzie del lavoro
Le imprese devono affrontare una doppia sfida: attrarre nuovi talenti e valorizzare quelli già presenti. Come fare? In questo contesto così difficile appare strategico il ruolo delle agenzie del lavoro.
«La formazione continua, i piani di sviluppo e il benessere organizzativo diventano leve strategiche per la retention, cioè quel complesso di strategie e processi che permette di mantenere i propri dipendenti nel tempo, riducendo il turnover e fidelizzando il personale» – spiega Selene Marone, cofondatrice insieme con Clio Basso di Waddi, società genovese specializzata in ricerca e selezione del personale, che copre i settori più critici per la Liguria: ICT, studi professionali, impiantistica, ingegneria e servizi alle imprese.

Secondo Marone «Se consideriamo il fenomeno nel suo insieme, vediamo che occorre rafforzare la formazione tecnica e gli Its: potenziare percorsi locali legati a impiantistica, meccanica, logistica e ospitalità, incentivare apprendistati e stage strutturati: ridurre il gap di esperienza richiesta offrendo percorsi che velocizzino l’inserimento operativo dei giovani. Occorre attuare politiche di retention e offrire retribuzioni competitive: bilanciare offerte contrattuali a termine con percorsi di stabilizzazione e investimenti sul benessere organizzativo. È indispensabile il coordinamento territoriale pubblico-privato: creare tavoli tra imprese, Camere di commercio e istituti tecnici per mappare fabbisogni a breve e medio termine. E bisogna valorizzare il ricorso a lavoratori immigrati dove è utile, garantendo integrazione formativa e condizioni contrattuali corrette».
Nel rapporto tra lavoratori, potenziali o effettivi, e aziende il ruolo delle agenzie del lavoro diventa cruciale. «Noi – precisa Basso – fondiamo la nostra azione su tre pilastri: analisi dei fabbisogni reali delle aziende, con un approccio consulenziale basato su dati e ascolto attivo: accompagnamento personalizzato dei candidati, grazie a recruiter dedicati che seguono l’inserimento fino al primo anno di lavoro; collaborazione strutturata con il tessuto imprenditoriale ligure, per anticipare le evoluzioni del mercato e ridurre i tempi di copertura delle posizioni. Non ci limitiamo a trovare persone, lavoriamo per creare connessioni solide e durature, dove l’inserimento non sia solo un contratto firmato, ma l’inizio di un percorso di valore reciproco».
L’agenzia genovese nel 2024 ha gestito 181 selezioni (+35% rispetto al 2023) e nel 2025 ha già attivato 180 ricerche. Il tempo medio di inserimento è di 45 giorni, con una retribuzione annua lorda media di 30.000 euro e una crescente incidenza di contratti stabili.
Prospettiva su fine 2025 e guardando al 2026
Con 29.190 entrate previste nel trimestre, la Liguria mantiene opportunità occupazionali rilevanti ma la sostenibilità della crescita dipenderà dalla capacità del territorio di colmare i vuoti di competenze. Il prossimo anno richiederà un’accelerazione su formazione specialistica, adattamento digitale delle imprese e politiche mirate di attrazione e trattenimento dei talenti. Le imprese che investiranno in piani formativi interni, partnership con Its e scuole tecniche e in percorsi di crescita per il personale ridurranno tempi di copertura delle posizioni e costruiranno vantaggi competitivi duraturi. La costruzione di processi human resources strutturati sarà fondamentale per affrontare il cambiamento.


























