Parte dall’imperiese la “reconquista” dei boschi liguri. Un consorzio forestale pronto da approvare per oltre 4 mila ettari (Pigna, Rocchetta Nervina e Triora), un altro in gestazione (Sanremo, Ceriana, Baiardo e Perinaldo) di poco più di 2500 ettari. Infine il Parco Alpi Liguri, 5900 ettari più i Sic e Zps sottoposti alla sua tutela e gestione sta completando in questi mesi un Piano integrato del parco, strumento che introdurrà nuove regole dividendo il parco in quattro zone di tutela (dalla completa preservazione dell’esistente al moderato sviluppo edilizio). Sempre dell’ente Parco l’iniziativa di realizzare un secondo sentiero di mezzacosta, complementare all’Alta via, che si addentra più da vicino verso luoghi e paesi attraversati.
I due consorzi forestali nascono proprio per l’esigenza di mettere insieme pubblico (quota maggioritaria) e privati per governare il patrimonio boschivo: cura e manutenzione, taglio, tutto ciò che può essere sfruttato anche a livello economico per trasformare il bosco da spesa viva, o terreno improduttivo nel migliore dei casi, a risorsa naturale. Gli statuti introdurranno una governante pubblico-privata e sono realizzati con la consulenza di studi tecnici e di agronomia.
I primi a partire sono stati i sanremesi, sulle ali di un turismo in mountain bike che cresce d’importanza ma richiede interventi di manutenzione di tutta l’area. Sempre Sanremo deve superare la per ora fallimentare istituzione del parco urbano si San Romolo e Monte Bignone, idea lungimirante degli anni Novanta rimasta a secco di finanziamenti e povera di governance. Su iniziativa dell’amministrazione Biancheri, alcuni consiglieri comunali sono al lavoro insieme agli uffici per stilare uno statuto da sottoporre anche ai comuni limitrofi. Il nuovo organismo sarà finanziato da tutti gli enti, aperto ai privati e promette di percepire contributi pubblici ed europei.
Più veloci sono stati però i tre Comuni montani di Triora, Pigna e Rocchetta Nervina. Pigna e Rocchetta hanno già approvato lo statuto in consiglio comunale, mentre Triora ha per ora dato indirizzo favorevole. In breve tempo il “Consorzio delle Alpi Liguri” potrà essere operativo e insisterà su una superficie in parte coincidete a quella del Parco Alpi Liguri (che ad oggi si estende a macchia di leopardo sugli stessi tre Comuni, più Castelvittorio, Mendatica, Montegrosso Pian Latte, Rezzo e Cosio d’Arroscia). Quando tutti i tre Comuni avranno approvato lo statuto i dettagli del nuovo consorzio saranno illustrati in un convegno a cui prenderà parte anche la Regione Liguria.
Quanto al Parco delle Alpi Liguri, già lo scorso settembre ha adottato un complesso “piano integrato”, strumento che regolamenta alla stregua di un Puc le attività ed iniziative su quel territorio. Il Piano integrato del Parco introdurrà quattro macrozone a tutela variabile (a,b,c,d): riserve integrali, riserve generali orientate, aree di protezione, aree di promozione economica e sociale. Un modo per distinguere tra zone che devono restare del tutto immacolate da quelle dove sono presenti attività economiche (in particolare quelle pastorali) dove non è auspicabile impedire la realizzazione di manufatti che ne garantiscano una sopravvivenza economica. Ad oggi è in corso la procedura di valutazione ambientale, dopodiché sarà la giunta regionale e poi il consiglio ad approvare il piano del parco già adottato nei mesi scorsi.