Sanità, difesa del suolo e trasparenza contro il confitto di interessi. Sono le tre priorità individuate dal candidato alla presidenza della Regione Liguria per il campo largo, Andrea Orlando, ieri sera a Genova in comizio di campagna elettorale insieme alla segretaria nazionale del Pd Elly Schlein.
“La prima cosa che vogliamo fare è restituire centralità alla sanità pubblica e costruire un’altra democrazia, perché qui la democrazia è diventata una oligarchia. Insieme, per la Liguria a testa alta”, ha sintetizzato in un post su Facebook al termine del comizio.
“Nei primi 100 giorni di governo dovremo fare una legge contro il consumo di suolo“, ha dichiarato Orlando ripreso dall’Agenzia Dire. Le altre azioni urgenti “un intervento sulla sanità che consenta di mettere a pieno regime le strutture pubbliche e di raddrizzare, per quello che si può, il Pnrr nel rapporto coi medici di base e il privato sociale. E un intervento sulla trasparenza e sulla rappresentanza degli interessi per evitare che si ripeta quello che è avvenuto oggi”.
Parlando della sistema sanitario regionale ha aggiunto: “L’altro giorno l’onorevole Matteo Rosso ha spiegato che è andato tutto bene in Regione, tranne la sanità: parliamo dell’85% del bilancio della Regione. E, allora, che cosa è andato bene? Appena sono entrati nel merito hanno detto uno che vuole cancellare Alisa, l’altro che la vuole modificare, l’altra, quella che l’aveva ideata, che la vuole tenere. Menomale che eravamo noi quelli del no, quelli confusi. Lo dico con chiarezza: Alisa va superata perché non è servita a niente“. Il percorso di Orlando per la sanità ligure parte dallo “smontare i carrozzoni che sono stati creati in Regione e recuperare la programmazione, restituendo centralità alla sanità pubblica, investendo su organici e facendo in modo tale che infermieri e medici siano remunerati come doveroso”. Riferendosi all’assessore alla Sanità Angelo Gratarola: “Ha detto che andando dai privati non si paga: se sei nel pacchetto delle prestazioni che sono state acquistate dalla Regione, ma se non ci sei e ti danno un appuntamento a un anno, l’unica cosa che puoi fare è andare in intramoenia o andare dal privato. Ecco: la carta di credito per i servizi sanitari si usa già adesso in Liguria o, sennò, chi non la usa rischia di non potersi curare”.
E sulla sanità gli dà manforte la segretaria nazionale, Elly Schlein, tra scenario nazionale e locale. “Se vuoi smantellare la sanità pubblica non devi fare una delibera, neanche cambiare una legge. Basta fare quello che stanno facendo: togliere l’ossigeno, tagliare i finanziamenti, senza nemmeno il coraggio di ammetterlo. Ma non è un caso, non è sciatteria. È un disegno – sostiene Schlein – la destra vuole una sanità su misura del portafoglio delle persone, una sanità in cui chi da solo ha le risorse può saltare le infinite liste d’attesa e andare dal privato, ma chi quelle risorse non le ha sta rinunciando a curarsi. È la storia di milioni di persone in questo Paese, la negazione del diritto alla salute che abbiamo in Costituzione. È proprio quello il punto che difenderemo fino in fondo”. Anche in Liguria, prosegue, “c’è chi aspetta 430 giorni per una colonscopia programmata: che prevenzione è? Stiamo uccidendo la prevenzione, questo vuol dire più sofferenza e più costi rimandati a dopo”. Schlein aggiunge, inoltre, che “bisogna fermare la precarietà nella sanità pubblica perché altrimenti i professionisti continueranno a fuggire nel privato o all’estero”. La segretaria dem ammette che “anche prima di questo governo la sanità soffriva perché dobbiamo immaginare una società diversa, la sanità del territorio: dobbiamo portare la risposta di cura più vicino a dove le persone hanno bisogno. Siamo una popolazione che invecchia e non ci stiamo facendo i conti”. Tra le proposte sul tema, elenca: “Una legge sui caregiver anche a livello nazionale. Poi, non vogliamo più sentire da destra parole di discriminazione e segregazione verso bambini che hanno disabilità. Infine, più attenzione e risorse sulla salute mentale”.