Il rialzo del prezzo del greggio (il Wti è salito del 5,4% a 33,46 dollari al barile dopo il rapporto dell’Aie sul calo della produzione di olio di scisto negli Stati Uniti) ha fatto bene alle borse asiatiche che a loro volta hanno dato impulso a quelle europee. Influsso positivo hanno avuto anche le aspettative degli operatori per un prossimo intervento della Bce a marzo.
L’Eurostoxx50 ha raggiunto i massimi dal 2 febbraio. Francoforte è salita dell’1,98%, Londra dell’1,47%, Parigi dell’1,79%.
Dopo una chiusura di settimana positiva, nonostante la debolezza di venerdì scorso, Wall Street ha ripreso la tendenza al rialzo: quando chiudevano i mercati europei, il Dow Jones saliva dell’1,2% come lo S&P500, mentre il Nasdaq recuperava l’1,4%.
Piazza Affari ha chiuso la seduta con un forte rialzo, distanziando le altre borse europee. L’indice Ftse Mib è salito del 3,52% a 17.504 punti, l’All Share del 3,36%. Un balzo sostenuto dai titoli bancari, da Telecom, dal gruppo Fiat e da Eni.
Sotto i riflettori l’intero comparto bancario, che ha guadagnato il 4,9%. Il traino è venuto in particolare dalle popolari, anche grazie alle valutazioni degli analisti di Goldman Sachs su alcune dei principali istituti: +10% Bper, +8% Ubi, +8% Banco Popolare.
Bene Telecom, in rialzo del 5,55%, grazie alla notizia che Vivendi ha ulteriormente arrotondato la quota nel capitale portandola al 22,8% e le società del gruppo Agnelli, con Fca (+4,13%), Ferrari (+4,69%), Cnh (+4,48%), Exor (+2,81%. Nell’energia Eni sale del 3,61%, Enel +2,98%, Saipem +5,84%, grazie alal notizia alla notizia che la societàparteciperà alla messa in produzione del giacimento di Zohr in Egitto.
Per quanto riguarda i cambi, euro in flessione sul dollaro a 1,1025 da 1,1111 di venerdì. Protagonista, in negativo, la sterlina, per i timori di un’uscita del Regno Unito dall’Unione Europea: il cambio sterlina/dollaro dopo aver segnato i minimi dal 2009 a 1,4057 si è attestato a 1,4141 da 1,4392 di venerdì.