Banche a picco in Borsa ieri in Italia ma anche negli altri paesi europei gli istituti di credito hanno accusato cali netti.
Tra le banche italiane ieri sono scese in misura rilevante Banco Popolare (-10%), Ubi(-9%) e Bper (-8,3%). Nette anche le perdite di Carige e Mps (giù del 7,3 e del 6,7%), Unicredit e Intesa Sanpaolo,(-5,9 e -5,2%), segni meno anche per il risparmio gestito, dove Anima ha perso il 6,2%, Fineco il 4,6%, Azimut il 3,3 e Banca Mediolanum il 2,7%. La perdita più ampia nel comparto ha riguardato però Banca Generali, giù dell’ 8%,
Se si considera il periodo che va da inizio anno a oggi le perdite in Borsa della banche italiane sono impressionanti. Mps (-55,6%) e Carige (-51,5%) sono in calo di oltre il 50%, Ubi segna un -40%, seguono Unicredit e Banco Popolare con – 37%, Popolare di Milano (Bpm) con -26,5% e Intesa Sanpaolo con -24%.
Gli analisti sospettano che sia in atto un attacco speculativo da parte di grandi fondi e operatori internazionali che scommettono al ribasso soprattutto sulle azioni delle banche italiane. In ogni caso, sul nostro sistema creditizio pesano il problema dei crediti deteriorati e la sfiducia degli operatori nella soluzione individuata dal nostro minisrro Per Carlo Padoan e dalla commissaria Ue Margrethe Vestager. Martedì Standard &Poor’s ha pubblicato un report in cui sottolinea come l’accordo raggiunto dall’Italia con l’Unione Europea, sia «una misura, sebbene positiva, non sufficiente di per sé a innescare una significativa pulizia di questi prestiti».
Ma il crollo del comparto bancario ieri ha interessato l’intero continente.
In Germania sono andate male Deutsche Bank (-6%), in Spagna Bbva ha ceduto il 2,1%, Santander il 4%, In Francia sono scese Bnp (-3,2%), Credit Agricole (-3,4%) e SocGen ( 2,99%). Giù anche Hsbc (-1,9%) e Barclays (-4,7%).
Gli istituti di credito del continente, come le Borse europee in generale, hanno risentito del clima di incertezza sulla crescita economica mondiale, in particolare preoccupano l’incognita cinese e le misure che potranno prendere le banche centrali. Di fonte a questo scenario gli investitori hanno risposto comperando bund tedeschi, il cui rendimento decennale è sceso sotto lo 0,3%.
Gli operatori ora aspettano e trimestrali degli istituti di credito e ciò che ciascuno di essi potrà chiarire a proposito dei suoi npl e relativo grado di solvibilità.