Più fermate e la combinazione della “linea dedicata” con il sistema attuale, in modo da non produrre una lievitazione dei costi tariffari ha chiesto il Parco delle Cinque Terre, ma le proposta non è stata accolta e gli aumenti tariffari previsti da Trenitalia potrebbero costare l’isolamento del territorio. È quanto denuncia, in una lettera all’assessore regionale ai Trasporti, Gianni Berrino, il presidente del Parco Nazionale delle Cinque Terre Vittorio Alessandro.
«La formula da noi avanzata consentirebbe – sostiene Alessandro – di venire incontro senza forzature alle richieste dei residenti, lavoratori e studenti, pendolanti verso e dai Comuni esterni alle Cinque Terre. Soprattutto essa eviterebbe livelli di aumento tariffario il cui annuncio ha sollevato la preoccupazione delle Comunità delle Cinque Terre e dei Comuni vicini, per il fondato timore che un così consistente costo del treno – unico, in Liguria – si risolva in un sostanziale, reciproco isolamento».
Alessandro precisa che «la quota di 10 euro sulla Carta Treno+Servizi del Parco che, secondo quanto previsto, Trenitalia ora rivendica (solo ora, e non nello schema di accordo proposto lo scorso maggio 2015), produrrebbe inoltre un aumento del costo della Carta stessa pari al 50 per cento, assolutamente impattante rispetto ad equilibri tariffari sui quali verte una dinamica del turismo assai delicata».
Il Parco propone dunque «la possibilità che non vengano introdotti aumenti tariffari per il tempo necessario a definire gli aggiustamenti dell’orario il più possibile aderenti alle richieste dell’utenza».
«Riguardo all’accordo fra Ente Parco e Trenitalia – si legge nella lettera del presidente del Parco – non si ravvisa al momento la possibilità di un suo raggiungimento. Il Parco ha richiesto alla Società la proroga al 31 marzo dell’attuale convenzione, il cui rinnovo non potrà comunque che scaturire dalle previsioni tariffarie contenute nel contratto che essa stabilirà con codesta Regione. In assenza di riscontro della controparte, l’Ente Parco sarà costretto a dismettere, dal prossimo 1° gennaio, il finanziamento di servizi essenziali quali il trasporto pubblico gommato e la gestione dei rifiuti; il sostegno all’agricoltura; interventi sul territorio e sul mare in forma diretta e/o mediata dalle Amministrazioni locali. Non potrà altresì essere rinnovato il contratto europeo per l’organizzazione di accoglienza che impegna circa cento persone, quasi tutte residenti nel territorio, dedicate – tra l’altro – al presidio delle stazioni ed alla rivendita, puntuale e ramificata, del biglietto ferroviario».