Nessun studio scientifico conferma l’equazione che una dieta vegetariana abbia effetti sulla prevenzione del cancro rispetto a una dieta “onnivora”. A confermarlo è Alessandro Casini, professore universitario dell’Università di Firenze, nel consiglio direttivo della Sinu, la Società italiana di nutrizione umana, che oggi ha presentato il convegno “Nuove prospettive in nutrizione: dalla percezione del gusto allo stato di salute”, in programma giovedì 29 ottobre al Cisef Gaslini (ore 9).
«C’è molta disinformazione – spiega Casini – perché in tanti parlano di nutrizione senza però avere il supporto di ricerche approfondite».
L’Italia è il primo Paese al mondo per obesità infantile: una media del 30% dei bambini tra gli otto e i nove anni è nella categoria sovrappeso-obeso, in alcune regioni come Campania, Molise, Puglia e Basilicata quasi uno su due, mentre la Liguria è una delle regioni più virtuose, «merito anche dei prodotti tipici – spiega Casini – a partire dal pesto per esempio, che si inseriscono alla perfezione in quella dieta che noi chiamiamo mediterranea e che la Sinu promuove come la migliore dal punto di vista nutrizionale».
Il principale nemico della salute a tavola è la fretta (i bambini che fanno colazione a casa sono sempre meno): in famiglia non si ha più tempo di cucinare e si prediligono cibi precotti e la scarsa attività fisica dovuta anche al fatto che ultimamente il bambino viene messo davanti a un tablet o a un telefonino per “farlo stare bravo”.
Giovedì l’approccio sulla nutrizione verrà affrontato sia in modo teorico sia in modo pratico: con un percorso tutto da degustare fatto dal meglio dei prodotti tipici liguri. Non è un caso che partecipino il marchio Genova Gourmet, quello degli Artigiani in Liguria e l’istituto alberghiero Marco Polo. Nel convegno ci sarà un test pratico sulle percezioni gustative dei partecipanti e sulle loro preferenze alimentari.
Oggi va di “moda” il veganesimo, una variante più estrema del vegetarianesimo, in cui non vengono assunti neanche i prodotti di origine animale come le uova o il latte: «Al di là delle convinzioni etiche di ognuno – afferma Casini – il veganesimo porta alla lunga ad avere problemi di neuropatie gravissime, anche irreversibili». La causa è la totale assenza della vitamina B12 negli alimenti consentiti dalla dieta vegana: «Infatti occorre rimediare con una pastiglia», aggiunge il professore.
Alcuni studi sulla dieta vegetariana invece sono arrivati alla conclusione che può avere anche effetti negativi sul cosiddetto “colesterolo buono”: tra i vegetariani ci sono stati diversi casi in cui a calare è stato l’hdl.
La Sinu ha promosso, insieme all’università di Firenze, un’app gratuita che si chiama Nuna (Nutritional navigator) prodotta da uno spin off accademico: il software registra gli alimenti acquistati dall’utente e calcola quanto la spesa sia sana, completa e bilanciata. Attraverso la lettura dei codici a barre e la ricerca testuale, l’app consiglia gli alimenti da acquistare. «Un celiaco avrà subito la certezza di sapere se l’alimento è senza glutine fotografando il codice a barre dell’alimento – spiega Casini – la app sa anche riconoscere gli alimenti privi di olio di palma». Presto arriveranno i profili alimentari per diabetici, ipertesi e per chi ha il colesterolo alto.
