Un rimpasto della giunta regionale entro due settimane con al massimo un giorno di posto vacante se nel frattempo gli attuali assessori Ilaria Cavo e Gianni Berrino dovessero insediarsi come parlamentari, perché «già sette assessori sono pochi, figuriamoci cinque» dice il presidente della Regione Liguria Giovanni Toti nella conferenza post voto.
«Il rimpasto è occasione di un tagliando complessivo a due anni dal mandato − dichiara Toti − per rafforzare la qualità e la coesione della nostra giunta. Approfondiremo tutto ciò con i rappresentanti dei partiti».
Toti parla di deleghe pesanti che vanno collocate nella giunta da suddividere nei nuovi ingressi e tra gli assessori già presenti e lascia intendere che potrebbe anche passare quella della Sanità a qualcuno.
«Più o meno gli equilibri politici saranno quelli, decideremo se si tratterà di persone di partito o di area civica».
L’augurio è che la Liguria sia rappresentata nel nuovo esecutivo. «Una regione strategica nel paese, per gli ingenti investimenti in corso, per il ruolo dei porti». E Toti auspica che sia proprio Edoardo Rixi, già viceministro alle Infrastrutture, ad andare a capo del dicastero.
Una conferenza, nella tradizionale sede istituzionale della sala trasparenza della Regione, in cui Toti ha parlato però anche come leader di partito. Inevitabile una riflessione sul risultato di Noi Moderati, il simbolo che racchiude anche il partito di Toti Italia al Centro e che ha racimolato meno del 3% anche in Liguria, dove invece aveva avuto successo alle regionali (come lista Toti) e alle amministrative genovesi solo qualche mese fa.
«È chiaro che Genova ha votato in modo difforme rispetto a giugno − commenta − in parte i voti sono andati al cosiddetto Terzo polo che è un elettorato contiguo al polo moderato del centrodestra». Toti spiega anche così la sconfitta di Sandro Biasotti.
A livello nazionale Noi Moderati non è arrivato all’1%: «Un risultato che non ci soddisfa, ma le somme di partiti non riescono mai a sfondare nel cuore dell’elettorato. Ho ribadito a Meloni che sosterremo il governo e resteremo uniti nel progetto di Noi Moderati. Avremo una rappresentanza che supera la decina di unità. Il centrodestra si mantiene in Liguria, ma esce dalle urne molto diverso rispetto alle tornate precedenti, tutti hanno perso voti tranne Fratelli d’Italia. Anche a livello regionale faremo ragionamenti in modo da rendere la lista stabile e non una lista personale del governatore. Stabiliremo un percorso per trovare una strada nei congressi organizzativi. Perché sinora la costruzione della classe dirigente è avvenuta più o meno per cooptazione. Il prossimo appuntamento sono le regionali del 2025, abbiamo quindi un po’ di strada davanti».
Sul ricongiungimento di tutti i moderati Toti lascia la porta aperta: «Noi lo auspichiamo, ma questo percorso non si pilota da Genova, ma da Roma».