Bper ha chiuso il primo semestre del 2022 con un utile netto di 1,4 miliardi dopo aver registrato un impatto positivo dall’iscrizione a bilancio del badwill legato all’acquisizione di Carige da 1,2 miliardi. Al netto delle poste straordinarie l’utile si è attestato a 316,6 milioni.
Nel solo secondo trimestre l’utile ordinario è stato di 203,9 milioni, a fronte dei 104 milioni previsti dal consensus degli analisti. Tornando al semestre, i proventi operativi netti sono saliti dell’11,8% a 1,8 miliardi, con margine di interesse a 785 milioni (+7,8%) e commissioni nette a 914 milioni (+24,5%). Gli oneri operativi sono saliti del 3,31% a 1,15 miliardi, per un rapporto cost/income in calo al 64,3%. L’acquisizione di Carige, sottolinea una nota della società, ha portato a benefici già visibili sui volumi e sulla qualità del credito Quanto alla solidità patrimoniale, il coefficiente Cet1 è al 13,4%.
Carige ha registrato nel primo semestre dell’anno una perdita di 221,1 milioni di euro, che include poste straordinarie negative per 212,5 milioni netti, riferibili principalmente da accantonamenti e svalutazioni, senza questa operazione straordinaria sui conti, i primi sei mesi dell’anno si sarebbero chiusi in sostanziale pareggio (rosso di 9 milioni)
L’amministratore delegato Piero Luigi Montani commenta: «Il semestre appena concluso registra un altro passo importante della nostra strategia di crescita, grazie all’ingresso di Banca Carige nel Gruppo Bper avvenuto lo scorso giugno. L’operazione rafforza ulteriormente il nostro posizionamento competitivo su scala nazionale in territori presidiati limitatamente e contribuirà ad aumentare la redditiva prospettica, con benefici inoltre già visibili sul fronte della qualità del credito nei risultati al 30 giugno 2022. Questi ultimi, ancorché impattati da rilevanti poste straordinarie connesse principalmente all’acquisizione di Banca Carige contabilizzate nel 2° trimestre dell’anno, sono molto soddisfacenti e riflettono una redditività ordinaria in crescita supportata da un aumento sia del margine di interesse che delle commissioni nette, unitamente a costi operativi sotto controllo. I volumi di impiego e raccolta risultano in significativo rialzo sia per effetto dell’allargamento del perimetro di Gruppo che grazie allo sviluppo dell’attività commerciale. Migliora anche la qualità del credito che presenta tassi di default ancora molto contenuti e un npe ratio lordo in calo al 4,3% dal 4,9% del trimestre precedente, che diminuirà ulteriormente a fronte della cessione di portafogli di crediti deteriorati e della piattaforma di NPL. La posizione di capitale si mantiene elevata con un CET1 ratio fully phased proforma a circa 13,4%, che ci consente di affrontare con fiducia il difficile contesto esterno. La seconda parte dell’anno ci vedrà impegnati nel portare a termine l’integrazione di Banca Carige e nell’implementazione dei numerosi progetti previsti nel Piano 2022-2025 avviati di recente, che porteranno significativi benefici in termini di razionalizzazione della struttura operativa e incremento della redditività già a partire dal 2023».