«La crescita della redditività complessiva sarà supportata dalle importanti sinergie derivanti dall’integrazione di Banca Carige, che abbiamo quantificato in oltre 150 milioni lordi a regime, a conferma dei solidi presupposti industriali alla base dell’operazione». Lo dichiara in una nota l’amministratore delegato di Bper Banca, Piero Luigi Montani, commentando il Piano industriale del gruppo, orientato verso un modello di business più focalizzato sulle attività core, con la cessione delle attività non core. Il Piano è stato approvato ieri dal cda.
Banca Cesare Ponti diventerà veicolo specializzato e polo di eccellenza a presidio diretto della clientela private, nonché centro di gestione investimenti e advisory con il compito di coordinare le diverse fabbriche prodotto focalizzate sul business del wealt management.
Nel corso della conference call Montani ha aggiunto: «per quanto riguarda Cesare Ponti vogliamo non dico rilanciarla perché non c’è bisogno di rilancio ma renderla sempre più forte e competitiva».
Nel corso della conference l’ad di Bper ha annunciato che, dopo la cessione dei 40 sportelli a Banco Desio per prevenire problemi con l’antitrust, si procederà a chiudere 17 sportelli Carige. Il gruppo si aspetta dalla banca appena acquisita un apporto di flussi finanziari da parte di clienti che avevano mantenuto il conto in Carige anche negli anni più difficili ma, per ridurre il rischio e anche a causa della pressione della concorrenza, avevano trasferito una parte delle loro masse finanziarie in altri istituti. Ora, con la sicurezza che offre l’ingresso in Bper e l’offerta di nuovi prodotti finanziari, si prevede il ritorno dei flussi finanziari emigrati.
È in fase di valutazione la cessazione dell’accordo distributivo con Creditis. Rispondendo alle domande degli analisti Montani ha annunciato che a breve termine il gruppo non è interessato ad altre operazioni di m&a. «Nel giro di pochi mesi – ha spiegato – abbiamo raddoppiato il numero degli sportelli e degli acquirenti. Ora pensiamo all’integrazione delle nuove realtà»
«Il Piano Industriale 2022-2025 del Gruppo approvato dal cda – spiega l’ad – delinea una nuova fase di sviluppo del Gruppo Bper Banca con obiettivi ambiziosi ma che sappiamo essere alla nostra portata, facendo leva sui ragguardevoli risultati raggiunti oggi in termini di miglioramento del posizionamento competitivo, redditività e qualità del credito. L’utile netto atteso al 2025 pari a circa 800 milioni di euro, sarà raggiunto grazie al potenziamento delle nostre fabbriche prodotto nei business strategici del gruppo, rafforzando il nostro modello di banca multi-specialista, con l’obiettivo di accrescere ulteriormente la componente commissionale all’interno dei ricavi. Saranno cedute le attività non-core, tra cui la piattaforma di gestione degli npl che ci consentirà di fare ulteriori significativi progressi nell’attività di derisking, raggiungendo un npe ratio lordo stabilmente sotto il 4% per tutto il periodo di Piano. Sul fronte dei costi saranno implementate azioni che ci consentiranno di migliorare strutturalmente l’efficienza operativa e di far fronte ai significativi investimenti previsti in tecnologia, indispensabili per rispondere alle crescenti esigenze della clientela e all’accelerazione digitale che sta attraversando il sistema finanziario».
Le sinergie derivanti dall’integrazione di Banca Carige, che Bper quantifica in oltre 150 milioni lordi a regime, confermano «i solidi presupposti industriali alla base dell’operazione».
Montani annuncia inoltre che «L’aumento degli utili sarà accompagnato da un incremento della remunerazione agli azionisti, con un payout ratio al 50% nel 2025 e un monte dividendi pari a circa 1 miliardo di euro che verranno distribuiti nell’arco di Piano, mantenendo al contempo una solida posizione patrimoniale» e sottolinea che «Il raggiungimento dei target sarà reso possibile anche dalle importanti leve di sviluppo previste per i dipendenti del gruppo, che colgo l’occasione per ringraziare ancora una volta per i risultati ottenuti, l’impegno e lo sforzo profuso quotidianamente in una fase di forte trasformazione e crescita della nostra banca».
Con riferimento alle tematiche di sostenibilità, «già ampiamente integrate nel nostro modello di business, abbiamo identificato azioni concrete da traguardare su tutte le linee di intervento in modo trasversale, con target precisi in termini di riduzione degli impatti ambientali, supporto ai clienti nella transizione ecologica, ed infine attenzione all’inclusione, alla gestione delle diversità e alle frange più deboli della società, con l’obiettivo di creare valore condiviso. Il nuovo Piano, dunque – conclude l’ad – ci consentirà di evolvere verso un modello di business più focalizzato sulle attività core, valorizzando al meglio le nostre fabbriche prodotto, con una maggiore efficienza e un forte impulso alla digitalizzazione guidato da logiche di sostenibilità a beneficio di tutti gli stakeholder».