È la soluzione presentata dal gruppo di imprese Rti Itinera, Alstom Ferroviaria e Meridiam Investments quella individuata dal Comune di Genova per la realizzazione del nuovo skytram della val Bisagno: la giunta comunale ha riconosciuto l’interesse pubblico del project financing per la progettazione, costruzione, gestione e manutenzione di una nuova linea metropolitana sopraelevata che collegherà Brignole e Molassana. Un progetto da poco più di 576 milioni di euro, che dovrebbe concludersi in circa 4-5 anni tra progettazione e lavori. Costi e tempi aumentati rispetto a quanto delineato un anno e mezzo fa (ne avevamo parlato qui).
«La proposta costa di più – spiega Enrico Musso, capo dell’ufficio Smart Mobility del Comune di Genova – ma è anche vero che si tratta di un’infrastruttura altamente tecnologica, dotata di grande efficienza gestionale, trattandosi di un sistema a guida autonoma, e soprattutto quella che avrà il minor impatto sul traffico cittadino».
La questione finanziaria in ogni caso non preoccupa Palazzo Tursi, che già il 15 gennaio sarà impegnato in una call con il ministero dei Trasporti per chiedere il finanziamento dell’opera (oltre a quello per la monorotaia di Erzelli): «Ci aspettiamo delle risorse per lo skytram, noi chiederemo l’intera cifra – spiega il sindaco Marco Bucci – Poi vedremo quello che il Mit vorrà destinare per questa infrastruttura. In ogni caso, teniamo aperte tutte le porte e tutte le fonti possibili di finanziamento, anche fondi europei e Recovery Fund. Se, nella migliore delle ipotesi, dovesse arrivare subito il finanziamento integrale, proseguiremo con il project financing e utilizzeremo le risorse eccedenti per realizzare il prolungamento dello skytram fino a Prato. Altrimenti, chiederemo nella successiva call con il Mit, tra sei mesi o un anno, le risorse anche per questo tratto aggiuntivo».
Per il momento il progetto prevede otto stazioni intermedie lungo la val Bisagno, con il capolinea Nord a Molassana. Ma oltre a un eventuale prolungamento verso Prato, «non escludiamo una prosecuzione della linea verso sud, per arrivare alla fiera e raggiungere quello che sarà il nuovo Waterfront», osserva Musso.
Riguardo ai tempi, il Comune parla di “57 mesi”, ma non c’è una data certa: «Dopo la call del Mit sarà predisposta una gara pubblica a cui potranno partecipare anche altri soggetti oltre a quelli promotori», precisa Matteo Campora, assessore comunale alla Mobilità. «Di sicuro – spiega il sindaco – applicheremo le stesse tecniche con cui abbiamo realizzato il ponte Genova San Giorgio: non si può mercanteggiare su queste cose, bisogna agire più velocemente possibile perché i genovesi hanno bisogno di questa infrastruttura. Ogni giorno che Genova trascorreva senza il nuovo ponte costava alla città sei milioni di euro. E costa anche stare in coda in val Bisagno». Il nuovo mezzo consentirebbe invece di percorrere la tratta in appena 11 minuti: «Tempi che non solo soddisfano l’utenza, ma che consentono anche di potenziare la vallata, rendendola più attrattiva dal punto di vista dei futuri insediamenti economici e residenziali», sottolinea Musso.
Dal punto di vista gestionale, lo skytram sarà affidato a una società mista, partecipata, presumibilmente al 50%, anche da Amt: «Serve un know how specifico per le attività di gestione e manutenzione e per l’utilizzo di tecnologie che noi non conosciamo – spiega Marco Beltrami, amministratore unico di Amt – Poi è chiaro che lo skytram si integrerà con la rete Amt, perciò con lo stesso biglietto si potrà viaggiare anche su questo nuovo mezzo».
Il progetto
Il nuovo skytram della val Bisagno si snoderebbe lungo un tracciato di circa 6,5 km. Otto le fermate intermedie: Brignole, Marassi (di fronte allo stadio Luigi Ferraris), Parenzo, Staglieno, Adriatico, Bligny, San Gottardo, Molassana. L’infrastruttura dovrebbe essere realizzata con il minimo impatto sulla viabilità e sul contesto urbano: l’obiettivo è il mantenimento di tutti i collegamenti stradali esistenti durante i lavori.
Sostanzialmente inalterato anche il numero dei posti auto lungo gli argini del torrente Bisagno. Potrebbero essere anzi realizzati degli appositi parcheggi di interscambio nei pressi di alcune stazioni, per favorire l’utilizzo del nuovo mezzo e raggiungere velocemente il centro città.
La larghezza dell’infrastruttura sarà di 11 metri, con ricarica a terra (la cosiddetta terza rotaia). Il viadotto a “U”, i cui piloni non poggeranno nell’alveo del Bisagno, ma saranno posizionati adiacenti alla sponda del torrente, è stato progettato per contenere il rumore e le vibrazioni.
La nuova linea è prevista a doppio binario per l’intero sviluppo, con scambiatori in prossimità delle stazioni di Brignole e Molassana, per permettere l’inversione di marcia dei convogli, e in prossimità delle stazioni di Staglieno e San Gottardo, per garantire maggior flessibilità al sistema in caso di guasti.
Previste due vetture per ogni treno, ognuno con una capienza di 280 posti. Il sistema garantirebbe una capacità di linea pari a 5 mila passeggeri all’ora, ma è predisposto per l’ampliamento a 6 mila. Il tempo di percorrenza della tratta è di circa 10-11 minuti, la frequenza prevista è di tre minuti, velocità commerciale pari a circa 37 km/h.
La proposta presentata da Rti Itinera, Alstom, Meridiam prevede la gestione della nuova linea, per una durata di 30 anni, e la fornitura di dieci mezzi.
«Con questo progetto – sottolinea Bucci – si completa la nostra visione di trasporto pubblico a Genova: con la monorotaia di Erzelli, i bus elettrici e i treni a lenta percorrenza, la città sarà a livello delle migliori metropoli europee».
Anche per lo skytram c’è già chi si schiera a favore, chi insiste per la sua prosecuzione fino a Prato, chi invece si dichiara contrario alla realizzazione: «Il confronto con i comitati dei cittadini è per noi di grande aiuto: riteniamo che la partecipazione dei genovesi sia sempre indispensabile per raggiungere la migliore soluzione», precisa Bucci.