Un’ordinanza sindacale per i familiari del paziente ricoverato al S. Andrea della Spezia e risultato positivo al coronavirus affinché rimangano in isolamento obbligatorio nelle loro abitazioni, dopo la quarantena a cui si sono volontariamente sottoposti una decina di suoi colleghi.
La misura si è resa necessaria dopo la notifica emessa e il ricovero del paziente della provincia spezzina nel reparto di malattie infettive, per il secondo caso di cononavirus registrato in Liguria. L’ordinanza del sindaco del Comune di Pignone Ivano Barcellone è stata preventivamente condivisa dall’assessore regionale alla Protezione civile Giacomo Giampedrone e da Alisa che stanno accompagnando tutta la struttura comunale nella gestione dell’emergenza.
Come ha spiegato ieri in serata il presidente della Regione Liguria Giovanni Toti, «Anche per questa persona stiamo ricostruendo, come per Alassio, la catena epidemiologica. Si sa già che è passato per la zona rossa di Codogno per sue attività hobbistiche e poi è ritornato a casa. Anche in presenza di questo secondo caso non cambia l’ordinanza emanata che resta in vigore fino a domenica, se la prorogheremo verrà deciso non prima della riunione con il governo di lunedì mattina».
«La situazione è seria – ha sottolineato Toti – ma non bisogna drammatizzare, in serata ho dato l’intesa al decreto emanato dal presidente del Consiglio dei Ministri che prevede linee guida per le regioni con focolai e in questo modo si proseguirà, almeno fino a domenica, a meno che oggi, in accordo con il governo, non vengano assunte misure più restrittive per determinate zone».
Al momento sono 347 i pazienti in sorveglianza attiva in Liguria: 25 in Asl 1, 165 in Asl 2, 40 in Asl 3, 33 in Asl 4, 84 in Asl 5. In questo momento sono in corso altri 5 tamponi di verifica che risultano tutti negativi. Nella zona di Alassio sono ancora in corso tre tamponi provenienti dalla stessa struttura alberghiera della paziente ricoverata al San Martino.
Sono 146 le persone già prese in carico dalla Protezione civile regionale all’interno dell’hotel di Alassio, dove resteranno nei prossimi giorni, a cui si stanno fornendo pasti. La protezione civile regionale è impegnata a dare risposte a tutte le persone in quarantena. Anche i medici che sono entrati in contatto con la paziente ricoverata al San Martino sono stati rintracciati e ora sono sotto sorveglianza.
L’assessore Giampedrone, che sta affiancando i titolari dell’albergo di Alassio dove ha soggiornata la paziente del San Martino, ha ribadito che «violare l’ordinanza è un reato, ma non esiste un piantonamento h24».
Per quello che riguarda le ambulanze attrezzate, sono sei, una per ogni punto 118 e vengono sottoposte a decontaminazione dopo ogni viaggio.
L’assessore Viale ha ricordato la prosecuzione dei tavoli tecnici che si sono riuniti «per condividere le azioni e la diffusione di informazioni a tutti gli operatori sanitari e per far conoscere al meglio le modalità di accesso al sistema. Stiamo puntando ai 25.000 operatori sanitari del nostro servizio sanitario, ma anche agli operatori della sanità privata per evitare difformità sul territorio regionale. Abbiamo inoltre ribadito a tutti di non recarsi presso gli studi medici ma di telefonare. Inoltre abbiamo aumentato alcune unità lavorative in Asl 1 e Asl 2 e chiesto ai pediatri e ai medici di medicina generale di essere reperibili dal lunedì al venerdì. Tenendo conto che nel fine settimana è previsto il servizio di continuità assistenziale della Guardia medica».
L’infettivologo Matteo Bassetti ha confermato le buone condizioni della paziente del San Martino e ha ribadito che «si tratta di un’infezione che decorre in maniera lieve e solo in piccola percentuale in modo grave. Anche questo caso confermerebbe che le condizioni sono discrete e che, se non fosse stato per il momento epidemiologico in corso, la signora sarebbe stata gestita a casa dal suo medico di base. Nell’80% dei casi è una patologia che si autoelimina e che può essere più impegnativa nel 10-15% dei casi e solo nel 5% può avere un andamento critico. Siamo comunque pronti con farmaci sperimentali per usarli nel caso le condizioni dei pazienti si facessero critiche». L’infettivologo Giancarlo Icardi ha voluto ricordare che entrambi i due casi liguri sono di importazione e sono correlati alla zona rossa della lombardia. «Non siamo di fronte a un supervirus – ha detto Icardi – ma a un virus nuovo su cui abbiamo innalzato la soglia di attenzione. Si sta facendo il massimo per bloccare la catena epidemica».
Sono state sistemate tre tende per il triage di pazienti che manifestano sintomi respiratori e alterazioni febbrili e che si recano, in autopresentazione, al pronto soccorso: nei pressi del pronto soccorso del San Martino, dell’ospedale Galliera e dell’Istituto Gaslini.