Cds – La tua casa della salute, network di 40 poliambulatori specialistici distribuiti tra Liguria, Piemonte e Sardegna, ha modificato il proprio statuto adottando lo status giuridico di Società Benefit.
Dopo aver ottenuto la Certificazione B Corp, conseguita a fronte di un percorso di oltre 18 mesi di analisi del modello aziendale, Cds compie un ulteriore passo nella strategia ESG. «Diventare Società Benefit è una scelta volontaria e coerente con il nostro dna – afferma Marco Fertonani, ceo & founder di Cds -. Fin dalla sua nascita Cds ha voluto favorire l’accesso alla prevenzione grazie a prezzi spesso vicini al ticket pubblico e a tempi rapidi di prenotazione. Continuiamo quindi nel solco già tracciato, dando nuovo impulso al nostro percorso con la modifica dell’oggetto e dello scopo sociale che ora, accanto agli obiettivi di profitto, individua finalità di beneficio comune operando in modo responsabile, sostenibile e trasparente nei confronti di persone, comunità, territori e ambiente, enti, associazioni e altri portatori di interesse».
Cds, dal 2020 healthcare company di Italmobiliare, una delle principali holding di investimento italiane, quotata alla Borsa Italiana e controllata dalla famiglia Pesenti, ha scelto questo percorso “in coerenza al proprio modello, che promuove sanità per tutti”, scrive la società . “Questo concetto sintetizza la mission aziendale, ovvero contribuire alla tutela del diritto alla salute e garantire a tutti i cittadini un servizio sanitario di qualità, altamente digitalizzato, capillare sul territorio e accessibile sia in termini di prezzo sia di tempi di attesa. Oltre a ciò, i “benefici comuni” individuati da Cds con il nuovo status giuridico di Società Benefit sono tre. Il primo, contribuire al miglioramento della salute pubblica e della qualità della vita, investendo in soluzioni, servizi e tecnologie sanitarie innovative, accessibili e sostenibili, che favoriscano la prevenzione, la diagnosi precoce e la cura efficace, nel rispetto dell’ambiente e della comunità e con attenzione anche alle persone più vulnerabili. Il secondo, promuovere la conoscenza, la formazione e la consapevolezza sugli impatti sociali, ambientali ed etici delle attività sanitarie lungo tutta la filiera, adottando pratiche trasparenti e responsabili per garantire la sicurezza, la qualità e la sostenibilità dei servizi erogati, anche attraverso la collaborazione con istituzioni, enti di ricerca e stakeholder. L’ultimo, mira a diffondere e sostenere le buone pratiche in ambito sanitario e di sostenibilità, partecipando attivamente a reti, associazioni e programmi di sensibilizzazione nazionali e internazionali, favorendo l’adozione di modelli organizzativi e gestionali orientati all’inclusione, all’innovazione e al benessere collettivo”.



























