L’incontro di oggi pomeriggio sull’ex Ilva in prefettura a Genova tra il prefetto Cinzia Torraco, le istituzioni cittadine e i sindacati, è terminato con l’ufficializzazione della convocazione del 28 novembre al Mimit.
«È molto importante che in questo momento si faccia quadrato intorno ai lavoratori dell’ex Ilva che hanno la paura legittima che lo stabilimento di Genova Cornigliano vada verso una chiusura. Sarebbe un dramma sociale per questa città, che non voglio neanche immaginare −ha detto la sindaca di Genova, Silvia Salis − ringrazio i lavoratori per la disponibilità e tutta la città di Genova che in questi due giorni ha subito disagi ma ha capito l’importanza della battaglia chiediamo al ministro Urso che, come è venuto qui a Genova a chiedere una risposta netta sulla posizione dell’Amministrazione comunale circa il futuro industriale dello stabilimento, così ora ci dica qual è il tipo di investimento che il governo ha in programma per il polo di Cornigliano».
Salis ribadisce che «ci aspettiamo delle risposte che non devono prevedere il progressivo smantellamento della produzione a Genova, perché qui si produce banda stagnata, della latta c’è bisogno: è un’eccellenza nazionale e su questo non bisogna disinvestire ma aumentare la produzione».
«È andata bene, ci abbiamo lavorato parecchio in questi due giorni con molti contatti. Alla fine abbiamo trovato una soluzione che ha soddisfatto tutti. Aspettiamo l’incontro di venerdì prossimo. Vogliamo mettere sul tavolo soluzioni importanti per Cornigliano che prevedono tutte le possibilità per continuare a lavorare − ha dichiarato il presidente della Regione Liguria Marco Bucci − la fabbrica è fondamentale per il nostro tessuto economico, vogliamo che cresca. Nell’attesa che la gara finisca con un compratore ben definito è essenziale che ci siano le condizioni per sostenere il mercato e il lavoro».
I lavoratori hanno così deciso di smobilitare il presidio e il blocco del traffico a Cornigliano.
In serata è anche arrivato il via libera del consiglio dei ministri al decreto-legge che introduce misure urgenti per assicurare la prosecuzione delle attività produttive degli stabilimenti ex Ilva, tutelare i lavoratori e riconoscere indennizzi al territorio.
Tra le novità, il decreto autorizza Acciaierie d’Italia spa in amministrazione straordinaria a utilizzare i 108 milioni residui del finanziamento ponte – risorse indispensabili per garantire la continuità degli impianti – fino a febbraio 2026, data in cui è attesa la conclusione della procedura di gara per l’individuazione dell’aggiudicatario.
Lo riportaì una nota del ministero delle Imprese e del Made in Italy
I restanti 92 milioni del finanziamento sono già stati destinati agli interventi essenziali sugli altoforni, alle manutenzioni ordinarie e straordinarie, agli investimenti ambientali connessi alla nuova Aia e al Piano di Ripartenza. Sul fronte dei lavoratori, il decreto stanzia ulteriori 20 milioni per il biennio 2025-2026, consentendo allo Stato di farsi carico dell’integrazione fino al 75% del trattamento di Cigs, finora sostenuta direttamente da Adi. Il provvedimento interviene inoltre sul Fondo per gli indennizzi ai proprietari di immobili del quartiere Tamburi, permettendo che le somme residue del 2025 possano essere utilizzate per integrare gli indennizzi parziali riferiti alle domande presentate l’anno precedente. Infine, viene riconosciuto ad Adi un indennizzo relativo ai contributi per le imprese a forte consumo di energia (energivore), in particolare per gli sconti sulle forniture energetiche e per le quote Ets.


























