“È con grande rammarico che oggi noi componenti dell’opposizione – opposizione e non minoranza perché questo è stato il risultato elettorale – del Consiglio Metropolitano abbiamo deciso di abbandonare l’aula al momento della discussione sulla Presa d’atto della Proposta della società Amt per la revisione della politica tariffaria”. I consiglieri metropolitani di Genova Carlo Gandolfo, Fabrizio Podestà, Giuseppe Pastine, Andrea Rossi, Laura Repetto, Vincenzo Falcone, Elisabetta Ricci, Albino Armanino e Flavia Pastorino attraverso una nota spiegano la loro decisione di abbandonare l’aula durante la seduta del primo Consiglio Metropolitano di Genova, facendo venire meno il numero legale durante la richiesta di presa d’atto delle nuove tariffe Amt.
“Malgrado il risultato elettorale di sostanziale equilibrio tra il centro destra e la sinistra – scrivono – il Sindaco Metropolitano ha deciso di non aprire un confronto sui problemi amministrativi e sui programmi nell’interesse di tutte le comunità dell’area vasta, ma di procedere come se nulla fosse a colpi di schieramento politico. Inoltre ha deciso di convocare il primo Consiglio Metropolitano – che normalmente è a carattere istituzionale e provvede a verificare la regolarità dei titoli degli eletti, a presentare le linee di mandato, a nominare i Consiglieri delegati e a formare le Commissioni necessarie allo svolgimento dei lavori dell’Ente – farcendolo di numerose delibere, alcune di grande rilevanza, senza i preliminari e opportuni passaggi nelle competenti Commissioni. Di fatto questo comportamento si traduce in una carenza di rispetto istituzionale del Sindaco e della sinistra nei confronti dell’Ente Pubblico che sono chiamati ad amministrare”, scrivono i consiglieri di opposizione.
“La richiesta di Presa d’atto della decisione di Amt – di cui la Città Metropolitana, sottolineiamo, è azionista – giunge all’attenzione del Consiglio Metropolitano a cose già fatte, rendendola una sorta di sanatoria, un pronunciamento fatto “ora per allora”, a decisioni prese fuori dalla sede competente e già comunicate sui diversi media nei giorni scorsi. Tutto ciò è aggravato dal fatto che non sono stati minimamente coinvolti i territori, che già da diversi giorni stanno vivendo situazioni di grande difficoltà per la mancata o parziale erogazione del servizio di trasporto pubblico”.
“Parlando qualche giorno fa ad un convegno organizzato proprio in Città Metropolitana, il Sindaco ha detto che l’amministrazione di questo Ente è un esercizio di “democrazia allargata”. Alla prova dei fatti la realtà è purtroppo l’esatto contrario. Tutto questo ci ha costretto – lo ripetiamo, con rammarico – a reagire con la necessaria fermezza per porre da subito un argine a un comportamento che se tollerato potrebbe portare a una pericolosa deriva istituzionale”, concludono i consiglieri.




























