La Liguria rallenta nel consumo di suolo: dal 2023 al 2024 l’aumento delle nuove superfici artificiali è stato di soli 28 ettari pari a un incremento percentuale dello 0,07%, il migliore dato nazionale. Inoltre dal 2023 al 2024 in Liguria sono stati ripristinati 5 ettari di suolo, principalmente aree di cantiere che sono state recuperate.
Complessivamente il suolo consumato in Liguria al 2024 è pari a 39.524 ettari, pari al 7,30% dell’intero territorio. La percentuale resta, quindi, sopra al dato medio nazionale che è pari al 7,17%.
È quanto emerge dal Rapporto 2025 “Consumo di suolo, dinamiche territoriali e servizi ecosistemici”, a cura del Sistema Nazionale per la Protezione dell’Ambiente (Snpa) che fotografa con precisione l’evoluzione di un fenomeno capace di incidere sulla qualità della vita, sull’ambiente e sugli ecosistemi.
Nel 2024 in Italia sono stati coperti da nuove superfici artificiali quasi 84 Km2, con un incremento del 16% rispetto all’anno precedente. Con oltre 78 km2 di consumo di suolo netto si tratta del valore più alto dell’ultimo decennio. A fronte di poco più di 5 km2 restituiti alla natura, il quadro resta sbilanciato: ogni ora si perde una porzione di suolo pari a circa 10mila metri quadrati, come se dal mosaico del territorio venisse staccato un tassello dopo l’altro.
Il ripristino del suolo in Italia
Con la parola ripristino si intendono quelle aree in cui il suolo da una condizione artificializzata torna ad una naturalizzata, spesso dovuta alla rimozione delle aree di cantiere. Tale processo, lento a prendere piede nel nostro paese, nel 2024 interessa una superficie complessiva di 5,2 chilometri quadrati, in calo rispetto agli 8,2 chilometri quadrati del 2023.
Un caso particolare è quello dell’Emilia-Romagna, che ripristina durante lo scorso anno 143 ettari di suolo, grazie soprattutto alla rinaturalizzazione di cave dismesse e alla chiusura di cantieri legati alla realizzazione di metanodotti e di altre opere.
Il consumo di suolo regionale
Al 2024 in 15 regioni risulta ormai consumato più del 5% di territorio, con massimi in Lombardia (12,22%), Veneto (11,86%) e Campania (10,61%). Anche la Liguria con il 7,30% supera questo limite. Il maggiore consumo di suolo annuale si osserva in Emilia-Romagna, che, con poco più di 1.000 ettari consumati (86% di tipo reversibile), è la regione con i valori più alti sia per le perdite sia per gli interventi di recupero, in Lombardia (834 ettari), Puglia (818 ettari), Sicilia (799 ettari) e Lazio (785 ettari). La crescita percentuale maggiore dell’ultimo anno è avvenuta in Sardegna (+0,83%), Abruzzo (+0,59%), Lazio (+0,56%) e Puglia (+0,52%), mentre l’Emilia-Romagna si ferma al +0,50%.
Anche La Valle d’Aosta, che resta la regione con il consumo inferiore, aggiunge comunque più di 10 ettari di nuovo consumo. La Liguria (28 ettari) e il Molise (49 ettari) sono le uniche regioni, insieme alla Valle d’Aosta, con un consumo al di sotto di 50 ettari.
Aree a rischio dissesto, coste e aree protette
Confermata, anche per l’anno preso in considerazione, la tendenza al rialzo della superficie di suolo consumato nelle aree a rischio dissesto dove il fenomeno, dopo il rallentamento registrato nel 2023, torna a correre: +1.303 ettari nelle zone a pericolosità idraulica media e +600 ettari nelle zone a pericolosità da frana.
Prosegue l’impermeabilizzazione lungo le fasce costiere, dove la percentuale di suolo consumato nei primi 300 metri dal mare è più del triplo del resto del territorio nazionale (22,9%), nelle pianure (11,4%), nei fondi valle e nelle aree a vocazione agricola vicino a quelle urbane.
Diminuisce ancora la disponibilità di verde in città: il 2024 registra una perdita ulteriore di oltre 3.750 ettari di aree naturali.
In crescita il consumo di suolo nelle aree protette nelle quali si ricoprono altri 81 ettari dei quali oltre il 73% riguarda i Parchi naturali nazionali (28,7 ettari) e regionali (30,8 ettari). Nelle aree Natura 2000, infine, le nuove superfici artificiali ammontano a 192,6 ettari (+14% rispetto allo scorso anno).
Tutti i dati del consumo di suolo regionale, provinciale e comunale sono disponibili a questo link.
Ad accompagnare il Rapporto c’è, come ogni anno, l’EcoAtlante di Ispra: mappe interattive e scaricabili che consentono di osservare le trasformazioni del territorio e personalizzare le informazioni in base alle esigenze.


























