Tunnel subportuale di Genova, aumentano i costi dell’opera e Aspi intende compensarli con la riduzione dell’impegno concordato con la Liguria.
La notizia è stata data dalla sindaca Silvia Salis rispondendo a un’interrogazione della consigliera Vittoria Canessa Cerchi (Pd) in consiglio comunale.
«Non ci sono grossi ritardi, forse nella gara per gli scavi, ma siamo venuti a sapere in una interlocuzione formale con l’ad di Autostrade per l’Italia Arrigo Giana che i costi dell’opera sono aumentati dai 700 milioni iniziali a 1,1 miliardi e che Aspi intende compensare questi costi con la riduzione, si legge nella lettera di Aspi “anche temporanea di una o più voci a carico del concessionario nell’ambito di quanto previsto dall’accordo negoziale”».
Salis dice di aver risposto con fermezza: «Non solo i genovesi dal 2021 sono tornati a pagare il pedaggio autostradale, che cubava tra 13 e 15 milioni l’anno, ma ora vediamo il rischio di ridurre tutte le opere e gli interventi di risarcimento che Autostrade si era impegnata a fare dopo il crollo del Ponte Morandi. Non intendiamo in alcun modo rinunciare al risarcimento dovuto a questa città per quello che è successo e per i disagi che ha subito, l’accordo prevede espressamente che se i costi per il tunnel subportuale e per quello della Val Fontanabuona eccedessero i 930 milioni previsti, questi costi andrebbero ridistribuiti sui pedaggi della rete nazionale, per cui non c’è nessun motivo di riversare i costi del tunnel su opere molto attese da Genova». Salis annuncia di aver chiesto l’apertura urgente di un tavolo tecnico con tutti i soggetti coinvolti.
Domani la sindaca incontrerà a Roma il ministro dei Trasporti e delle infrastrutture Matteo Salvini e parlerà anche di questo. Sul tavolo anche l’affare Skymetro e il Mit, in una nota, ha già fatto sapere che i fondi saranno probabilmente revocati: “Dopo più di tre anni di lavoro e 398 milioni messi a disposizione, il Comune di Genova ha espresso la volontà di non realizzare Skymetro. Fermo restando che il Comune ha tempo fino al 31 dicembre 2025 per sottoscrivere il contratto di appalto, il Mit prende atto della posizione, nel pieno rispetto dell’autonomia della città: se la scelta dell’amministrazione comunale sarà confermata, i fondi saranno revocati anche per soddisfare altre richieste in attesa. Basti pensare, per esempio, ai 96 progetti di trasporto rapido di massa in tutta Italia in attesa di finanziamenti per circa 19 miliardi”.
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