Sull’ex Ilva di Genova “La prima cittadina si impegni in aula a dare una risposta sulla prospettiva del forno elettrico, sì o no, nei tempi chiesti dal Mimit, ovvero i primi giorni di agosto”. Secondo quanto riporta l’agenzia Dire, è quanto chiede l’istanza della numero uno di Fdi, Alessandra Bianchi, condivisa da tutto il centrodestra.
Bianchi chiede con urgenza che la sindaca risponda agli interrogativi dei lavoratori dell’ex Ilva di Genova dia, allo stesso tempo, garanzie sui tempi necessari per consentire l’aggiornamento della gara: “Un aggiornamento che possa prevedere una prospettiva per lo stabilimento di Genova indipendentemente dalle sorti di Taranto”.
Bianchi, Ilaria Cavo, capogruppo Noi Moderati Orgoglio Genova, Paola Bordilli, capogruppo Lega e Alessio Bevilacqua (Lega), Mario Mascia, capogruppo Fi, Pietro Piciocchi, capogruppo Vince Genova, Sergio Gambino, capogruppo del misto, dichiarano: “Siamo consiglieri di Genova e, pur comprendendo, la complessità e l’importanza dello stabilimento di Taranto abbiamo il dovere di capire quale sarà il percorso della nostra città. Oggi però ci siamo trovati di fronte all’ennesimo rinvio da parte della maggioranza. Trattare il tema ex Ilva la prossima settimana, non assumersi un impegno neppure sulle tempistiche della risposta, significa arrivare fuori tempo massimo e non avere il coraggio di prendersi responsabilità chiare”.
Secondo i capigruppo dell’opposizione “Le argomentazioni usate dai capigruppo di maggioranza si avvitano su se stesse: non vogliono trattare oggi il tema ex Ilva perché non si conoscono i dettagli del piano industriale ma il piano industriale non si conoscerà mai finché non sarà aggiornata e chiusa la gara. Solo allora, quando la gara avrà un aggiudicatario, si potranno avere queste informazioni. È un cane che si morde la coda: con questa impostazione su ex Ilva non ci sarà mai una posizione chiara da parte di questa maggioranza che sa solo addossare colpe al pregresso o rinviare decisioni”.
L’opposizione conetsta che ci si possa trincerare “incredibilmente dietro le dimissioni del sindaco di Taranto. Non possiamo non trattare e rinviare il tema per quello che è accaduto a Taranto, come ci siamo sentiti dire. Anzi, proprio per questo dovremmo parlarne con urgenza per dare una prospettiva chiara allo stabilimento che garantisca sostenibilità economica ambientale e sociale”.
A Taranto lunedì sera si è dimesso Piero Bitetti, il sindaco, eletto solo a inizio giugno e sostenuto da una coalizione di centrosinistra, dopo le contestazioni in Comune da parte di un gruppo di ambientalisti contrari sia rispetto all’accordo di programma con il governo per l’Ex Ilva – da firmare il 31 luglio con il ministro Urso – sia rispetto alla decisione, risalente però ad anni prima, di realizzare una discarica nel quartiere Paolo VI. Bitetti ha presentato le sue dimissioni, con una lettera in cui ha menzionato una condizione di “inagibilità politica”.
Urso ha assicurato che si svolgerà comunque la riunione con la Regione e gli enti locali pugliesi prevista al Mimit giovedì 31, finalizzata alla definizione dell’Accordo di programma interistituzionale per la piena decarbonizzazione dello stabilimento di Taranto, e quindi anche la successiva riunione con le forze sindacali, in programma per venerdì mattina a Palazzo Chigi.