Gismondi 1754, società genovese che produce gioielli di altissima gamma quotata sull’Euronext Growth Milan, nel secondo trimestre 2025 ha registrato un calo delle vendite, in linea con il rallentamento di tutto il settore del lusso e della gioielleria, a livello globale, rispetto ai ritmi di crescita sostenuti degli ultimi anni.
Fattori macroeconomici, come l’incertezza geopolitica, l’andamento dei tassi d’interesse, la contrazione dei consumi in Europa e Nord America, e una crescente selettività nel canale retail, hanno influito negativamente sull’intero comparto.
In questo scenario, Gismondi 1754 ha chiuso il secondo trimestre 2025 con un fatturato pari a 1.617.813 euro, in calo del 40% rispetto a 2.704.860 euro del secondo trimestre 2024.
Il calo è stato determinato in larga parte dalla forte contrazione del canale wholesale durante il primo semestre, in particolare nei mercati chiave di Stati Uniti, Europa e altri paesi. Il rallentamento della domanda in questi canali ha avuto un impatto diretto e rilevante sulla performance del trimestre.
A ciò si è aggiunta la chiusura della boutique di Roma, che nel secondo trimestre 2024 aveva registrato vendite pari a 51.066 euro, mentre nel 2025 non ha generato fatturato.
Al contrario, i negozi diretti, ad eccezione del negozio di Portofino, il franchising di Praga e le vendite speciali hanno mantenuto livelli in linea con l’anno precedente, confermando la tenuta dei canali a maggiore marginalità e controllo diretto.
L’andamento negativo del secondo trimestre ha inciso anche sul fatturato semestrale 2025 pari a 5.230.002 euro, in flessione del 26% rispetto a 7.078.231 euro del primo semestre 2024.
Gismondi1754 prosegue nel monitoraggio dei mercati internazionali e ha avviato una revisione strategica della rete distributiva wholesale, rafforzando allo stesso tempo la presenza nei canali diretti e ad alto valore aggiunto, con l’obiettivo di recuperare competitività e sostenibilità nel medio termine.
Massimo Gismondi, ceo di Gismondi 1754, ha commentato: «Il contesto globale continua a essere sfidante per il settore del lusso, con un rallentamento soprattutto nei mercati occidentali. Il calo del wholesale era in parte previsto e riflette la nostra scelta strategica di consolidare la presenza diretta negli Stati Uniti, un passaggio necessario ma non immediato nei risultati. Parallelamente, continuiamo ad aprirci a nuovi mercati, in particolare in Asia, dove i segnali iniziali sono incoraggianti. Stiamo affrontando questo periodo con determinazione, consapevoli che le scelte fatte oggi ci renderanno più forti domani».