A Genova nell’ex Ilva potrebbe essere realizzato un forno elettrico che insieme ai tre previsti a Taranto consentirebbe di produrre 8 milioni di acciaio green all’anno. Lo ha detto Adolfo Urso, ministro delle Imprese e del Made in Italy, rispondendo al Question time della Camera a un’interrogazione sulla decarbonizzazione dell’ex Ilva.
Secondo quanto riporta l’agenzia Dire, Urso al Question time ha dichiarato che il piano siderurgico nazionale prevede anche una valorizzazione degli impianti del Nord, di modo che la complessiva produzione dello stabilimento ex Ilva possa raggiungere gli 8 milioni di tonnellate di acciaio green, diventando così il più grande stabilimento green d’Europa”. «Questo obiettivo – ha precisato il ministro – si può raggiungere attraverso la realizzazione di un quarto forno elettrico a Genova che si aggiungerebbe ai tre previsti a Taranto. Proprio ieri ho incontrato il presidente della Regione Liguria, Marco Bucci, e la sindaca di Genova, Silvia Salis, per discutere delle condizioni abilitanti per il rilancio del sito di Genova in riferimento anche alla disponibilità dell’energia elettrica e dei volumi di gas necessari, perché l’acciaio green si fa con il gas. Il confronto è stato assolutamente costruttivo e orientato alla piena collaborazione istituzionale, a conferma della positiva interlocuzione in corso con enti locali e territorio mai avvenuta prima. Lo abbiamo raggiunto a Terni con Regione e Comune e lo abbiamo fatto a Piombino con Regione e Comune, in piena concordia istituzionale». Inoltre, «La previsione di un forno elettrico a Genova consentirà l’autosufficienza industriale e costituirà un asset suscettibile anche di autonoma valorizzazione, nell’ambito della gara per la cessione a un player industriale del compendio aziendale ex Ilva».
L’impianto Dri (Direct reduced iron, un tipo di ferro prodotto attraverso un processo di riduzione diretta del minerale di ferro), invece, «Non potrà essere allocato a Genova posto che le altezze dell’impianto interferirebbero con il cono utile al traffico aereo. Sarà dunque localizzato nel polo Dri che sarà localizzato a Taranto se il Comune acconsentirà o in altre localita del Sud», ha spiegato il ministro.
Urso ha precisato di avere «Assicurato al governatore Bucci e alla sindaca Salis la piena disponibilità mia, personale e dei tecnici del ministero a illustrare in assemblea nel territorio il piano di rilancio e fornire ogni informazione in piena trasparenza per raggiungere il massimo consenso sociale, come ho già fatto con gli operai di Genova e di Taranto nelle loro fabbriche sin dall’inizio della legislatura nelle loro assemblee tra gli operai».
Intanto oggi si è svolto il secondo incontro del Comitato tecnico, istituito su proposta di Urso, volto a definire fabbisogno energetico e possibili modalità di approvvigionamento in relazione ai due percorsi alternativi di riconversione, prospettati nell’Accordo interistituzionale, per la piena decarbonizzazione dell’ex Ilva di Taranto. Le valutazioni del Comitato saranno formalizzate in un documento finale che sarà approvato da tutti i partecipanti entro venerdì, per consentire alla Regione e agli enti locali coinvolti di esprimersi in piena consapevolezza, in vista dell‘incontro conclusivo per la definizione dell’Accordo di Programma Interistituzionale per la piena decarbonizzazione dello stabilimento di Taranto, in programma al Mimit giovedì 31 luglio.
Soddisfatta Ilaria Cavo, deputata di Noi Moderati e vicepresidente della Commissione attività produttive della Camera, che era intervenuta sull’argomento nel Question time: «Una risposta puntuale, quella del ministro Urso, a una mia interrogazione al Question Time sul futuro degli stabilimenti ex Ilva del Nord Italia. Di rilievo soprattutto alcuni passaggi: il fatto che sia previsto un quarto forno elettrico a Genova con opportunità occupazionali importanti, l’obiettivo della sostenibilità economica, ambientale e sociale, la chiarezza sul fatto che l’impianto di Dri non potrà essere installato a Genova per incompatibilità con l’aeroporto, la collaborazione e il confronto continuativo avviato con gli enti locali e la possibilità per lo stabilimento genovese di essere un asset suscettibile di autonoma valorizzazione nell’ambito della gara per la cessione di ex Ilva che sarà aggiornata».
Il deputato ligure del Partito Democratico Luca Pastorino dice: «In risposta alla mia interrogazione di oggi al ministro Urso in aula in merito al Piano nazionale di decarbonizzazione, bene che sia stato confermato che ogni passaggio sarà concordato con il territorio: mi auguro anzi che questo atteggiamento venga mantenuto anche nei fatti. Preoccupa però che a oggi le dichiarazioni del ministro sul futuro di Acciaierie d’Italia siano esclusivamente sulla carta: c’è solo un’idea che non è supportata da finanziatori pronti a mettere le risorse, e prima di aggiornare la gara, cosi come vorrebbe fare Urso, occorrono elementi ancora sconosciuti, come i siti di approvvigionamento energetico per far funzionare i forni elettrici, tutti da individuare. Questo per rendere l’operazione sostenibile e in grado di riscuotere eventuali interessi di quegli interlocutori privati che, come detto, a oggi non ci sono ancora. Cosi come non vi è traccia di una ipotetica partecipazione dello Stato. Occorre quindi attendere l’evolversi della situazione sotto tantissimi aspetti, non da ultimi quelli dell’impatto sull’occupazione e sulla tutela dell’ambiente. Tutti elementi che appaiono ancora lontani».



























