Un position paper di Confindustria Genova per cambiare la gestione dei trasporti. Questa mattina, nella sede dell’Associazione, la presentazione del documento che sottolinea la necessità di un cambiamento delle abitudini di passeggeri/merci attraverso la riorganizzazione dei servizi di trasporto.
I cronici ritardi sono noti a tutti, con alcune grandi opere, come il raddoppio ferroviario Finale-Andora, non ancora finanziate, ma è anche necessario, secondo Confindustria, un mobility management che coinvolga istituzioni, imprese e cittadini nella gestione sostenibile e funzionale dei flussi di persone e merci. Non basta costruire nuove strade e linee ferroviarie.
Gli obiettivi del mobility management sono: incentivare la mobilità sostenibile, gestire la crescente domanda di trasporto di persone e merci, orientare gli utenti delle infrastrutture al cambiamento, decongestionare il nodo metropolitano a beneficio dell’ambiente e della qualità della vita, favorire il trasporto collettivo di persone su gomma e ferro, efficientare il ciclo logistico delle merci, rendere più accessibile il sistema produttivo.
Occorre puntare su infrastrutture moderne, digitalizzazione e una governance partecipata, secondo Confindustria.
La tecnologia è fondamentale, secondo Confindustria, per l’efficienza, per ridurre i costi di manutenzione, per fornire maggiore sicurezza e sostenibilità e in questa fase di cantieri impattanti, renderebbe meno problematico il trasporto. Confindustria chiede di aumentare l’infomobilità in modo da garantire l’eventuale rapida riorganizzazione del trasporto in caso di problemi: un’unica piattaforma digitale utente/merci che verifichi la distanza e i tempi di percorrenza in tempo reale, che effettui la scelta migliore del mezzo di trasporto a seconda del traffico e dei tempi di attesa, che verifichi la disponibilità e il costo di eventuali parcheggi di interscambio, che acquisti tutti i titoli di viaggio necessari in un’unica soluzione.
Confindustria fa notare che dai Piani di spostamento casa-lavoro delle grandi aziende è emerso che lo smart working è stato ridotto o eliminato e che dall’elaborazione dei dati dei singoli Piani è emerso che la mobilità dei dipendenti è legata all’uso del mezzo privato, in assenza di un servizio di tpl capillare, efficiente e sostenibile. L’81% degli oltre diecimila dipendenti coinvolti usa il mezzo provato per recarsi al lavoro: scelta definita “obbligata”.
Quello che emerge è che il 74% dei dipendenti è disponibile a rinunciare al mezzo privato per recarsi al lavoro a favore del Tpl a determinate condizioni, oggi non soddisfatte, legate all’efficienza del servizio. La propensione al cambiamento è subordinata a collegamenti migliori (21%), collegamenti diretti (15%), orari adeguati (15%) e maggiori comfort (9%).
L’utilizzo del veicolo privato è una scelta quasi obbligata, ma non necessariamente voluta, per raggiungere aree quali il Centro di San Benigno, il Polo industriale/retail di Campi e il Polo di Erzelli.
Nell’ambito della Città Metropolitana anche la Valle Scrivia soffre di una carenza di collegamenti tramite mezzi pubblici.
Per esempio viene proposto di istituire navette Amt di collegamento (e/o incrementare il servizio già attivo) con la stazione metro Dinegro negli orari di ingresso/uscita degli uffici di San Benigno, idem nella zona di Campi e la stessa cosa con le stazioni Fs di Busalla e Ronco Scrivia da collegare con le aree industriali di Sarissola e Casella.
Per quanto riguarda la rete autostradale, ultimata la Gronda di ponente occorrerebbe considerare, sempre secondo Confindustria, un’eventuale declassificazione a tangenziale delle tratte Nervi/Pra’ e Genova Ovest-Bolzaneto, prevedendo limiti di velocità inferiori.
Inoltre Confindustria richiede di poter essere parte attiva per la revisione del Piano Urbano di Mobilità Sostenibile.
Riguardo la mobilità portuale gli industriali ritengono necessaria una gestione cadenzata degli afflussi dei mezzi pesanti ai gate portuali onde evitare congestionamenti sulla rete viaria urbana e autostradale.
Per evitare criticità, lunghi tempi di attesa e disagi, è opportuno che il Pcs (Port Community System) sia completato con il cosiddetto “preavviso di arrivo”, una sorta di prenotazione anticipata che autorizza l’autotrasportatore a presentarsi al terminal per il carico/scarico del container.
Il Pcs, inoltre dovrà essere implementato con l’integrazione di tutti i soggetti coinvolti nella gestione dei treni. Oggi le informazioni relative al treno in arrivo sono in gran parte al di fuori del sistema Pcs, motivo per il quale risulta “rallentato” il processo di tracking della merce via treno. Occorre anche una piena integrazione con gli altri soggetti coinvolti: società di manovra, Guardia di Finanza, Dogana e Mto.



























