Il primo atto che la giunta Salis alla guida del Comune di Genova intende realizzare è la riforma dei Municipi. Lo ha annunciato oggi la nuova sindaca in conferenza stampa. La giunta non sarà definita prima di due settimane, ma si stanno già defijnendo nomi e competenze, e la nuova maggioranza dovrà trovare una sintesi tra le varie sensibilità e culture politiche che la compongono per operare in modo pragmatico nell’interesse della città.
«È chiaro – ha spiegato Silvia Salis – che l’aspetto più sfidante del campo progressista è il fatto che i partiti che lo compongono hanno una precisa ideologia, credono fortemente nei messaggi che portano e quindi tendono ovviamente a voler rappresentare i loro punti di vista, che è una cosa giusta, ma che quando si passa poi dall’opposizione al governo di una città, deve trovare una sintesi pragmatica negli obiettivi che questa città si troverà davanti».
«Per formare la giunta – ha precisato la sindaca – ci vorrà tempo perché voglio la squadra migliore possibile e non escludo assolutamente figure tecniche. Voglio una squadra che capisca fin da subito un concetto fondamentale: tra stare all’opposizione e stare al governo di una città c’è una differenza che si chiama obiettivi, che si chiama pragmatismo».
Tra i temi più importanti da affrontare quello delle società partecipate. «Sicuramente servirà un’analisi approfondita non solo sul piano gestionale, ma anche dei bilanci delle nostre partecipate. Innanzi tutto credo che serva un po’ più di chiarezza nella loro gestione, in questi anni abbiamo visto un’alternanza della dirigenza vorticosa, che sicuramente è stata onerosa per le società, perché si sa che ogni volta che cambia la dirigenza c’è un momento di assestamento durante il quale l’operatività è limitata». Altro tema fondamentale la questione sociale: «La nostra è una città che ha un tessuto sociale disperato, dove i servizi alla persona sono totalmente privi di una regia comunale da tempo».
«Sono stati tre mesi belli, emozionanti, a volte difficili – ha detto Salis ripensando alla campagna elettorale – è stata una campagna molto lunga. All’inizio mi avevano detto: arrivi un po’ in corsa, non c’è tanto tempo, credo che tre mesi invece siano un tempo giusto per farsi conoscere della città. La cosa più importante che abbiamo voluto fare è stata stare tra le persone, stare tra la gente, stare nelle strade in tutti i Municipi e capire quello che era il senso di abbandono che ha provato questa città, e sicuramente la nostra attenzione di ritornare a dare forza ai Municipi, ritornare a dare risposta al territorio è stata qualcosa che ha convinto fin da subito tutto il nostro elettorato e ha anche spostato voti».
«Credo che siamo riusciti in una cosa importante – ha precisato – cioè trovare una sintesi tra il giusto e doveroso impegno nel portare avanti lo sviluppo, le infrastrutture, e dare un senso di umanità anche al processo di sviluppo. Lo sviluppo deve essere fatto nell’interesse della città e deve essere coordinato e armonizzato con la vita delle cittadine e dei cittadini, questo è il messaggio che abbiamo voluto dare. Abbiamo dovuto contrastare una campagna elettorale veramente forte e devo dire che su questo ho avuto il sostegno completo della coalizione durante tutta la campagna elettorale, anche se la destra sperava che ci rompessimo su determinati temi, sperava che non riuscissimo a coordinarci sul programma e sui Municipi. Devo dire che, come avete potuto vedere voi che fate questo lavoro tutti i giorni, non ci sono state note stonate su nessun tema e questo la dice lunga sul fatto che trovare una coalizione forte, unirsi su un programma sia la soluzione ideale per poter non solo vincere le elezioni ma poi per governare».
Secondo la vincitrice delle elezioni, «È evidente come siano stati molteplici i tentativi di creare instabilità, sono stati prima tentativi politici, quando questi poi non sono riusciti e quando la campagna si è visto che stava andando verso una coalizione che si sarebbe presentata compatta alle elezioni, l’ultimo mese è diventato un bombardamento di attacchi personali di qualsiasi livello, devo dire raggiungendo dei picchi verso il basso notevoli che non mi aspettavo. Questo è quello che credo differenzi moltissimo l’ambiente dal quale provengo dalla politica. Lo sport è un ambiente molto duro, estremamente competitivo e spesso anche difficile, è difficile accettare i verdetti, è difficile accettare che fai una gara e alla fine non hai il risultato che vuoi, ma è un ambiente con delle regole, con il rispetto dell’avversario, chiunque non rispetti l’avversario nello sport è fortemente stigmatizzato, per cui in questo devo dire che ho fatto abbastanza fatica nel muovermi dall’ambiente sportivo alla politica, dove ho trovato un ambiente senza regole, dove vale praticamente tutto, dove degli assessori della sesta città d’Italia si permettono di postare delle foto in costume da bagno della candidata progressista con un bambino di pochi mesi in braccio senza neanche oscurare il volto o di propagandare notizie false e infamanti per poi cancellare i post e fare delle retifiche, c’è un atteggiamento veramente grottesco e non degno di chi deve rappresentare le istituzioni, su questo voglio insistere molto. Ho chiesto a me stessa in primis, ma anche a tutta la coalizione di non scendere mai a quel livello, penso che da qua vogliamo lanciare un messaggio forte, la politica deve tornare a parlare un altro linguaggio, un linguaggio fatto di rispetto, anche di scontro, anche forte, uno scontro deciso sui temi che ti vedono contrapposti, ma che deve dare un’immagine al paese diversa, non possiamo pensare di poter polarizzare sempre il discorso politico e di formare delle tifoserie l’una contro l’altra».
«Noi – ha proseguito – dobbiamo avere la capacità, e soprattutto la responsabilità amministrativa, la responsabilità della rappresentanza che significa dare l’immagine migliore di noi, non la peggiore. Non possiamo aspettarci che la città risponda comportandosi con rispetto, nel rispetto delle regole, nel rispetto reciproco, quando è la politica stessa a dare un’immagine tremenda di quella che è la dialettica tra le parti. Passando poi a quello che sarà, devo dire che una grande forza del campo progressista è la capacità, il livello tecnico della classe dirigente, il livello tecnico della classe politica, io non invidio la destra che comunque deve trovarsi a gestire campagne elettorali e a amministrare con un livello tecnico e politico completamente diverso dal nostro.
Per il futuro «Ci troveremo davanti delle sfide molto complicate, molto complicate e molto serie, che andramno affrontate con la volontà del fare, ma non con un decisionismo del capo che dice a tutti quello che devo fare, ma con un decisionismo che parla di responsabilità. È questo che ho detto fin dall’inizio alla nostra coalizione, noi ci troveremo a dover aprire dei dossier, a dover risolvere delle questioni che in questi otto anni della destra del fare non sono state toccate neanche con le pinze, invece noi dovremo non solo metterci le mani dentro, ma anche risolverle, queste sono le sfide che ci aspettano. La nostra è una città che ha un tessuto sociale disperato, dove i servizi alla persona sono totalmente privi di una regia comunale da tempo, c’è un’emergenza abitativa in una città che è stata pensata per un milione di persone ma abbiamo un’emergenza abitativa pur essendo 560 mila, questo deve risolversi anche qui con una regia comunale, una regia comunale che restauri, ristrutturi, il patrimonio, lo ampli se possibile, garantisca il pagamento degli affitti ai privati per cui spesso questi affitti fanno parte del reddito, quindi sono fondamentali per la loro sussistenza. Questo è un altro tema sul quale abbiamo insistito molto, insieme ai servizi all’infanzia, ai servizi per le persone con disabilità e soprattutto ai servizi per le persone a terza età. Nella città con l’età media più alta d’Italia non c’è un vero programma, una vera regia per come gestire il tema della terza età, che diventerà sempre più importante e impattante sul bilancio comunale. L’età media di questa città sale non solo perché ovviamente c’è una longevità in tutto il mondo, non solo in Italia, ma sale anche perché se ne vanno via i giovani e questa destra ha negato per tre mesi questo tema, il fatto che questa città viva ogni anno un esodo di giovani che se ne vanno, e mi è stato detto che io direi che se ne va chi può, mentre a Genova restano quelli che non possono. Il problema è che avere a che avere avuto a che fare con questa destra in questa campagna elettorale ha voluto dire veder negati i dati dell’Istat, del Sole 24 ore, dati che sono tecnici e non hanno un colore politico: anche questa è stata una grande difficoltà, è impossibile confrontarsi con chi nega la realtà, diventa anche un esercizio abbastanza inutile. Quando io dico una cosa, e di là mi dicono che è impossibile, che non è vera e questa cosa è supportata da dati di istituti che tra l’altro non hanno un colore politico, per cui non avrebbero nessun motivo per mentire, la campagna elettorale è complessa».
Salis ha annunciato che «Inizieremo a lavorare fin da subito, ci vorrà tempo chiaramente perché voglio la squadra migliore possibile e non escludo assolutamente figure tecniche. voglio una squadra che capisca fin da subito un concetto fondamentale: tra stare all’opposizione e stare al governo di una città c’è una differenza che si chiama obiettivi, che si chiama pragmatismo, che si chiama concludere tutte quelle azioni che servono per portare questa città nel futuro e su questo io non accetterò passi indietro da parte di nessuno, il nostro obiettivo è quello di sviluppare questa città, di migliorare le condizioni dei nostri cittadini, delle nostre cittadine, ma soprattutto l’obiettivo è uno, quello che non è riuscito a fare questa amministrazione, cioè riuscire a parlare dell’altro, a occuparsi dell’altro, aoccuparsi dello sviluppo, a occuparsi delle grandissime operazioni che servono in una città come Genova, ma non dimenticarsi la vita quotidiana delle persone. Una buona amministrazione fa questo. Ha una visione a lungo termine, ha una visione di quello che deve essere la propria città tra cinque anni, ma capisce anche che c’è una quotidianità, che c’è la vita delle persone in ballo, che ci sono persone che vogliono uscire di casa e avere un marciapiede dove si possa camminare, ci sono persone che vogliono prendere un autobus dalle zone collinari e essere portate in centro, ci sono persone che stanno cercando un lavoro, mamme che non possono lavorare perché non ci sono posti nell’asili nido o nella scuola di infanzia. Queste cose non vanno dimenticate, mentre si pensa ovviamente allo sviluppo della città, all’industria, all’impresa, alla piccola e media impresa, all’artigianato, a tutte le realtà del commercio che portano avanti questa città, quindi credo che bisogna tornare a parlare di una regia comunale, non solo per quello che riguarda le grandi opere, ma per quello che riguarda la sintesi tra lo sviluppo necessario di una città e quella che è la cura quotidiana che deve avere una buona amministrazione».
Nomi? «Le elezioni sono state ieri, quindi ci riuniremo presto per iniziare a discutere di questo tema. Sono molto fiduciosa perché comunque si stanno già definendo tutta una serie di competenze e di relative persone che se ne possano prendere cura, non ho fretta, ovviamente, è chiaro, ho già in mente delle cose da tempo, però penso che sia anche un gesto corretto comunicarle tutte insieme».