Wannenes presenta la Collezione Appendino: un catalogo dedicato in gran parte all’arte Settecentesca e piemontese proveniente quasi esclusivamente dalla Galleria Pietro Accorsi. La vendita, il 27 maggio a Genova, si inserisce nel filone collezionistico che ha a lungo caratterizzato le scelte degli appassionati del nostro paese.
La Collezione si distingue per l’ampiezza e la varietà delle opere in larga misura acquistate dal grande antiquario torinese Pietro Accorsi. Ceramiche, porcellane, dipinti e arredi compongono una raccolta che è insieme testimonianza storica e strumento di studio. Questo catalogo ne celebra la ricchezza, offrendo un’occasione unica per esperti e appassionati dell’arte decorativa.
La Collezione Appendino comprende oggetti di altissima qualità e autenticità, in ottimo stato di conservazione. I lotti presenti in catalogo dimostrano come la logica che ha formato la collezione sia precisa e determinata e come il tema collezionistico sia stato magistralmente condotto da Guido Appendino senza sbavature o cadute di stile. A partire dagli anni Sessanta Appendino diventa uno dei migliori clienti della galleria dell’antiquario Pietro Accorsi, all’epoca conosciuto in Italia e Europa per proporre merce antica di qualità e di provenienza per lo più aristocratica, e riesce così a costruire nel tempo con la consulenza di Accorsi un insieme di raffinate opere di varie provenienze e tipologie, ma tutte perfettamente integrate nello stile e nello spirito sabaudo di cui è permeata tutta la Collezione.
Tra queste si distingue una ricca selezione di ceramiche, tra le quali spiccano due magnifici piatti in maiolica bianca e blu dei Rossetti decorati con lo stemma del matrimonio, avvenuto nel 1728, tra Gabriele Verri e Barbara Dati Cavazzi della Somaglia (lotti 1 e 2 stimati 800 – 1.200 euro ognuno); di grande pregio anche la zuppiera sempre di Rossetti e databile al 1765 circa, con decoro a soggetti mitologici, vero trionfo ceramico di gusto rocaille, di un modello che sarà ripreso anche da Ardizzone (lotto 19 stimato 3.000 – 4.000 euro).
Passando alle porcellane si impone all’attenzione l’importante servito da viaggio realizzato a Vinovo nel 1776 – 1779 e contenuto in un baule decorato con arma vescovile forse per i de Carretto (lotto 71 stimato 14.000 – 18.000 euro), ed il magnifico gruppo in porcellana bianca di Vinovo raffigurante la Vergine con Santa Elisabetta. Datata 1783, questa porcellana costituisce uno dei migliori risultati per quello che riguarda la produzione di plastiche: opera del Lomello, è di una qualità che giustifica la fama dei modellatori dei bianchi e dei biscuit prodotti nella manifattura piemontese (lotto 128 stimato 2.600 – 2.800 euro).
In catalogo anche molti dipinti di grande valore artistico, come lo spettacolare insieme di quadri di Pietro Domenico Olivero, pittore per la Corte sabauda, la Collezione vanta cinque delle sue Allegorie, la Scultura, la Pittura, la Guerra, l’Architettura, le Arti Meccaniche, opere di grande eleganza ed affascinanti per la sorprendente infinità di particolari, descritti con sensibilità rocaille (lotti dal 206 al 210 stimati 15.000 – 24.000 euro ognuno).
All’incanto anche sette opere di notevole qualità di Vittorio Amedeo Cignaroli, artista che resta il principale paesista del Rococò piemontese (lotti 190 e 191 stimati 3.000 – 5.000 euro ognuno; 192, 193 e 200 stimati 7.000 – 12.000 euro ognuno; 201 e 202 stimati 2.000 – 3.000 euro ognuno). Si segnalano inoltre tre quadri di Michele Antonio Rapous, importante pittore di natura morta del Settecento piemontese, influenzato dalla coeva pittura francese (lotti 197 stimato 4.000 – 6.000 euro; 198 e 199 stimati 3.000 – 5.000 euro ognuno).
Completa il catalogo una bella scelta di arredi piemontesi e oggetti d’arte, comprese sculture lignee e marmoree, selezionate per ricreare l’atmosfera culturale del Settecento piemontese. Tra questi una coppia di poltrone in legno con un decoro floreale intagliato, laccato e dorato. I due esemplari presentano piedi e braccioli a ricciolo e rivestitura in velluto verde (lotto 173 stimato 1.000 – 2.000 euro). Si distingue inoltre un cassettone a demi-lume impiallaciato in legni vari composto da due grandi cassetti e uno più piccolo sotto piano, ante laterali su piedi tronco conici. Il mobile presenta un fine decoro geometrico in legni contrapposti, piano in marmo fior di pesco, montature in bronzo e lamierino dorato (lotto 177 stimato 3.000 – 4.000 euro).
Luca Melegati, responsabile del dipartimento Ceramiche e Vetri della Casa d’Aste Wannenes dichiara: «La Collezione Appendino, dedicata all’arte, per lo più settecentesca, piemontese è così nota da essere legata indissolubilmente a chi quella stagione artistica aveva studiato. Una disponibilità continuata tra l’altro fino ad anni recenti, come testimonia il catalogo della mostra torinese sulla porcellana in Piemonte del 2014, dove, di nuovo, si pubblicano non poche opere della raccolta qui presentata, che si impone per la grande qualità e coerenza, e costituisce una vera enciclopedia delle forme, dei decori e delle invenzioni delle manifatture ceramiche piemontesi».
Wannenes
La Casa d’Aste Wannenes, fondata nel 2001, unisce tradizione e visione innovativa, per rispondere alle esigenze di un mercato sempre più internazionale e sofisticato. La struttura aziendale comprende esperti e dipartimenti specializzati in diverse categorie e sedi a Milano, Genova, Roma, Torino e Monte Carlo.
Wannenes ha attratto l’interesse di importanti collezionisti e curatori internazionali, contribuendo a ridefinire il concetto di mercato dell’arte, diventando uno dei principali punti di riferimento per l’intero settore.
Informazioni
Esperti:
Luca Melgati | Ceramiche e Vetri
Francesco Marchiaro | Ceramiche e Vetri
Mauro Tajocchi | Mobili, Sculture e Oggetti d’Arte
Antonio Gesino | Dipinti Antichi
Alessandra Pieroni | Asian Art
Esposizione:
Da sabato 24 a lunedì 26 maggio 2025, Villa Carega Cataldi (Via Albaro 11, Genova)
10.00 – 13.00 | 14.00 – 18.00
Asta:
Martedì 27 maggio 2025, Villa Carega Cataldi (Via Albaro 11, Genova)
Ore 15:00