Le segreterie Fp Cgil Liguria e Uil Fpl Liguria proclamano lo stato di agitazione del personale del comparto sanitario in tutta la regione. Per le sigle sindacali la contrazione degli organici, che affligge il settore da molti anni, ancor prima ancora dell’emergenza pandemica, insieme all’età media del personale addetto all’assistenza, ha determinato un peggioramento inesorabile delle condizioni di lavoro degli operatori con un incremento del rischio professionale.
«Tale circostanza mette a rischio i professionisti, la loro sicurezza, la loro salute nonché l’erogazione dei servizi ai cittadini e soprattutto la qualità dell’assistenza ai pazienti – dichiarano Diego Seggi e Milena Speranza, segretari generali Fp Cgil Liguria e Uil Fpl Liguria – L‘insostenibile aumento dei carichi di lavoro del personale già stremato e logorato da ben 36 mesi di emergenza sanitaria senza tregua, rende impossibile affrontare la turnistica con il rispetto degli istituti contrattuali relativi al riposo e al recupero psicofisico. Tutto ciò determina inevitabilmente anche un ricorso incontrollato allo straordinario, spesso programmato in totale violazione del Ccnl, finanziando di fatto la carenza di personale mediante l’utilizzo delle risorse del relativo Fondo contrattuale, circostanza che penalizza ulteriormente i lavoratori incidendo indirettamente sulla disponibilità della quota di Produttività collettiva a disposizione».
Inoltre, le organizzazioni sindacali contestano: l’insufficiente finanziamento di risorse dedicate alle prestazioni aggiuntive, la mancata applicazione dell’art.107 Ccnl 2019-2021 in ordine all’accordo per la distribuzione delle risorse già accantonate, il conseguente aumento vertiginoso delle patologie da stress come testimonia il numero sempre maggiore di lavoratori affetti da burn-out e/o patologie ad esso riconducibili; la totale mancanza di integrazione ospedale territorio, l’assenza di un reale potenziamento della medicina territoriale che possa farsi carico delle cronicità a domicilio o in strutture dedicate, senza la necessità di rivolgersi necessariamente alle strutture di Pronto Soccorso.
«La drammatica situazione dei lavoratori dei pronto soccorso, dove il problema dello stazionamento costante delle barelle, addirittura da campo, per oltre 48/72 ore, unito alla carenza di personale medico, infermieristico e sociosanitario, rende impossibile la gestione dei pazienti e insostenibile il carico di lavoro del personale, esposto ad una umiliazione professionale continua anche attraverso il demansionamento costante – proseguono Seggi e Speranza – Esiste una totale assenza di riconoscimento e valorizzazione dei professionisti sanitari. Esempio evidente è il mancato incremento delle indennità di pronto soccorso nel 2024 pur in presenza della necessaria copertura economica dedicata. Le mancate risposte in tema di assunzioni, le ultime assolutamente insufficienti, considerato il naturale turn over dovuto anche alla mobilità di avvicinamento dei professionisti alle rispettive regioni di origine, e all’inesorabile fenomeno delle dimissioni da parte dei professionisti sanitari, umiliati, sottopagati e sfruttati costantemente, aggiungono elementi che portano a dichiarare lo stato di agitazione. Così come il dilagare del fenomeno delle aggressioni, che vede gli operatori sanitari completamente abbandonati da politica ed istituzioni, non in grado di ripristinare nemmeno i posti di polizia».