In un mondo in evoluzione la leadership femminile emerge come modello universale di cambiamento. Anche nel mondo della finanza, tradizionalmente maschile, è in corso un’evoluzione. Andaf (Associazione nazionale direttori amministrativi e finanziari) ha organizzato un convegno che si è tenuto ieri a Genova a Palazzo San Giorgio dove sono state messe a fuoco le competenze e le strategie di donne leader.

Ce lo spiega Paolo Maloberti, presidente di Andaf Liguria e Sardegna.
«Il titolo del convegno – dice Maloberti – è “Women in Finance”, un modello di leadership in un’industria che è tipicamente maschile. Abbiamo ritenuto di mostrare un modello, raccontando le storie di donne leader che si sono distinte nel campo della finanza, tradizionalmente presidiato dal mondo maschile. L’abbiamo fatto in modo bello, mi sento di dire io, siamo partiti da una survey che ha fatto la professoressa Paola Ramassa con le sue studentesse di amministrazione, finanza e controllo, quindi future cfo, abbiamo colto quelli che possono essere i loro desideri, le loro aspettative, le loro paure e abbiamo provato a dare una risposta attraverso l’intervista di cinque leader intervenute sul palco, tutte socie di Andaf che si occupano di finanza e controllo a livelli apicali. Ha iniziato la nostra vicepresidente di Andaf, direttrice finanziaria della Port Authority, Lucia Tringali, poi sono intervenute Francesca Bognin, direttrice finanziaria del Rina, Simona Brassesco, direttrice finanziaria del gruppo Spinelli, Stefania Doretti, partner di EY, Adriana Rosa, che è direttrice finanziaria di Engie Italia e in Andaf è presidente del Comitato Tecnico del Corporate Finance, Silvana Toppi che ricopre un ruolo apicale in A2A in ambito di amministrazione finanziaria controllo, e nel direttivo di Andaf porta avanti un progetto di mentorship che è veramente straordinario».

Paola Ramassa, professore al Dipartimento di Economia dell’Università di Genova dove è coordinatrice del corso di laurea magistrale in Amministrazione, Finanza e Controllo, precisa: «Ho portato il punto di vista delle dottoresse che frequentano il corso di laurea magistrale che coordino, e che quindi dopo la laurea triennale hanno deciso di investire ancora tempo e impegno per migliorare la loro formazione con l’idea di fondo di ambire a percorsi di carriera che possano portare a posizioni di vertice nel mondo dell’amministrazione, della finanza e del controllo. Andaf ha avuto la cortesia di invitare, oltre a me, le studentesse del nostro corso di laurea. L’idea, che è stata preparata negli scorsi mesi con le socie Andaf, è quella di creare un dialogo che potesse fornire spunti alle giovani generazioni, un diaologo tra le studentesse e le socie Andaf che hanno raggiunto posizioni di vertice e quindi sono le persone migliori sia per ispirare le giovani ad ambire a posizioni rilevanti sia anche per dare consigli su come un modello di leadership possa ben sposarsi con i ruoli femminili. Le nostre studentesse sono molto motivate. E devo dire che questo tema per il Dipartimento di Economia è molto importante. Il nostro Dipartimento ha una direttrice, la professoressa Giorgia Profumo, tra i professori ordinari il 50% sono donne, al corso di laurea che coordino il 55% negli ultimi quattro anni sono giovani dottoresse che hanno già la laurea triennale e proseguono sulla magistrale. Sempre di più noi notiamo nel loro percorso professionale a qualche anno dalla laurea notevoli successii, quindi l’ambizione c’è, l’ambiente, il terreno si sta creando e si vedono risultati concreti. È chiaro che rimane ancora del cammino da percorrere. Serve maggiore sensibilità, la mia percezione è che man mano che le donne entrano in certi ruoli parlino anche i risultati: le ricerche ci dicono che team più compositi, con maggiore diversità, dove si collabora, hanno risultati migliori, quindi al di là della giusto desiderio di equità c’è proprio un tema di risultato che dovrebbe emergere».
«Da alcuni studi – aggiunge Lucia Tringali – si è capito che la leadership femminile migliora il benessere organizzativo, le donne creano gruppo e migliorano anche gli indici di bilancio, l’innovazione, lo stesso fatturato. Si è dimostrato che con una leadership femminile il risultato migliora molto, quindi la diversità è una cosa fondamentale. Il mondo della finanza è un mondo ancora prettamente maschile e queste cinque donne intervenute oggi, così come tutte le altre che si impegnano ogni giorno, hanno dovuto faticare molto, possedere molte competenze trasversali soprattutto, avere una strategia per raggiungere determinati livelli perché la leadership femminile non è sicuramente alla portata di tutti, deve essere anche riconosciuta, quindi una donna oltre ad avere il talento di un uomo deve anche essere riconosciuta. I numeri sicuramente mostrano che c’è ancora una percentuale molto bassa di partecipazione, di leadership femminile, esiste sicuramente un gap a sfavore del sesso femminile, soprattutto nelle posizioni apicali resta ancora tantissimo lavoro da fare. Eppure le donne, come dicevo, sicuramente hanno una maggior capacità dal punto di vista delle interrelazioni umane, e riescono ad avere una visione che va oltre le cose che succedono tutti i giorni, una caratteristica prettamente femminile che mi sento di dire non sempre tutti gli uomini hanno».

A una ragazza che vorrebbe entrare in questo mondo, cosa si sente di dire?
«Di essere innanzitutto se stessa, di non pensare e ragionare come un uomo, ma di avere la consapevolezza che una donna è diversa dall’uomo e deve portare avanti le sue istanze. La diversità è fondamentale. Molto spesso si ha la sensazione che le donne siano quelle che girano in gonnella. Ancora c’è molto da lavorare, e soprattutto le donne devono essere se stesse».