La congestion fee applicata alle missioni di trasporto che coinvolgano i porti di Genova e La Spezia deve essere trasformata in una port fee vera e propria, in virtù di quanto prevede il dlgs 286/2005. Vale a dire coinvolgendo di tutte le parti della filiera e decisa dalle Autorità Portuali.
Lo sostiene Federlogistica Liguria in una nota: “I continui ritardi causati dalle congestioni, che hanno tante cause ma non certo imputabili alle imprese di trasporto, sommati all’incremento dei costi tra cui il rinnovo del Ccnl, l’accisa sul gasolio, l’inflazione che grava su materiali di consumo, come pure all’incremento dei costi derivanti dalle pratiche documentali per l’accesso ai porti che la digitalizzazione non ha ancora risolto per tutta la filiera richiedono che al trasporto venga riconosciuta questa ‘surcharge'”.
Il fatto che attualmente la congestion fee, promossa da tutte le associazioni di categoria, sia di natura discrezionale e non obbligatoria, secondo Federlogistica genera situazioni contraddittorie che favoriscono le ditte senza scrupoli che offrono, sostanzialmente in dumping, servizi di trasporto danneggiando le imprese corrette.
“L’assenza di un sistema tariffario che riconosca effettivamente il corrispettivo per una missione, andando oltre i costi minimi accertati periodicamente dal ministero che non hanno nemmeno valenza impositiva e riferimenti tariffari fermi praticamente al 2000, di per sé ha prodotto e produce situazioni di concorrenza sleale e illegale e lo stesso capita con la congestion fee fintanto che non avrà una natura obbligatoria erga omnes“.