La telemedicina rappresenta una rivoluzione nel campo della sanità e richiede sia l’utilizzo di tecnologie di alto livello che permettano la trasmissione online di informazioni e dati nella forma di testi, suoni, immagini, sia un adeguato processo organizzativo. Un’innovazione nelle cure mediche a distanza che è stata prontamente adottata dall’istituto pediatrico genovese Giannina Gaslini, da sempre all’avanguardia nella ricerca, nella pratica sanitaria e nella tecnologia e che ha ricevuto il sostegno di una delle più importanti banche fintech europee, Fineco, la quale già nel 1999 aveva lanciato il primo servizio retail di trading online in Italia e oggi propone un modello di business unico in Europa, che combina le migliori piattaforme con un grande network di consulenti finanziari.
Fineco sostiene Gaslininsieme
Fineco ha scelto di sostenere il progetto “Telemedicina: il Gaslini è vicino anche per chi è lontano”. all’interno della campagna di charity natalizia della banca, offrendo a tutti – clienti e non – la possibilità di partecipare attivamente con una donazione. A questo link (Fineco a favore di progetti di solidarietà – Fineco) è possibile trovare tutte le informazioni sul progetto e le coordinate per poterlo sostenere.
Sarah Strufaldi, senior Private Banker Fineco, commenta: «La telemedicina è un progetto dalle enormi potenzialità. Pensare di poter estendere le migliori competenze diagnostiche e della cura di tanti piccoli pazienti oltre i confini dell’ospedale tramite la tecnologia era inimmaginabile fino a pochi decenni fa. Il Gaslini è uno dei primi ospedali pediatrici in Europa ad aver progettato un modello originale di “telemedicina” come progetto pilota, che prevede l’attivazione di servizi come il teleconsulto e teleconsulenza, tra medici del Gaslini e pediatri di libera scelta, medici e sanitari, televisita e lo sviluppo di una centrale operativa per la teleassistenza e il telemonitoraggio di pazienti cronici. La banca ha sicuramente riconosciuto in questo innovativo progetto il suo stesso principio fondante: essere una banca digitale che ha messo la tecnologia a servizio dei propri clienti e dei propri consulenti, creando un modello di business incentrato sull’efficienza operativa, la trasparenza, la facilità di utilizzo per qualunque cliente, anche se fisicamente distante. Aiutateci a sostenere questa importante iniziativa: anche piccoli contributi possono fare la differenza, perché in fondo sono tante piccole gocce che creano il mare».
Il “Mondo Gaslini”
Il mondo Gaslini oggi è composto da quattro realtà giuridiche distinte, di cui il core business è il Giannina Gaslini, istituto di ricovero e cura a carattere scientifico che opera dal 1938, costituito da Gerolamo Gaslini che, in ricordo della figlia morta in tenera età, si assegnò la missione di progettare e realizzare un grande ospedale pediatrico europeo a forte vocazione scientifica per assicurare all’infanzia la migliore assistenza possibile, sostenuta dalla ricerca più innovativa. Nel 1949 Gerolamo Gaslini decise di conferire alla Fondazione Gerolamo Gaslini tutti i suoi beni, la cui rendita andasse all’ospedale pediatrico. Dalla gestione del patrimonio immobiliare deriva tuttora la maggior parte dei ricavi della Fondazione.
All’inizio degli anni Venti di questo secolo il mondo Gaslini è stato adeguato alle esigenze dei nuovi tempi. Si è rinnovata la governance dell’ospedale ed è stato varato il Piano Strategico 2021-2025 mirato alla costruzione di un ospedale che pone il bambino con la sua famiglia sempre più al centro della propria progettualità, dove assistenza, formazione e ricerca sono inscindibilmente connesse. Il 23 ottobre 2023 è stata firmata la concessione e sono stati avviati i lavori per il cantiere del “Nuovo Gaslini”. La Fondazione Gerolamo Gaslini e l’Istituto Giannina Gaslini hanno costituito la Fondazione Gaslininsieme Ets (Ente del Terzo Settore) per sviluppare e valorizzare le attività di comunicazione e fundraising a marchio Gaslini ed è nata Gaslini Academy, centro internazionale di studi e formazione dell’Irccs Gaslini.
Oggi presidente della Fondazione è l’arcivescovo di Genova, monsignor Marco Tasca, mentre Edoardo Garrone e Renato Botti sono, rispettivamente, presidente e direttore generale dell’Irccs Giannina Gaslini. E “il mondo Gaslini” mentre rinnova se stesso continua a produrre progetti.
I progetti
La nuova struttura
«Il primo grande progetto – spiega Botti – è quello che del nuovo ospedale che stiamo costruendo nella famosa collina storica di Quarto, perché l’istituto è nato negli anni 30, e attivato nel 1938. Ed è bellissimo, ma non è più conforme e coerente alle esigenze della sanità moderna. È un progetto gigantesco fatto in partenariato pubblico-privato per il quale abbiamo bisogno di tanto sostegno. Ma abbiamo tante altre idee, tanti altri obiettivi».
Il “Gaslini diffuso”
«Il Gaslini è impegnato a essere sede di un servizio pilota, che chiamiamo “Gaslini diffuso”, di erogazione di servizi a distanza. L’erogazione di servizi a distanza ha tre macro target».
In rete con con gli ospedali regionali
«Un target è mettere in connessione ospedali con ospedali, quindi rendere possibile che ospedali di secondo o terzo livello si colleghino al Gaslini come ospedale di alta specialità per tutta una serie di consulti tra professionisti, e questa è una prima cosa molto importante. Teniamo presente che, con una legge della Regione Liguria, al Gaslini sono state affidate tutte le pediatrie regionali. Dal primo luglio 2022 il Gaslini opera non più solo nella sede di Quarto, gestisce direttamente, anche sotto il profilo giuridico, le pediatrie di Imperia, Sanremo, Savona, Pietra Ligure, Lavagna e La Spezia. Questo vuol dire essere responsabili dei reparti pediatrici di tutto il sistema sanitario ligure. È un’esperienza unica in Italia. Ed è un’operazione complessa perché coinvolge unità che sono dentro altre aziende, quindi bisogna affrontare questioni relative al trasferimento di personale, contratti, accordi, gestione dei dati, privacy. Operazione ardua ma affascinante, perché punta a dare una risposta uguale a tutti i bambini liguri ovunque si trovino, che siano di Imperia o della Spezia, e a ridurre la mobilità passiva, cioè la fuga dei pazienti, perché nei territori di confine, soprattutto nell’imperiese e nello spezzino, alcuni pazienti vanno in Toscana o in Francia. Devo dire che il “Gaslini diffuso” sta funzionando, stiamo riducendo la mobilità passiva e supportando tutti i professionisti anche nelle sedi più disagiate. Questo è il primo livello, ospedale su ospedale, collaborazione tra professionisti».
Collegamento con gli studi medici
«Il secondo target, anche questo importantissimo, è collegare la centrale di telemedicina del Gaslini, quindi i professionisti del Gaslini, agli studi dei medici di famiglia, i cosiddetti pediatri del territorio, pediatri di libera scelta. Stiamo anche portando avanti un progetto pilota con la Federazione italiana dei medici pediatrici, mettendo in rete studi pediatrici che quando hanno bisogno chiamano i nostri professionisti e ricevono aiuto a distanza. È in costruzione una rete tra il Gaslini e le pediatrie del territorio tramite una centrale operativa di telemedicina. Il “Gaslini diffuso” utilizza quindi la telemedicina, che è un gran cappello, sotto il quale ci sono teleconsulto, televisita, telemonitoraggio, telesalute, teleriabilitazione, telediagnostica, entro il territorio ligure».
Nelle case dei pazienti
«Il “Progetto Telemedicina”, terzo target, invece va oltre i confini regionali. Si potrebbe dire che non ha confini. È il terzo grande target, lo stiamo progettando, non è ancora partito: si tratta di di arrivare nelle case, cioè di collegare i domicili dei pazienti con la centrale del Gaslini. Ormai esistono dispositivi indossabili che possono raccogliere il dato clinico necessario e trasferirlo a distanza: potremo praticare il monitoraggio del bambino a distanza, seguirlo dal Gaslini lasciandolo a casa sua. Noi abbiamo tanti bambini che arrivano, per esempio, dalla Calabria, dalla Sicilia, dalla Puglia, su 100 pazienti che abbiamo 40 sono di fuori regione e potrebbero venire a Genova solo nel momento in cui effettivamente ci fosse bisogno di un contatto del medico».
Oltre i confini nazionali
«Superemo anche i confini nazionali, stiamo già pensando a una dimensione internazionale. Intendiamo sviluppare sempre più le attività fuori dell’Italia, in collaborazione con enti di cooperazione internazionale per realizzare progetti nei paesi in via di sviluppo, mi riferisco soprattutto al Nord Africa e al Medio Oriente. E uno dei temi che ci stanno cominciando a chiedere è proprio la telemedicina. I problemi sono enormi, bisogna che funzionino i collegamenti, che la trasmissione dei dati sia efficace, c’è la difficoltà della lingua con la necessità del traduttore, però anche su questo stiamo lavorando: vogliamo arrivare ad avere una centrale di telemedicina che supporti anche l’assistenza internazionale».
Verso la telechirurgia
«La telemedicina può estendersi all’ambito chirurgico. Questa attività finora è stata testata solamente in alcuni casi, però con lo sviluppo della chirurgia robotica possiamo pensare di avere il chirurgo a Genova e il bambino nel suo letto in Nord Africa. Sarebbe un passo avanti enorme. Per fare un esempio, di recente sono andato in una missione in Africa, in Tanzania. In tutta la Tanzania hanno 8 chirurghi pediatrici, con 60 milioni di abitanti su un territorio che credo sia cinque volte l’Italia. Solo noi al Gaslini ne avremo una ventina. Quindi con poco potremmo fornire a questi paesi un supporto enorme».