Si è conclusa questa mattina al Genova Blue District la settima edizione dell’Ecoforum di Legambiente Liguria che ogni anno fa il punto sull’economia circolare nella nostra regione coinvolgendo amministratori locali, aziende del territorio e studenti con l’obiettivo di condividere buone pratiche nell’ambito della raccolta, l’avvio al riciclo, il recupero e riutilizzo dei materiali post consumo.
La raccolta differenziata in Liguria
Quello che emerge dai numeri sull’attuale gestione dei comuni, rispetto alla raccolta differenziata è una situazione ancora in chiaro scuro.
In Liguria, la percentuale di raccolta differenziata è al 59,4%, quando vige l’obbligo di legge di raggiungere il 65% già dal 2012.
Sono 94 (su 234) i comuni che non raggiungono il 65% di r.d. Alcuni con dati particolarmente bassi: Ventimiglia 28,4% di r.d. Bargagli (Ge) e Apricale sotto il 30%.
Tra i comuni costieri registriamo come rifiuti free solo Pieve Ligure e 37 sono i comuni ricicloni sopra il 65% di r.d.
22 i Comuni rifiuti free che superano il 65% di raccolta differenziata e producono meno di 75 kg di rifiuto indifferenziato per abitante all’anno. Un risultato in flessione dopo anni di crescita costante: nel 2022 erano 25 (nel 2020 erano 30).
In cima alla classifica Ricco del Golfo (SP) 89,9% e indifferenziato pro capite residuo 40 kg/ab/anno; Vendone (SV) 84,6% e 44 kg/ab/anno, Balestrino (SV) 78,1% e 49 kg/ab/anno) Pieve Ligure (GE) 86,0% e 54 kg/ab/anno; Tovo san Giacomo (SV), Onzo (SV), Ortovero (SV), Rialto (SV), Cosseria (SV), Mignanego (GE), Serra Riccò (GE), Boissano (SV), Giustenice (SV), Aurigo (IM), Beverino (SP), Luni (SP), Bormida (SV), Pompeiana (IM), Campomorone (GE) , Armo (IM), Altare (SV), Leivi (GE).
Nel dettaglio, la Provincia della Spezia continua a mantenere risultati eccellenti con (il 76,2%, trainata dal Comune della Spezia che tocca l’81,4%, senza alcun comune al di sotto del 65% di raccolta differenziata, e Riccò del Golfo all’89,9% primo nella classifica regionale.
La provincia di Savona sfiora il 65% di legge (63,3%) ma questo dato mette insieme i buoni risultati di molti comuni del savonese dove ben 13 sono rifiuti free e il cattivo dato del capoluogo, Savona (43,8%).
Situazione esattamente speculare ad Imperia, dove il capoluogo raggiunge un buon 68,8% mentre gli altri comuni della provincia abbassano notevolmente il dato.
Negativo il dato della città di Genova (47,0%), decisamente meglio gli altri comuni della provincia, dove ad esempio Pieve Ligure raggiunge l’86% di raccolta differenziata.
Riciclare bene per pagare meno
Nel 2023 a fronte di oltre 123 mila tonnellate di rifiuti differenziati conferiti al Conai (Consorzio Nazionale Imballaggi), quest’ultimo ha riconosciuto ai comuni liguri corrispettivi per oltre 21 milioni di euro.
«È necessario proseguire su questa strada – aggiunge Stefano Bigliazzi, presidente di Legambiente Liguria – i Comuni possono sviluppare all’interno dell’accordo quadro Anci-Conai collaborazioni che possono diventare un volano per migliorare la raccolta differenziata, che è quello che ci auguriamo succederà a Savona con il nuovo Piano dei Rifiuti e con la collaborazione avviata con il Conai. L’introduzione del porta a porta e la tariffazione puntuale restano gli obiettivi che ogni comune dovrà cercare di raggiungere».
Per quanto riguarda gli impianti, Federico Borromeo, direttore di Legambiente Liguria ribadisce la necessità di chiudere il ciclo all’interno dei processi dell’economia circolare recuperando materie prime e costruendo gli impianti necessari all’economia circolare a partire dalla frazione organica che incide per il 40% sul totale dei materiali a fine vita, percentuale destinata a salire a fronte dell’auspicata riduzione dei rifiuti.
«Anche dalla discussione di oggi – spiega Borromeo – è emersa la necessità di una regia politica per quanto riguarda la gestione delle filiere strategiche dei rifiuti e per gli impianti necessari alla chiusura del ciclo, occorre realizzare i biodigestori anaerobici previsti dal piano regionale dei rifiuti e delle bonifiche per la produzione di biometano e compost, inoltre le nuove tecnologie consentono il recupero di frazioni come pannolini ed assorbenti che normalmente non venivano differenziati».
Quest’anno Legambiente ha deciso di fare un focus sul tessile per sensibilizzare sulle problematiche del fast fashion, la moda usa e getta caratterizzata da cicli di produzione rapidi, costi bassi e non più sostenibili sia da un punto di vista sociale che ambientale.
«Dal 1°gennaio del 2022 in Italia è diventata obbligatoria la raccolta differenziata dei rifiuti tessili, eppure in Liguria sono pochissimi i comuni che si sono dotati di un sistema di raccolta di questo rifiuto – spiega Laura Brambilla, responsabile nazionale comuni ricicloni. – È importante partire con il piede giusto e con una visione chiara dell’intera filiera del tessile, questo per poter intraprendere un percorso che garantisca trasparenza, tracciabilità e legalità senza dimenticare l’importante ruolo dei cittadini/consumatori che attraverso le corrette informazioni possano essere i protagonisti di scelte e comportamenti sostenibili. Il tutto va implementato con un piano rifiuti regionale lungimirante che abbia come priorità quella di supportare i Comuni, di garantire un’impiantistica adeguata e una comunicazione specifica per i vari attori coinvolti».
Si è poi svolta una tavola rotonda sulla legalità nel campo dei rifiuti – tema storicamente importante, basti pensare che la prima legge in materia di ecoreati è quella sul traffico illecito di rifiuti – con l’ex procuratore capo Michele di Lecce, Manuela Mercatelli Ceag Legambiente coordinata da Stefano Bigliazzi, avvocato e presidente di Legambiente Liguria.
La campagna di sensibilizzazione e informazione sulla gestione dei rifiuti EcoForum è organizzata da Legambiente Liguria con il sostegno del Conai, Consorzio Nazionale Imballaggi e la collaborazione del Genova Blue District.