L’Istat ha diffuso 21 Story Map, una per ciascuna regione e Provincia autonoma, contenenti i principali dati del Censimento generale dell’agricoltura 2020 dei profili territoriali. Attraverso questo prodotto geo-statistico è possibile esplorare i caratteri strutturali dell’agricoltura ligure; in particolare, si fa riferimento a due prospettive di analisi: “localizzazione dei terreni e degli allevamenti” e “centro aziendale”.
Le analisi per localizzazione si riferiscono alla Superficie agricola totale (Sat), alla Superficie agricola utilizzata (Sau) e alle singole componenti, riferite anche alle caratteristiche di zona altimetrica; tali informazioni sono completate dalla numerosità e densità dei capi di allevamento.
I dati per centro aziendale esplorano, invece, la dimensione economica e l’orientamento tecnico-economico, la tipologia di coltivazione e di bestiame, la manodopera, le aziende per tipo di investimento, eccetera. Le analisi si concentrano in particolare sulle comparazioni territoriali interne alla regione e rispetto all’Italia e mostrano l’evoluzione rispetto al 2010.
Superficie agricola totale (Sat) e utilizzata (Sau)
La Liguria è l’ultima regione per estensione della Sat (circa 73,5 mila ettari) e della Sau (circa 41 mila ettari). In percentuale sul territorio regionale, la Sat copre il 13,6% e la Sau il 7,6%: entrambi sono i valori più bassi tra le regioni italiane. Rispetto al 2010 la Sat e la Sau in Liguria sono diminuite rispettivamente del 26,5% e dell’8,2%, sopra alla media nazionale. Rispetto al 2010 tutte le province evidenziano una dinamica di decremento della Sat, più evidente a Savona; la Sau, invece, decresce in tutte le province (con valori più sensibili a Genova), tranne Imperia.
Il 51,4% della Sau è coltivato a prati permanenti e pascoli, il 25,9% a legnose agrarie, tra le quali la coltura prevalente è l’olivo.
I seminativi
I seminativi in Liguria si estendono per 9.000 ettari e presentano le quote più elevate per le coltivazioni di fiori e piante ornamentali in piena aria (27,8% della Sau a seminativi) e di foraggere avvicendate (23%).
Le maggiori estensioni di Sau a seminativi riguardano Savona con 3,2 mila ettari e Imperia con 2,7 mila. Le foraggere avvicendate caratterizzano maggiormente la provincia di Savona, insieme a La Spezia e Genova. La coltura di fiori e piante ornamentali in piena aria ha una quota superiore al 60% a Imperia.
Coltivazioni legnose agrarie
Le coltivazioni legnose agrarie in Liguria si estendono per 11 mila ettari. Quella prevalente è l’olivo (76,8% della Sau a legnose agrarie), valore superiore sia al corrispondente dato ripartizionale (4,3%) che a quello nazionale (45,5%); seguono a distanza la vite (11,7 %), la frutta a guscio (4,5%) e la frutta fresca (4,2%).
Allevamenti
La presenza di capi di allevamento sul territorio regionale mostra un’incidenza molto bassa rispetto alla consistenza nazionale delle diverse tipologie al 1° dicembre 2020 (solo per gli avicoli il dato si riferisce alla media annua). Tra le tipologie di capi allevati nella regione, alveari e caprini sono quelle che contribuiscono maggiormente ai rispettivi totali nazionali (2% gli alveari, 1,1% i caprini); trascurabile il contributo regionale al dato nazionale per quanto riguarda le altre tipologie di allevamenti.
Centri aziendali
Le aziende agricole con centro aziendale in Liguria sono oltre 12 mila, pari all’1,1% di quelle italiane. La quasi totalità sono con Sau, mentre quelle con allevamenti sono circa il 26%, e rappresentano l’1,5% delle aziende con bestiame in Italia.
Tali aziende impiegano quasi 25 mila addetti, con un numero medio pari a 2 per azienda (2,4 a livello Italia). I capi azienda femmine sono il 33,3% del totale, superiore al valore medio nazionale pari al 31,4%. Le persone con meno di 40 anni alla guida delle aziende sono l’11,3% in Liguria, dato superiore a quello nazionale di quasi 2 punti percentuali. Le aziende che hanno effettuato almeno un investimento innovativo nel triennio 2018-2020 ammontano al 16,2%, quelle con attività connesse al 10,6%, quelle che adottano un metodo biologico al 3,7%: percentuali superiori alle medie nazionali nei primi due casi, inferiore nel terzo.
Dinamica e dimensione delle aziende agricole
Le aziende agricole della Liguria tra il 2010 e il 2020 sono diminuite del -40%. Tale flessione risulta più pronunciata rispetto sia al dato nazionale che a quello della ripartizione Nord. In linea con un processo generale di concentrazione e razionalizzazione del settore agricolo nel Paese e come avviene a livello Italia e Settentrione, a tale tendenza si accompagna una riduzione lieve della Sau aziendale (-3,2%).
Le aziende con almeno 10 ettari di Sau sono cresciute nel decennio sia in termini di numerosità che di Superficie agricola utilizzata; in particolare, le aziende con 50 ettari e oltre di Sau sono aumentate del 18,4%, con un incremento pari al 30% della Sau.
Sono diminuite invece le aziende sotto i 10 ettari di Sau, e soprattutto le micro-aziende inferiori ai 2 ettari (-46,1% di aziende e -45,7% di Sau). Tuttavia, il profilo dimensionale delle aziende agricole liguri assegna un peso molto più elevato alle micro-aziende (fino a 2 ettari) rispetto al Nord e all’Italia (70,6% tutte le aziende, contro il 31,9% e il 39,8%).
Orientamento tecnico economico
La classificazione delle aziende agricole e zootecniche secondo l’orientamento tecnico-economico (Ote) offre interessanti elementi di analisi riguardo alle attività prevalenti e alle specializzazioni che caratterizzano i diversi contesti territoriali. Gli orientamenti principali in Liguria riguardano, nell’ordine, le aziende specializzate nelle colture permanenti (40,4% delle aziende), in ortofloricoltura (22,9%); seguono con percentuali più modeste le aziende specializzate in seminativi, in erbivori e le aziende miste (7,1%). La percentuale risulta inferiore alla media nazionale nel caso delle colture permanenti, nettamente superiore alla media nazionale e di ripartizione per le aziende specializzate in ortofloricoltura.
Dimensione economica
Per quanto riguarda la dimensione economica delle aziende agricole e zootecniche liguri, va rilevato che queste presentano quote superiori ai corrispondenti dati nazionali nelle classi comprese tra i 15 mila e i 250 mila euro annui, mentre nelle classi dimensionali inferiori a 15 mila euro e superiori a 250 mila euro tale valore risulta minore o uguale. Rispetto al Nord, il quadro è più omogeneo, infatti, in Liguria risultano più elevate soltanto le percentuali delle aziende fino agli 8 mila euro annui, i valori per restanti classi sono tutti inferiori.
In tutte le province le percentuali più elevate di aziende si trovano nelle classi di dimensione economica sotto gli 8 mila euro. Le aziende sopra i 25 mila euro sono più presenti a Imperia e Savona rispetto alle altre province. Per quanto riguarda invece la quota di micro-aziende dal punto di vista economico (cioè fino a 2 mila euro), queste sono più diffuse a Genova dove raggiungono il 27% del totale.
Manodopera
La manodopera familiare rappresenta quasi il 65% delle persone impiegate nelle aziende agricole con centro aziendale nella regione (ben oltre la media nazionale pari a 53%), mentre la manodopera straniera incide per il 19,6%, valore anch’esso superiore a quello dell’intero territorio nazionale.
Nelle province di Genova e La Spezia si osservano le quote maggiori di manodopera familiare, con oltre il 70% del totale della manodopera. Al contrario, le incidenze sono significativamente inferiori a Savona (55,6%) che è caratterizzata anche da un maggiore ricorso alla manodopera straniera, pari quasi al 28% di quella complessiva, seguita da Imperia con il 23,9%.
Investimenti
Le aziende che hanno effettuato almeno un investimento innovativo nel triennio 2018-2020 sono oltre 2 mila, pari al 16,2% delle aziende agricole regionali, una quota superiore a quella nazionale (11%).
Le aziende che investono nella meccanizzazione sono il 52,3% di quelle che innovano; si tratta della modalità principale, coerentemente con la distribuzione nazionale. Nell’ambito delle prime otto tipologie di investimento più diffuse a livello italiano, seguono per la Liguria l’impianto e la semina (23%), la concimazione (22,2%), l’irrigazione (21,8%), la lotta fitosanitaria (17,8%) e la lavorazione del suolo (16,7%).
Agriturismi e biologico
Le aziende agricole e zootecniche che hanno un’attività connessa sono 1.300, pari al 10,6% delle aziende nella regione contro il 5,7% a livello nazionale. Coerentemente con la distribuzione nazionale, l’attività ampiamente più diffusa è l’agriturismo, presente nel 54,4% delle aziende con almeno un’attività connessa. Seguono con notevole distacco le altre forme di attività, ciascuna delle quali riguarda meno del 10% delle aziende liguri con attività connesse.
Le aziende che utilizzano metodi biologici in Liguria sono il 3,7% del totale e sono più diffuse a La Spezia (6,5%). La superficie biologica copre il 10,4% della Superfice agricola utilizzata delle aziende, inferiore alla corrispondente percentuale nazionale (14,8%). A livello provinciale l’incidenza della superficie dedicata all’agricoltura biologica è nettamente maggiore nelle aziende dello spezzino con circa il 25% della Sau.