Camici bianchi da un lato, pazienti dall’altro. Nel giorno dello sciopero nazionale di medici, infermieri e personale sanitario ospedaliero, a Genova scendono in piazza anche i medici di medicina generale.
«Ma il nostro non è uno sciopero − precisa Andrea Stimamiglio, segretario regionale della Fimmg Liguria, all’Agenzia Dire – è una manifestazione che facciamo con i nostri pazienti non in orario di studio. Saltiamo il pranzo tutti insieme per chiedere alla Regione che vengano rispettati gli accordi firmati».
Il medico ricorda: «Lo scorso 22 aprile abbiamo firmato un accordo per cercare di potenziare la medicina territoriale, per popolare le Case di comunità con la nostra presenza e con la possibilità di fare esami e prestazioni diagnostiche per evitare che i nostri codici bianchi vadano a intasare i pronto soccorso. Ma a oggi, in tutta la Asl 3 genovese, non è stato fatto niente: ieri è stato inaugurato il punto di Voltri in cui sarebbe dovuta esserci la nostra presenza, ma non ci siamo. Hanno assolutamente ragione i medici del pronto soccorso a dire che noi non riusciamo a filtrare, ma d’altra parte non abbiamo la possibilità di fare esami per i nostri pazienti, che gioco forza devono andare al pronto soccorso».
Le richieste non si fermano qui. «Chiediamo anche di aprire un tavolo di trattativa per affrontare il grosso problema della cronicità − aggiunge il medico − e i nostri pazienti sono venuti in piazza perché ci sono liste di attesa incredibili, alcune prestazioni sono bloccate e non c’è neanche la possibilità di prenotarle: siamo al loro fianco per fare in modo che si trovi una soluzione».
Non mancano le critiche alla nuova giunta Bucci. «Il primo atto è stato dire che bisogna risparmiare − attacca Stimamiglio, che era candidato consigliere in una lista civica per Andrea Orlando − il buco di bilancio non è più di 250 milioni, ma di 220 milioni e bisogna risparmiare. Noi e i nostri pazienti temiamo che risparmiare significhi tagliare ulteriormente le prestazioni: così sì che si accorciano le liste d’attesa, perché si annullano proprio le prestazioni. Questa ovviamente è una battuta, ma siamo molto preoccupati».
Tante adesioni al presidio sulle scale di Palazzo Ducale, a pochi passi dalla sede della Regione Liguria, grazie anche alla massiccia partecipazione dei pazienti. «La medicina territoriale è allo stremo − è l’allarme lanciato da Andrea Carraro, segretario Fimmg Genova − abbiamo un carico di lavoro che non è più sostenibile e che ha fatto scappare tantissimi colleghi e sta tenendo lontani i giovani medici neolaureati che quando vengono a vedere la mole di lavoro nei nostri studi dicono che è troppo ed è troppo complicato. Siamo qui per dire che il nostro comparto, che ci è sempre stato detto essere essenziale per il funzionamento del sistema sanitario nazionale, ha bisogno di essere supportato e potenziato».