«Il quadro che emerge è di sostanziale stabilità e questa è una buona notizia, diciamo moderatamente positiva. Ci stiamo muovendo in linea con l’economia nazionale e dove ci sono degli scostamenti non sono particolarmente significativi. Sia per quanto riguarda l’industria, sia per quanto riguarda le famiglie, sia per quanto riguarda i dati del mercato del lavoro, siamo sostanzialmente su dati moderatamente positivi». Raffaella Di Donato, direttrice della sede di Genova della Banca d’Italia, illustra i dati del Rapporto congiunturale “L’economia della Liguria” presentato oggi nella sede di via Dante.
Il report
Dopo il progressivo rallentamento registrato l’anno precedente, nel 2024 l’attività economica in Liguria è rimasta pressoché stabile; secondo l’indicatore trimestrale dell’economia regionale (Iter) elaborato dalla Banca d’Italia, nel primo semestre la crescita del prodotto è stata sostanzialmente nulla. Situazione che prosegue “già da alcuni trimestri con una crescita su valori dello zero virgola”, spiega Davide Revelli.
In base al sondaggio condotto dalla Banca d’Italia, nell’industria in senso stretto nei primi tre trimestri dell’anno il numero delle ore lavorate è aumentato marginalmente, mentre il fatturato e le quantità vendute non sono variati in misura apprezzabile. «Le esportazioni – dice Revelli – sono calate di oltre un quarto, con un calo in particolare dei prodotti petroliferi e delle imbarcazioni, mentre gli investimenti attesi per il 2024 dovrebbero attestarsi sugli stessi livelli del 2023. Le previsioni a breve termine degli operatori, su cui incidono elevati margini di incertezza, sono improntate a prudenza».
L’espansione nell’edilizia è proseguita, seppur rallentando anche per effetto del minore ricorso al Superbonus seguito alle modifiche apportate al quadro regolamentare: le ore lavorate segnalate alle Casse edili sono cresciute di quasi il 3 per cento. Il comparto ha continuato a trarre vantaggio dai lavori relativi alle principali opere infrastrutturali, che beneficiano delle ingenti risorse messe a disposizione dal Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr).
Nel settore immobiliare le compravendite di abitazioni sono ancora diminuite (di oltre il 4 per cento), sebbene in misura meno intensa, mentre nel segmento non residenziale sono aumentate (del 4 per cento circa).
«Nel complesso del terziario calma piatta, l’attività è rimasta sostanzialmente invariata – dice Revelli -. Tra gennaio e agosto le presenze turistiche sono state prossime a quelle del corrispondente periodo dello scorso anno, con un +0,2%)». All’incremento della componente straniera (1,6%) si è associato un calo di quella italiana (-0,8%). I passeggeri in transito nei porti regionali sono saliti marginalmente (0,6%), grazie alle crociere.
Il traffico commerciale marittimo espresso in tonnellate è rimasto pressoché stazionario (-0,3%). «Lo stock – dice Revelli – è rimasto invariato, mentre è tornato a crescere il numero di container trasportati, con Teu aumentati dell’1,7%».
Per quanto riguarda le attese sulla redditività, spiega, sono favorevoli: “Oltre l’80% delle aziende liguri prevede di chiudere il 2024 in utile”.
Sebbene i tassi di interesse applicati alle nuove operazioni di finanziamento con durata superiore all’anno abbiano cominciato a diminuire, la domanda di prestiti da parte delle imprese, che dispongono di riserve di liquidità ancora elevate nel confronto storico, è rimasta nel complesso invariata e la flessione del credito al comparto produttivo è proseguita (-5,7% alla fine di giugno).
Relativamente alla qualità degli attivi bancari, i flussi di posizioni deteriorate si sono mantenuti su livelli analoghi a quelli dell’anno precedente e la rischiosità dei prestiti che non presentano anomalie di rimborso non ha fatto segnare particolari variazioni.
Con riferimento al mercato del lavoro, il numero degli occupati si è attestato su valori prossimi a quelli del primo semestre 2023 (poco meno di 630.000): la crescita dei dipendenti (2,0 per cento) ha compensato la riduzione degli autonomi (-6,2 %), mentre non si sono osservate differenze apprezzabili tra gli andamenti della componente femminile e di quella maschile. Le attivazioni nette di nuove posizioni lavorative sono calate (di quasi il 5 %), per tutte le tipologie contrattuali e nei principali comparti. Il numero di persone in cerca di occupazione è diminuito (-9,6%), determinando una discesa del tasso di disoccupazione (al 5,9%); il ricorso alle forme di integrazione salariale si è ulteriormente abbassato.
Il calo dell’inflazione ha favorito una moderata ripresa (2,4 per cento in termini reali) del reddito disponibile delle famiglie, che ha contribuito a sostenere i consumi, in leggero aumento (0,8 per cento a valori costanti).
Nonostante la riduzione dei tassi applicati alle nuove operazioni, è continuata la flessione dei mutui per l’acquisto di abitazioni (-1,6 per cento); il credito al consumo, invece, è ancora cresciuto (5,6 per cento), soprattutto nella componente finalizzata all’acquisto di automezzi.
Nell’ambito del risparmio finanziario, i depositi delle famiglie e delle imprese liguri sono diminuiti complessivamente del 3,5%: il calo, concentrato nella componente rappresentata dai conti correnti, ha continuato a riflettere la preferenza della clientela verso strumenti che offrono una remunerazione più elevata. I titoli di famiglie e imprese a custodia presso il sistema bancario, valutati ai prezzi di mercato, sono aumentati (16%), in particolare i titoli di Stato e le obbligazioni bancarie.
«La buona notizia nazionali – conclude Di Donato – è che non ci sono cattive notizie e che non siamo molto lontani dalle tendenze nazionali. Alcuni dati andranno riguardati in una logica congiunturale, non strutturale, e quindi possono tendere a muoversi diversamente nei prossimi mesi. Ci sono, ovviamente, aspetti di incertezza che sono anche molto legati a fattori esogeni, in particolare alla situazione geopolitica internazionale che potrebbe incidere su un comparto che è significativo in Liguria, quello dei traffici marittimi. Per altro verso, l’allentamento della politica monetaria sta già esplicando i suoi effetti positivi in termini di rallentamento dell’inflazione, e quindi anche del potere d’acquisto delle famiglie e sostegno dei consumi e questo è un dato moderatamente positivo. In generale, soprattutto da parte delle imprese, c’è un sentiment improntato alla prudenza, una fase di sostanziale attesa nello stare a guardare, ma non di pessimismo».