Incidente mortale sul lavoro sull’Autostrada A6 Torino-Savona intorno alle 9.50 nel cantiere per l’ammodernamento del viadotto Nigiu tra i caselli di Altare e Savona.
Da una prima ricostruzione dei fatti, un addetto di un’impresa subappaltatrice impegnata nel montaggio di un ponteggio sotto l’impalcato del viadotto è precipitato da una altezza di circa 15 metri per cause in corso di accertamento.
Tutte le attività sul cantiere sono state immediatamente sospese e sono stati prontamente contattati i mezzi di soccorso informando al contempo le autorità competenti.
La tratta autostradale Altare – Savona, direzione Savona, è stata chiusa al traffico alle 10.20 circa per permettere il recupero della salma e riaperta nel primo pomeriggio.
Duro il commento dei sindacati. La Cgil Liguria accusa la Regione Liguria in una nota: “Non ha intenzione di dare corso e applicare la legge regionale su maggior sicurezza in questo ambito. La Regione Liguria è quindi responsabile di non attuare la norma vigente che è stata pensata e voluta proprio per contribuire al miglioramento delle condizioni di lavoro e di sicurezza in questo particolare settore. La legge regionale n. 2/2020, ottenuta grazie alla mobilitazione dei lavoratori con scioperi e manifestazioni, prevede non solo l’istituzione di un Osservatorio che raccolga e fornisca maggiori informazioni su numero e localizzazione dei cantieri, ma anche l’istituzione dei rappresentanti della sicurezza di sito che potrebbero svolgere una funzione attiva per favorire la promozione della sicurezza e il rispetto delle norme”.
Luca Maestripieri (segretario Cisl Liguria) dice: «È necessario incontrarci urgentemente con Bucci per adottare rapidamente misure concrete per fermare la mattanza. È il sedicesimo morto nel 2024 nel nostro territorio. Al nuovo presidente della Regione Marco Bucci, che è “uomo del fare”, chiediamo di fare, fare insieme a noi la differenza. Fino a oggi tutte le nostre denunce e i nostri appelli sono caduti nel vuoto ed è continuata la mattanza. Da molto tempo suggeriamo quelle misure che la situazione, sempre più grave in Liguria, richiede. Il mancato rispetto delle norme, il numero ancora insufficiente di ispezioni e sanzioni, la poca attenzione per la cultura della sicurezza, il ricorso sempre più sfrontato a lavoro precario e subappalti, sono fattori che impongono senza esitazioni l’apertura di un tavolo di emergenza. Invertire la tragica scia di sangue si può, non sono solo parole».
Emanuele Ronzoni, commissario straordinario Uil Liguria, aggiunge: «Gli incidenti sul lavoro non sono mai frutto di mera fatalità. Da sempre chiediamo misure urgenti tra controlli, formazione e cultura della legalità, ma alla luce di tutte le richieste avanzate fino a questo momento, intorno alla sicurezza sul lavoro, non sono arrivate risposte e non ci resta che chiedere misure urgentissime agli enti preposti. Solo un mese fa abbiamo pianto un operaio di 39 anni morto a Genova, oggi si replica. Occorre far luce sull’incredibile strage che sta colpendo la Liguria tra appalti e subappalti e irregolarità varie. Nello specifico attendiamo le indagini, ma basta: la strage si deve fermare. Chiediamo giustizia perché, come abbiamo già ripetuto centinaia e centinaia di volte, un incidente sul lavoro non è mai frutto di una pura fatalità ma rappresenta la disattenzione generale di un sistema paese che non pone la vita al centro del suo sviluppo. Ed anche per questo andremo alla mobilitazione il prossimo 29 novembre. Ci stringiamo attorno ai colleghi e alla famiglia dell’operaio deceduto sul lavoro».