«Credo che, grazie anche alla piena collaborazione di sindacati e delle realtà locali, grazie al sistema Italia coeso e coordinato, probabilmente nella prima parte del prossimo anno riusciremo ad assegnare gli impianti ex Ilva a chi ha davvero la volontà di rilanciare questo sito produttivo così fondamentale per la siderurgia italiana e per l’Europa». Lo ha detto il ministro delle Imprese, Adolfo Urso, stamattina a Genova a margine dell’inaugurazione della Casa del Made in Italy. Lo riferisce l’agenzia Dire.
Il ministro ha ribadito che l’obiettivo primario del governo è privilegiare «La vendita a un unico player o cordata perché riteniamo che sia la soluzione migliore», e ha ricordato che «si è chiusa la prima fase, quella in cui i player industriali hanno manifestato il loro interesse: lo hanno fatto in 15, tre grandi player internazionali per l’intero asset produttivo, 12 nazionali e internazionali per alcune parti».
Si tratta di «Aziende molto importanti – ha precisato Urso – e crediamo che questo sia già un primo significativo risultato. Siamo determinati a raggiungere l’obiettivo finale: non è facile perché parliamo di quello che si era manifestato come il più grande disastro industriale del nostro Paese. Siamo riusciti a riprendere in mano la situazione e a costruire le premesse per la ripresa produttiva e per l’assegnazione a un player industriale in appena sei, sette mesi, credo sia una sorpresa per tutti».
l ministro ha rivendicato che «Abbiamo rimesso sulla giusta strada persino l’Ilva, in poco più di sei mesi, un fatto straordinario in così poco tempo. Oggi il quarto altoforno è pienamente funzionante, l’altoforno 1 verrà riattivato tra pochi giorni, mi recherò a Taranto per questa cerimonia. Poi, lavoreremo al terzo altoforno che fu chiuso in maniera maldestra, non svuotandolo, e quindi la sua riattivazione è più difficile”. Nel frattempo, «cominciano a essere pagate le aziende dell’indotto per i crediti maturati prima dell’amministrazione straordinaria. L’Ilva sta diventando un manuale di rilancio industriale, laddove finalmente lo Stato fa sino in fondo la sua parte».
«Qualche sindacato – ha osservato Urso – chiede che lo Stato resti in ex Ilva. L’esperienza dello Stato in Acciaierie d’Italia è stata fallimentare. Chi aveva concepito questo accordo cinque anni prima ha commesso perlomeno qualche errore. Assegnando a Mittal questi impianti, cioè a chi era già la più grande multinazionale al mondo e che forse non aveva bisogno di questi impianti, e poi, peggio ancora, con un accordo leonino in cui lo Stato entra, paga e loro comandano. Questo accordo leonino sicuramente non sarà mai ripresentato da questo governo. Riteniamo che si possa assegnare l’azienda all’investitore privato, poi sulla base delle proposte potremo fare eventualmente altre valutazioni, certamente non alle condizioni precedenti, per favore. Questo governo ha ben più consapevolezza di che cosa significa politica industriale di quelli che ci hanno preceduti».
Urso ha anche annunciato che «L’amministratore delegato di Metinvest ha detto che potrebbe riconsiderare l’opportunità di un ingresso in ex Ilva nella seconda fase, in cui è previsto che si possa aggiungere anche chi non si è presentato nella prima fase, da solo o in cordata con qualcuno che si è presentato. Questa possibilità è sempre aperta sino alla presentazione della manifestazione di interesse vincolante entro fine novembre.
I contatti con la multinazionale ucraina, ha precisato Urso «Li abbiamo quotidianamente perché con loro stiamo programmando il rilancio di Piombino. Se, poi, intenderanno presentare un progetto per Taranto, lo vedremo nelle prossime settimane».