Sono tanti i genovesi che devono affrontare la vita di tutti i giorni convivendo con una malattia cronica: più di uno su tre (34%), secondo quanto emerge dai dati raccolti per l’Osservatorio Sanità* di UniSalute dall’istituto di ricerca Nomisma, che ha interrogato in merito un campione di cittadini del capoluogo ligure.
Nello specifico, secondo lo studio, il 19% dei genovesi dichiara di essere affetto da una patologia cronica, e il 15% (quasi uno su sei) da due o più patologie. Nella definizione di cronicità rientrano malattie anche molto diverse tra loro, che in alcuni casi possono seriamente compromettere la qualità della vita di chi ne soffre.
In particolare, la patologia cronica più diffusa a Genova è l’ipertensione arteriosa, che colpisce una persona su quattro (25%). Al secondo posto ci sono le malattie che riguardano le articolazioni, come l’artrosi e l’artrite (19%), e al terzo le malattie allergiche (14%). Seguono l’osteoporosi (9%), i tumori e l’asma (entrambe al 7%). Ampliando il campo di osservazione ai nuclei familiari, emerge che in quasi una famiglia genovese su quattro c’è almeno una persona affetta da malattie allergiche (23%), e in una su cinque un membro soffre di artrosi o artrite (19%).
Come detto, le patologie croniche possono rappresentare un ostacolo importante nella quotidianità delle persone, e questo emerge anche dalla ricerca di UniSalute: il 52% dei genovesi che soffrono di una patologia cronica non è soddisfatto del proprio stato di salute fisico, e la percentuale aumenta al 62% per chi è affetto da multicronicità.
A Genova le diagnosi delle patologie croniche avvengono prevalentemente dopo i 40 anni per i tumori (85%), le malattie cardiache (77%), e l’ipertensione arteriosa (76%). Al contrario, altre patologie come l’asma (94%) e le malattie allergiche (88%) vengono rilevate principalmente prima dei 40 anni. Per quanto riguarda il diabete, la diagnosi arriva entro i 40 anni in un caso su tre (33%).
Infine, riguardo la gestione della propria patologia, il 51% dei genovesi si affida soprattutto a un medico specialista, mentre nel 49% dei casi la figura di riferimento è il medico di base. La maggior parte degli esami diagnostici vengono effettuati nel sistema sanitario pubblico (65%), mentre per le visite specialistiche c’è un maggior ricorso alla sanità privata, con il 44% dei pazienti che vi si sono rivolti prevalentemente (30%) o almeno in parte (14%).
* Indagine CAWI condotta dall’istituto di ricerca Nomisma a febbraio 2024 su di un campione di 1.346 italiani con età compresa tra 18 e 70 anni, stratificato per età (18-70 anni), sesso ed area geografica, con sovracampionamento nelle province di Bologna, Torino, Padova, Bologna, Napoli, Palermo, Genova, Cagliari