Ogni ligure custodisce nella propria abitazione in media 7 gioielli, spesso regali o cimeli di famiglia, ma tre persone su quattro ne utilizzano solo una parte e quasi tutti – l’88% – ne ignorano il valore.
Sono alcuni dei dati che emergono dal rapporto Affide-Bva Doxa “Gli italiani, i gioielli e il loro valore“, che analizza la ricchezza degli italiani in gioielli e preziosi e sonda la percezione, le abitudini e le intenzioni nei confronti del credito su pegno e del mercato dei gioielli di seconda mano.
Dall’indagine risulta che i liguri conservano in casa un piccolo tesoro in preziosi, ma 3 intervistati su 4 indossano meno di 5 gioielli all’anno.
Tra le opzioni per una seconda vita di questi gioielli c’è quella di ricorrere al prestito su pegno: tuttavia solo 7 intervistati su 10 conoscono il servizio, iI 20% dichiara che opterebbe per questa soluzione per trarre profitto e meno della metà (41%) sa che è possibile riottenere il proprio bene.
«Si tratta di una percezione che contrasta con la realtà. Infatti, ben il 95% dei nostri clienti riscattano il loro pegno – spiega Rainer Steger, direttore generale di Affide -. È quindi essenziale informare i cittadini sull’esistenza e sul funzionamento di forme di finanziamento alternative al canale bancario, che possono offrire una risposta immediata alle necessità urgenti, riducendo il rischio di ricorrere a soluzioni illegali come l’usura».
Ma non c’è solo chi conserva i propri gioielli impolverati, ma anche chi sceglie di acquistare preziosi di seconda mano: lo ha già fatto il 17% dei liguri intervistati da Bva Doxa, attratto sia dai vantaggi economici che dalla sostenibilità. Inoltre, il 65% dei liguri vede l’acquisto di gioielli pre-loved come un’opportunità di investimento strategico.