«La situazione climatica con eccessivo caldo a luglio e agosto, oltre alle ridotte escursioni termiche, a parte questi ultimi giorni, hanno creato inevitabili difficoltà per la vendemmia di quest’anno. Le temperature elevate, 34-36 gradi, hanno bloccato la maturazione delle nostre uve, sia per gli zuccheri quanto per quella fenolica. E troppa umidità ha obbligato ad aumentare gli interventi nelle vigne con trattamenti fitosanitari».
Lo ha dichiarato il responsabile Cia Savona del settore vitivinicolo Mirco Mastroianni, che non nasconde le criticità generali di questa annata per produttori, aziende del settore e le cantine del territorio savonese.
«I cambiamenti climatici in atto – dice – impongono necessariamente un’attenzione e un costante monitoraggio dei vigneti, con strumenti e azioni dirette capaci di tutelare le produzioni vinicole».
«Tuttavia i vini d’eccellenza, Dop e Igt, non mancheranno e saranno ancora protagonisti della filiera del vino: rispetto ad un previsto calo della produzione, la qualità espressa dall’identità territoriale dei nostri prodotti sarà comunque garantita», precisa ancora Mastroianni.
Nonostante le condizioni climatiche sfavorevoli, l’auspicio è quello di confermare i livelli di vendite e la commercializzazione dei vini Doc e Igt del ponente ligure: «Sicuramente una presenza sui mercati meno marcata a livello quantitativo potrebbe rappresentare un problema rispetto all’export e al complessivo indotto del comparto enologico, ma contiamo sul consolidamento nelle scelte dei consumatori rispetto a criteri qualitativi e di prodotti vinicoli ricercati».
Sull’andamento del settore, inoltre, segnali positivi arrivano dalla valorizzazione della vitivinicoltura eroica e dell’attività enoturistica, attrattiva sempre più importante nelle stesse scelte di destinazione turistica.
«Ora è necessario sostenere i processi innovativi delle nostre aziende e affrontare in maniera strutturale i cambiamenti climatici, con strategie operative funzionali alle esigenze di produzione vitivinicola: ad esempio, le stesse autorizzazioni per nuovi vigneti e impianti, aumentando le concessioni e quindi una maggiore competitività, restano ancora un punto critico», conclude Mastroianni.