Aggregare, condividere, trasferire know how e tecnologie in ambiente marino e marittimo. La mission del Distretto Ligure delle Tecnologie Marine è sempre stata questa, dalla nascita. Come ha raccontato qui il project manager Davide Ritarossi, la forza del Dltm è nella capacità di fare rete, di aggregare competenze.
Al Dltm si è capito da subito che per supportare l’innovazione delle realtà associate era necessaria una dimensione internazionale. Nel caso del progetto Leviatad (Level 1 Accelerator for Defence Sector) si sta concretizzando l’obiettivo di creare il primo cluster europeo d’eccellenza nel settore della difesa navale e aeronavale attraverso la cooperazione tra i sei partner del progetto provenienti da quattro paesi europei.
Tra essi, per esempio, c’è Footprint Inc., un’azienda belga (di Bruges, nella foto) specializzata in servizi di stampa 3D con una forte attenzione alla sostenibilità e alla circolarità. Footprint offre prodotti personalizzati che vanno dagli oggetti per interni alle parti di ricambio e alla prototipazione. «Siamo orgogliosi della nostra capacità di produrre stampe molto grandi – racconta il co-founder Aagje Rappé – fino a 3 metri, il che ci distingue nel settore».
Footprint ha scoperto il Dltm grazie alle interazioni con il Blue Cluster e l’industria delle tecnologie innovative in Europa. «Il Distretto, con la sua vasta rete e il suo impegno per l’innovazione, si è rivelato un partner ideale per esplorare nuovi orizzonti e sviluppare soluzioni all’avanguardia», aggiunge Rappé.
Nel progetto Leviatad, Footprint Inc. svolge fornisce soluzioni avanzate di stampa 3D per componenti navali critici. «Uno dei vantaggi significativi della stampa 3D – sottolinea Rappé – è la sostanziale riduzione dell’impronta ecologica. Producendo le parti in loco, eliminiamo la necessità di trasporti su lunghe distanze, riducendo in modo significativo le emissioni di CO2. Inoltre, la stampa 3D consente di creare parti che non sono più disponibili o che richiederebbero troppo tempo per essere acquistate dai fornitori tradizionali. Questa capacità assicura che le riparazioni possano essere eseguite tempestivamente, mantenendo le navi operative e riducendo i tempi di fermo.
La nostra esperienza nei materiali adatti alle condizioni marine più difficili e le nostre procedure di progettazione hanno contribuito a migliorare la durata dei componenti. Abbiamo raggiunto tappe fondamentali del progetto, tra cui la validazione del prototipo e l’inizio della fase di produzione».
Dal Belgio alla Croazia: anche Metacraft, giovane pmi di Zagabria (fondata nel 2022) fa parte di Leviatad e ha esperienza nella costruzione di imbarcazioni fornendo soluzioni navali avanzate e innovative tra cui diversi tipi di sistemi/veicoli senza pilota.
«L’obiettivo principale del programma Leviatad – spiega il founder e ceo di Metacraft Alan Cernava – è quello di aiutare le pmi ad accedere più facilmente al mercato navale europeo e mondiale soprattutto attraverso la cooperazione con le grandi aziende del settore navale. Questo era proprio quello di cui avevamo bisogno, dato che avevamo un gruppo di progetti avanzati che sapevamo sarebbero stati molto difficili da lanciare sul mercato essendo un’azienda piccola, nuova e ancora sconosciuta».
Per esempio Metacraft si è accorta che nel mercato mondiale mancavano nuove e moderne navi per la lotta contro le mine ancor prima di conoscere Leviatad. «Quando è stato lanciato il programma Leviatad, lo abbiamo visto come una grande opportunità di presentare il nostro vascello multiruolo a controllo remoto e con equipaggio opzionale, a cui abbiamo aggiunto la capacità di guerra antisommergibile come capacità standard insieme alla Mcm, acronimo di mine countermeasures, questo perché ci siamo resi conto che c’è un numero considerevole di Marine Militari che non dispongono di capacità antisommergibili avanzate o addirittura non hanno alcuna capacità. L’intero concetto è stato concepito e sviluppato da Metacraft».
Il programma Leviatad ha aiutato Metacraft in due modi: con i finanziamenti e con la legittimazione: «Per un’azienda piccola e sconosciuta, quest’ultima è altrettanto importante del sostegno finanziario. Credo che abbiamo sfruttato al massimo l’opportunità che Leviatad ci ha offerto. Abbiamo firmato diversi contratti e accordi di rappresentanza in Europa e fuori dall’Europa. I nostri nuovi partner in Romania, Grecia, Arabia Saudita, Qatar e India hanno già iniziato la promozione del nostro progetto nei loro Paesi. In Finlandia abbiamo una solida società di consulenza che ci aiuterà a promuoverci presso la Marina finlandese. Abbiamo anche trovato una serie di fornitori di sistemi pronti a fornirci le ultime novità. Tra i più noti ci sono Thales, Kongsberg, Exail, Patria, Hensoldt, Exavision, Theon, Current, Northrop Grumman, KNDS, Anavia e così via. Il risultato più significativo è sicuramente la firma di un accordo vincolante con il fondo d’investimento Kratos-X. Questo consentirà il finanziamento del nostro progetto nel caso in cui qualche Marina Militare decida di acquistare le nostre navi. Attualmente siamo in trattative con una Marina europea per l’acquisto di due navi dimostrative. In collaborazione con Kratos-X il nostro progetto si è ampliato fino a diventare molto più grande».
Metacraft è anche in trattativa con Leonardo, con la sua divisione Elettronica: «Hanno espresso interesse a diventare il nostro partner nel progetto. Leonardo è il più grande gruppo di difesa nell’Ue e se riusciremo a realizzare questa partnership, il nostro progetto raggiungerà nuove vette raggiungendo l’obiettivo principale del programma Leviatad».
Metacraft, in collaborazione con l’azienda italiana Sealance, sta anche facendo passi avanti nella decarbonizzazione: offrirà un sistema a propulsore ibrido.