Acciaierie d’Italia in Amministrazione Straordinaria rende noto che “oggi è stata inviata l’istanza di esame congiunto per l’avvio della nuova cassa integrazione guadagni straordinaria (Cigs) prevista per le aziende in amministrazione straordinaria”. Lo riporta Teleborsa.
La richiesta, trasmessa al ministero del lavoro e delle Politiche Sociali, al ministero delle Imprese e del Made in Italy, alle Rappresentanze sindacali unitarie e alle Organizzazioni sindacali, interesserà un numero medio di dipendenti fino a un massimo di 5200 e riguarderà tutti i siti della Società.
L’utilizzo della cassa integrazione straordinaria farà perno su trasparenti criteri di forte rotazione del personale e, si legge nella nota, “sarà strettamente connesso ai livelli di produzione degli stabilimenti e consentirà di ultimare il Piano di ripartenza con l’attivazione dopo l’estate del secondo altoforno. La Società, consapevole di richiedere alle proprie persone un forte sacrificio, vuole continuare ad investire su un modello di relazioni industriali responsabile e in grado di accompagnare questa importante fase di cambiamento”.
«Oggi è l’ultimo atto della tragedia dell’ex Ilva, questa volta grazie al Governo e ai commissari straordinari. Rispediamo al mittente la richiesta di cassa integrazione straordinaria per i lavoratori di Acciaierie d’Italia. Non si è mai vista una cassa integrazione non legata a un piano industriale, ma alla durata del commissariamento». Lo dichiara Rocco Palombella, segretario generale Uilm, chiedendo immediatamente una convocazione del tavolo permanente aperto a Palazzo Chigi con la presenza della presidente Giorgia Meloni. «È assurdo – aggiunge il rappresentante Uilm – passare da una richiesta di cassa integrazione per 3.000 persone a una richiesta per 5.200, quindi dal 30% a oltre il 50% dei lavoratori. A Taranto quasi il 60% dei lavoratori sarà in cassa integrazione, ci saranno più lavoratori a casa che in fabbrica, è intollerabile».