Giovanni Toti, presidente della Regione Liguria, è agli arresi domiciliari, Paolo Emilio Signorini, già presidente dell’autorità di Sistema Portuale del Mar Ligure Occidentale è in custodia cautelare in carcere nell’ambito di un’inchiesta della procura di Genova. Signorini è accusato di corruzione per l’esercizio della funzione e per atti contrari ai doveri d’ufficio ed è sottoposto a custodia cautelare in carcere, Toti è accusato di corruzione per l’esercizio della funzione e per atti contrari ai doveri d’ufficio ed è agli arresti domiciliari.
In un comunicato del procuratore capo di Genova Nicola Piacente, si legge che misure cautelari (coercitive e interdittive) personali e reali nei confronti di Paolo Emilio Signorini, già presidente dell’Autorità di Sistema Portuale del Mar Ligure Occidentale (accusato di corruzione per l’esercizio della funzione e per atti contrari ai doveri d’ufficio, destinatario della misura della custodia cautelare in carcere), del presidente della Regione Liguria Giovanni Toti (accusato di corruzione per l’esercizio della funzione e per atti contrari ai doveri d’ufficio, destinatario della misura cautelare degli arresti domiciliari), di Aldo Spinelli, imprenditore nel settore logistico e immobiliare (destinatario della misura cautelare degli arresti domiciliari, accusato di corruzione nei confronti di Paolo Emilio Signorini e del Presidente della Regione sono in corso di esecuzione da parte del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Genova in un’ordinanza di applicazione di misure cautelari (coercitive ed interdittive) in base all’ordinanza emessa ieri dal giudice per le indagini preliminari presso il Tribunale di Genova, su richiesta della Procura della Repubblica depositata in data 27.12.2023. È quanto di legge
Altri indagati sono:
Aldo Spinelli, imprenditore nel settore logistico e immobiliare (destinatario della misura cautelare degli arresti domiciliari, accusato di corruzione nei confronti del presidente della Regione;
Roberto Spinelli, imprenditore nel settore logistico ed immobiliare (destinatario della misura interdittiva del divieto temporaneo di esercitare l’attività imprenditoriale e professionale, accusato di corruzione nei confronti del presidente della Regione Liguria);
Mauro Vianello, imprenditore operante nell’ambito del Porto di Genova (destinatario della misura interdittiva del divieto temporaneo di esercitare l’attività imprenditoriale e professionale, accusato di corruzione nei confronti di Paolo Emilio Signorini);
Francesco Moncada, consigliere di amministrazione di Esselunga spa (destinatario della misura interdittiva del divieto temporaneo di esercitare l’attività imprenditoriale e professionale, accusato di corruzione nei confronti del Presidente della Regione Liguria);
Matteo Cozzani, capo di gabinetto del presidente della Regione, accusato del reato di “corruzione elettorale” (art. 86 dpr 570/1960), aggravato dalla circostanza di cui all’art. 416-bis.1 c.p. in quanto commesso al fine di agevolare l’attività dell’associazione mafiosa Cosa Nostra, in particolare il clan Cammarata del Mandamento di Riesi con proiezione nella città di Genova, e di corruzione per l’esercizio della funzione, destinatario della misura cautelare degli arresti domiciliari;
Arturo Angelo Testa e Italo Maurizio Testa, rappresentanti della comunità riesina di Genova, destinatari dell’obbligo di dimora nel Comune di Boltiere, accusati del reato di corruzione elettorale in quanto commesso al fine di agevolare l’attività dell’associazione mafiosa Cosa Nostra, segnatamente il clan Cammarata del Mandamento di Riesi con proiezione nella città di Genova;
Venanzio Maurici, destinatario dell’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria, accusato del reato di corruzione elettorale (art. 86 dpr 570/1960), aggravato dall’art. 416-bis.1 c.p., in quanto commesso al fine di agevolare l’attività dell’associazione mafiosa Cosa Nostra, segnatamente il clan Cammarata del Mandamento di Riesi con proiezione nella città di Genova.
Nei confronti di Signorini Paolo Emilio, Spinelli Aldo e Spinelli Roberto, il gip ha altresì disposto il sequestro preventivo di disponibilità finanziarie e beni per un importo complessivo di oltre 570 mila euro, ritenuti profitto dei reati di corruzione contestati.