A livello nazionale la quota delle perdite idriche nelle reti comunali di distribuzione dell’acqua potabile nel 2022 è stata del 42,4% (nel 2020 del 42,2%). La quota delle famiglie che nel 2023 non si fidano a bere acqua di rubinetto è del 28,8%, stabile rispetto al 2022.
La Liguria è sotto la media nazionale per quanto riguarda le perdite totali: 40%, mentre chi non si fida a bere l’acqua del rubinetto si ferma al 22,5%.
Sono i dati diffusi dall’Istat in occasione della Giornata mondiale dell’acqua.
I volumi regionali pro capite, strettamente legati alla disponibilità della risorsa, presentano un range molto ampio: dai 110 litri per abitante al giorno della Puglia ai 2.160 del Molise. In Liguria i prelievi d’acqua per uso potabile procapite sono 457 litri, più alti rispetto alla media italiana (424) e del Nord ovest (416). In metri cubi si tratta di 31,8 di sorgente, 143 da pozzo e 76,8 da acque superficiali.
Per quanto riguarda l’erogazione giornaliera di acqua potabile i numeri sono mediamente più elevati nei comuni del Nord e nel Nord-ovest (251 litri pro capite al giorno). Anche qui c’è un significativo differenziale regionale (dai 232 litri per abitante al giorno del Piemonte ai 419 della Valle d’Aosta/Vallée d’Aoste, regione con il valore più elevato). In Liguria sono 214 i metri cubi immessi in rete al giorno, pari a 389 litri pro capite, mentre l’acqua erogata per usi autorizzati è 128,4 mc al giorno, pari a 233 litri pro capite.
Andando a guardare le singole province emerge una quantità di litri pro capite maggiore agli estremi (imperiese e spezzino), con La Spezia che ha perdite idriche classificate tra 60 a 99 mc per km di rete di distribuzione.

Dei 42.842 mc di acqua per abitante fatturati nel Comune di Genova, 32.362 sono per uso civile domestico. Il dato pro capite è rispettivamente di 209 litri e 158 litri. Con le dovute proporzioni sul volume, il dato pro capite è molto simile anche negli altri comuni capoluogo, con una differenza di litri pro capite nello spezzino più marcata: 213 il fatturato pro capite totale, 142 quello per uso civile domestico.
Depuratori
Per quanto riguarda i depuratori in Liguria i dati aggiornati al 2020 testimoniano che sono in esercizio 630 vasche Imhoff per trattamento di depurazione primario in cui confluiscono 18.781 mc di acque reflue. 132 gli impianti secondari (82.921 mc di acque reflue) e 15 di tipo avanzato (36.914 mc).
Soddisfazione e coscienza ambientale
Per quanto riguarda la soddisfazione delle famiglie sul servizio di fornitura della rete idrica comunale, nel 2023 i liguri si dicono molto soddisfatti per il 22,9%, abbastanza soddisfatti per il 66%, poco soddisfatti per il 9% e per niente soddisfatti per il 2,1%. Rispetto alla media italiana è superiore il grado di soddisfazione di uno-due punti percentuali.
Il 7,8% delle famiglie lamenta irregolarità nell’erogazione dell’acqua, mentre il 22,5% non si fida a bere l’acqua del rubinetto.
I liguri sono al primo posto per percentuale di persone che mettono il dissesto idrogeologico tra i 5 problemi ambientali più preoccupanti: 38,4% contro una media nazionale del 26,5%. Più bassa invece la percentuale sull’inquinamento dei mari e dei fiumi: 32,5% (solo Sicilia e Campania più basse).
Acque minerali naturali
Molto basso il volume in metri cubi di acque naturali per produrre acqua in Liguria: nel 2021 erano 96, terz’ultimo posto italiano dopo Provincia di Bolzano e Molise.