Chi clicca la voce “Teatro Ariston di Sanremo” e non conosce la cittadina ligure quasi si meraviglia a vedere quanti eventi propone la struttura famosa per il Festival: appuntamenti che riguardano poesia, balletto, lirica, convegni, fitness, mostre, cabaret, trasmissioni televisive e manifestazioni musicali di vario genere. Del resto il grande teatro ha ospitato match di boxe a livello mondiale, i balletti del grande Rudolf Nureyev, musica, baletto, mondiali di body building e altro. È nato nel 1963 come complesso polifunzionale con soluzioni tecniche d’avanguardia, notevoli attrezzature sceniche, impianti e servizi multimediali.
Ma non sbaglia chi lo identifica con il Festival della Canzone Italiana. L’Ariston è il Festival, e il Festival è l’Ariston. Ne racconta la storia il libro “Ariston – La scatola magica di Sanremo” di Walter Vacchino con Luca Ammirati (Salani).
Walter Vacchino, che oggi guida la struttura con la sorella Carla, è figlio del fondatore Aristide, il cui padre Carlo fu uno dei primi imprenditori a occuparsi della rappresentazione cinematografica e e nel 1908 rilevò l’ex “The American Cinematograph” di via Matteotti trasformandolo nel primo, storico cinema di Sanremo, il “Sanremese”.
Aristide, finita la seconda guerra mondiale immaginò un grande edificio che ospitasse sia la rappresentazione teatrale sia quella cinematografica, in grado di raccogliere l’eredità dello storico teatro “Principe Amedeo” di Sanremo, distrutto da un bombardamento aereo nel 1944. Nel 1952 vennero inviaste alle autorità competenti le richieste di autorizzazione. La sala dell’Ariston fu inaugurata Il 31 maggio 1963. Una meraviglia, degna del boom economico che stava proiettando l’Italia ex contadina tra i paesi ricchi, con una capacità di 1960 posti a sedere fra platea, galleria e palchetti laterali, un palcoscenico alto 24 metri e profondo 15, un golfo mistico capace di accogliere 100 musicisti 30 camerini e 3 cameroni destinati ai corpi di ballo, orchestrali e corali. Il nuovo teatro era funzionale e lussuoso, per gli affreschi, il palcoscenico, i velluti del sipario e delle tende, i vetri dia Murano, i marmi.
La prima edizione del Festival si era tenuta a Sanremo nel 1951, nel Teatro del Casinò. Proprio i gestori del Casinò avevano avuto l’idea di organizzarlo, cercavano un modo per rilanciare il turismo, specialmente quello invernale, e attirare clienti. Fin dai primi anni il Casinò organizzava concerti, feste da ballo e rappresentazioni teatrali, come era previsto dal contratto stipulato nel gennaio del 1928 tra il Comune di Sanremo e l’imprenditore Luigi De Santis, titolare della Società anonima Casinò municipale Sanremo. Nel 1955 la Rai trasmise per la prima volta il Festival in diretta televisiva. Il successo fu immediato. Nel 1977 si rese necessaria una sede più ampia e funzionale e si scelse il Teatro Ariston. Lì il Festival è rimasto, tranne nel 1990 a causa di lavori nella struttura.
Nel libro Vacchino ci racconta la storia del teatro, che è anche storia del Festival, epopea familiare e mito nazionale. Ci porta dietro le quinte, ci racconta aneddoti sugli artisti, ci mostra l’interno di una scatola magica famosa nel mondo.